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Usa: la Camera ferma la riforma sanitaria di Obama
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Sul bilancio federale statunitense è muro contro muro tra Congresso e amministrazione. La Camera dei Rappresentanti, dominata dai repubblicani, ha sfidato apertamente Barack Obama rinviando di un anno l’attuazione della riforma sanitaria, cavallo di battaglia del presidente. L’emendamento alla legge di bilancio è stato approvato con 231 voti contro 192 malgrado Obama avesse minacciato il veto. Ma probabilmente il provvedimento non arriverà neppure sul tavolo del capo della Casa Bianca in quanto sarà respinto al Senato, dove i democratici hanno la maggioranza. La Camera ha inoltre bocciato con 248 voti contro 174 l’introduzione di una tassa sulle apparecchiature sanitarie che avrebbe dovuto contribuire a finanziare i programmi per la salute previsti dalla legge del 2010. Se la situazione non si sbloccherà, da martedì prossimo, giorno della fine dell’anno fiscale, molti uffici federali dovranno chiudere per mancanza di fondi.
L’amministrazione e irepubblicani sono ai ferri corti anche sul tetto del debito. E se non si troverà una soluzione entro la metà di ottobre, ha ammonito Obama, le conseguenze saranno "ben più pericolose che una chiusura del governo", con un impatto "non solo negli Stati Uniti, ma anche in tutto il mondo". Uno scenario già visto nel 2011, quando l’intesa sull’innalzamento del tetto fu trovata in extremis.
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