Finalmente il mondo riesce a mettere un freno all’arroganza militarista degli Stati Uniti d’America. Oggigiorno gli ordini dello Zio Sam non vengono più eseguiti alla lettera dai paesi che subiscono l’influenza americana, che ne sono pseudoalleati o complici di terz’ordine dell’imperialismo a stelle e strisce. La questione siriana ha messo a nudo quello che da qualche anno tutti sapevano, ma che molti avevano difficoltà ad ammettere: gli USA hanno incredibilmente perso prestigio al livello internazionale. Sono fermamente convinto che, l’America sia ancora un colosso militarmente, commercialmente e che quindi non ovviamente ben lontana la sua ora, ma sono altresì convinto che ormai il suo ruolo nel mondo sia da rimettere assolutamente in discussione. Le cause di una tale affermazione hanno origine dal fatto che il continuo tergiversare in merito alla questione siriana, sia dovuto ad una totale incapacità di compattare ipropri alleati e di sfiduciare gli altri ad intromettersi. È innegabile che negli ultimi dieci anni gli USA abbiano risentito dell’ascesa di nuovi giganti della politica internazionale che ne stanno minando il primato. Nello stesso continente americano, quello che ha ispirato la dottrina Monroe, ormai gli americani vengono apertamente contestati. Ma il bello è che adesso non è più soltanto l’isolato Fidel, signore di una piccola isola a dissentire. Il Venezuela del compianto Chavez, la Bolivia adesso trovano appoggio anche nel nuovo colosso sudamericano, il Brasile. Da anni questo gigante non accetta più i diktat USA nel continente. L’ascesa dell’Impero Cinese ha colpito al cuore il prestigio americano in Asia. Ormai il continente asiatico vede nel colosso creato da Mao il vero protagonista delle vicende orientali e ne sente la forte pressione. Negli ultimi anni i cinesi hanno minato la superiorità militare statunitense, oltre a diventare il loro primo creditore. La presenzacinese in Africa ha anche avuto almeno il benevolo risultato di colpire gli interessi americani nel continente nero. E dato che non possono gli americani oggi permettersi di entrare apertamente in scontro con i cinesi, hanno dovuto ripiegare verso una nuova strategia, capace di tener vivo il loro impero. Infatti l’Impero americano ha il bisogno, come qualsiasi altro impero, di sfruttare i territori assoggettati. Tale bisogno è dettato dal fatto che gli americani sono un popolo abituato a divorare molto di più di quanto realmente producono ( quindi debbono togliere ad altri popoli ), e dal fatto che per detenere vasti territori da sfruttare a modello di colonie è necessario mantenere un grande apparato militare. Un apparato costoso e titanico che si nutre di nuovi bottini. Il problema della Roma antica che aveva finito di espandersi. Dunque a Washington si era pensato di mantenere l’impero sulla pelle dei paesi arabi, che avrebbero preso ilposto delle parti africane cedute ai cinesi; e sulla divisione dell’Europa. Così si sono iniziate le cosiddette “primavere arabe”, dove con la scusa di instaurare la democrazia si usava il collante della religione per portare al potere amici dello Zio Sam, destituendo chi era malvisto al Pentagono. Peccato per i signori yankee, ma grazie al Cielo per noi, che l’alleanza con settori fanatici e integralisti dell’Islam abbia reso invisi questi stessi corrotti traditori della loro fede che fanno tanto gli integralisti sulla forma, ma in realtà supportano la colonizzazione militare di un paese che è l’esempio di quella corruzione inaccettabile per un vero musulmano. Ciò ha portato i popoli a compattarsi contro questi corrotti fanatici e ad avvicinarsi alle visioni di illuminati pensatori come Assad. Che è uno degli uomini più tolleranti del Medioriente. Che non detiene ne terroristi né armi di distruzione di massa. E l’accusa di averle non tiene visto che le diSaddam non si sono ancora trovate dopo dieci anni, e che Bin Laden non era( se mai veramente era da qualche parte) in Afganistan, bensì nel loro caro alleato Pakistan. Figuriamoci se tiene la scusa di un altro intervento per cose del genere! Dunque i popoli del Medioriente ora, grazie alla rozza goffaggine americana, hanno trovato una via di grande ammirazione per l’Iran, per la Siria. Vero miracolo americano, permettere a milioni di sciiti e sunniti di compattarsi contro il Grande Satana. Ma anche l’Europa oggi appare bella come mai da quasi un secolo. Addirittura l’Inghilterra non trova la compattezza di tradire gli interessi continentali ed andare in guerra con gli americani. L’appello del nuovo pontefice sudamericano, e cosciente del male che fanno le pilotate rivoluzioni americane ai popoli, non resta inascoltato tra i potenti d’Europa.L’Italia non se la sente di lanciarsi ancora in favore di Washington. Hollande sa che portare il popolo francese acombattere rischia di essere un cappio al collo per la sua immagine verso i socialisti francesi, la Germania, da anni fieramente contraria a supportare interventi militari, resta coerente. E ciò è dovuto al fatto che anche l’Europa ha il proprio gigante emergente. Poiché se l’Asia ha la Cina noi abbiamo la Russia : e la Russia non è soltanto una meravigliosa idea di fierezza dei nostri popoli, non è soltanto quel meraviglioso colosso capace di rinnovarci. La Russia è anche materie prime, risorse, un mercato necessario per gli europei. Ed anche i più corrotti politicanti d’Europa debbono evitare di scontentarla. E’ oggi difficile per chiunque in Europa ignorare Putin ed appoggiare l’arroganza americana che pilota le crisi per affamare le nostre genti, che specula sulle materie prime per arricchirsi ai nostri danni. Mentre Putin manda onestamente quei segnali d’amicizia che, in questo momento di crisi, possono determinare la fine per l’Impero USA della presenzain Europa. Alessandro Scipioni
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