Voci nuove della lirica a Verbicaro
 











Se l’arte è cultura, bellezza, magnifica occasione per dar luogo ad un turismo di qualità, recupero, esaltazione e maggior consapevolezza di significativi valori nazionali, e tanto altro ancora, non può allora che essere salutato più che benevolmente il corso internazionale di perfezionamento per cantanti lirici, quest’anno alla sua seconda edizione, organizzato dalla serena località collinare cosentina di Verbicaro, ancor più perché l’entusiasmo del sindaco Felice Spingola e del direttore d’orchestra Angelo Guaragna, principali artefici dell’iniziativa, non solo li ha spinti all’allestimento di una nuova opera lirica (l’anno scorso fu “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, quest’anno è stata “Il barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini) ed un concerto di brani scelti dallo stesso capolavoro rossiniano, da “La traviata” di Giuseppe Verdi e da “La bohème” di Giacomo Puccini, entrambi proposti in un’ampia serie di eventi anche nelle vicinelocalità balneari di Scalea, San  Nicola Arcella e Cirella, ma li ha invogliati pure ad una meritoria realizzazione: l’Orchestra Calabrese dell’Alto Tirreno Cosentino.
A migliorare l’offerta formativa del corso, Aldo Tarabella, direttore artistico del Teatro del Giglio di Lucca, rimasto così favorevolmente impressionato dalla bontà dell’iniziativa e dalla valentia dei diciassette corsisti provenienti da Argentina, Bulgaria, Cina, Corea,Croazia, Francia, Israele, Italia, Russia e Spagna, da proporre loro una prossima audizione presso il suo teatro.
A questo punto non staremo certo a sottilizzare sulle qualità di una orchestra di giovani, esigua e neonata, e sulla brillantezza complessiva delle esecuzioni, per quanto nei pregi di un direttore d’orchestra rientrerebbero la formazione tecnica del gruppo e sicuramente il piglio interpretativo, che può superare i limiti quantitativi dell’organico, un ottimo quartetto d’archi, ad esempio, potendo certamente essere piùcoinvolgente di una orchestra mediocre per quanto copiosa. Ciò che qui più ci preme esprimere è il compiacimento ed i migliori auguri per una idea, un impegno ed una aspirazione a progredire che possono dar lustro alla nazione aiutandola ad affrancarsi da una superficialità, ingenuità, ignoranza e passiva esterofilia musicale odierna ben poco lusinghiera, recuperando quella passione, quella competenza d’ascolto e quel prestigio che un tempo vantava nomi massimi di compositori, ed interpreti come Mario Del Monaco, Renata Tebaldi, Beniamino Gigli o Giuseppe Di Stefano, un’epoca pur non tanto remota, eppure così penosamente avviata a divenire sempre più lontano ed evanescente ricordo. Rosario Ruggiero  









   
 



 
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