C’è un mostro che si aggira in Europa. E’ quell’eurocrazia che si autodefinisce Unione Europea. La sua esistenza inutile, anzi: gravemente dannosa, per i popoli europei è lautamente finanziata anno dopo anno dal saccheggio fiscale di ogni cittadino-contribuente dei 27 (pardon, con la Croazia 28) Stati nazionali di fatto forzati a partecipare al consolidamento di una dannosa superburocrazia per la gran parte - salvo l’europarlamento, organo privo di fatto di ogni potere - composta di tecnici e oligarchi non eletti dagli europei. Si badi bene: in un momento cone questo, di grave crisi economica diffusa, il dispendioso potere alieno chiamato Ue dovrebbe essere posto nella prima riga nell’elenco degli enti inutili, dei carrozzoni, da cancellare. Come, d’altra parte, anche nei singoli Stati nazionali i veri tagli alla casta da eseguire dovrebbero essere, secondo buon senso, soprattutto quelli di "seconda linea", quelli dei burocrati, consulenti econsigliori, boiardi, "managers" e "saggi" i cui compensi, sprechi e sperperi gridano vendetta e giustizia sociale. Soprattutto dai Paesi del Mediterraneo, diventati i paria del sistema economico e finanziario prodotto tra Bruxelles, Francoforte, Basilea, Strasburgo e Lussemburgo e privati della loro principale ricchezza intrinseca, geopolitica e geoeconomica: le relazioni di buon vicinato, di scambi e cooperazione con l’altra parte, con le altre nazioni che si affacciano nel loro mare meridionale interno. Ma così non è. Una folle politica di autodistruzione nazionale - iniettata dai padroni atlantici - è stata fatta propria da decenni dai governi sudditi dell’Europa meridionale. Proni ai desiderata delle centrali finanziarie liberacapitaliste che dominano il vecchio continente e che impongono le loro ricette di austerità, rigore, tasse, privatizzazioni, liberalizzazioni, tagli sociali, occupazionali, produttivi, nel nome del "Mercato"... e cioè del loro mercato e dei loroprofitti. Si diceva che il mostro Ue ha una sola parvenza di rispetto formale della democrazia, con il voto quinquennale per l’elezione dei deputati europei. Parlamentari sostanzialmente inutili (le decisioni vere passano sopra di loro, nei vari conclave interministeriali o interatlantici, con le continue pressioni d’affari delle lobbies, nelle riunioni della Banca centrale europea eterodiretta da Basilea - Bri - e dal Fmi) non certo in grado di fermare la rapina delle sovranità nazionali, della sovranità monetaria innanzitutto, delle politiche di ingerenza, anche bellica, negli affari interni di altri Stati, delle politiche di tagli al benessere sociale determinati dall’imposizione di regole di rigore di bilancio quali quelle di Basilea 3, nonché di contrastare i continui attacchi (agenzie di rating, raid speculativi) alle economie nazionali. Ebbene, sta di fatto che tra otto mesi i cittadini dei 28 Paesi dell’Ue saranno richiamati a rinnovare quest’organoparlamentare. Così il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, nei giorni scorsi al Parlamento Europeo ha tenuto l’ultimo discorso, per questa legislatura, sullo stato del mostro chiamato Unione. Al centro dell’analisi, ovviamente, non l’esame dello stato di sofferenza dei popoli europei soggetti alle sconsiderate politiche dell’eurocrazia, ma il tentativo di "ripristinare la fiducia" degli europei nel carrozzone europeista. Il tutto, in vista delleprossime elezioni europee del 2014 , che a giudizio di Barroso & soci, "offriranno agli elettori una reale possibilità di scegliere il proprio futuro"…. Aprendo il dibattito, in un raro momento di sincerità, il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, aveva premesso che "i cittadini hanno perso fiducia nell’UE e il primo modo per riguadagnarla è quello di spalancare le nostre porte e lavorare in modo trasparente (…) Se i giovani non hanno prospettive – ha continuato Schulz - come si può chieder loro di averefiducia nell’’UE?". L’ipocrita predicozzo di Schultz è servito così da viatico a Barroso per dichiarare, nonostante l’evidente auto-distruzione dell’economia europea, che "tra otto mesi gli elettori giudicheranno ciò che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni". Secondo l’esimio presidente della Commissione, l’Ue in questi anni avrebbe "combattuto contro la crisi, riformando radicalmente il settore finanziario e promosso altre riforme strutturali" e ora ci sarebbe da "rimboccarsi le maniche, per creare l’Unione bancaria, combattere la disoccupazione, rimuovere gli ostacoli al mercato unico e attuare le decisioni prese". Già. Per Barroso la disoccupazione, dunque, si risolverà... con la creazione dell’"Unione Bancaria". Di che si tratta? Di quello che hanno deciso gli oligarchi dell’eurocrazia, ottenendo già dall’europarlamento (nel completo silenzio mediatico dell’informazione embedded) un parere positivo sul nuovo sistema UE di supervisione bancaria che darà allaBanca Centrale Europea la facoltà ed i super-poteri di controllare da organo tecnocratico e senza alcun controllo democratico, circa 150 fra le più grandi banche europee dal prossimo settembre 2014. La contestatissima BCE di Mario Draghi - una superbanca soltanto nella forma "istituzionale", in realtà manovrata dalle più potenti compagnie speculative internazionali, sarà dunque l’unico garante "democratico" (sic) e l’unica vigilante, posta al di sopra di tutte le altre autorità di vigilanza bancaria nazionali. Il sistema sarà obbligatorio non per tutti i 28 Paesi UE, ma solo per i 17 paesi della zona euro, con la differenza che paesi come la Germania continueranno a mantenere inalterati i propri privilegi sulle spalle ed a spese dell’Italia e dei soliti "condannati a morte" chiamati PIGS. E cioè l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa meridionale. La Gran Bretagna (che pur non partecipando all’euro chissà perché ha i suoi delegati nella Bce...) e gli altri dieci non aderentiall’unione della moneta unica, avranno comunque diritto a "una supervisione"... con tanto di (formale e inutile) rapportino finale all’europarlamento su ciò che non va (dalle operazioni in derivati, all’insider trading, etc.). Insomma: se la Banca d’Italia non è riuscita né riesce a controllare o vigilare sul Monte dei Paschi, né è riuscita fin quia frenare le oscillazioni dei mutui immobiliari, o a riportare al Tesoro italiano (nonostante la legge Tremonti del 2005) il 92 per cento delle sue stesse quote di proprietà indebitamente trattenute da banche commerciali anche non italiane (Bnl, ad esempio), con le nuove norme ci riuscirà la Bce (che è ancora più infeudata alla speculazione internazionale)? Ma fateci il piacere. Tali testi paralegislativi – per la cronaca – sono stati approvati a grandissima maggioranza, e presentati in aula dagli euro-deputati Marianne Thyssen (PPE) e Sven Giegold (Verdi/ALE). E dovremmo votarli ancora? Lorenzo Moore
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