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Usa, accordo in extremis: per ora niente default |
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Accordo in extremis in Usa, anche se si tratta solo di una boccata d’ossigeno. Il leader democratico e quello repubblicano al Senato, Harry Reid e Mitch McConnell, hanno raggiunto l’intesa finale sulla misura che permette di sbloccare lo shutdown ed alzare il tetto del debito, evitando così la bancarotta dello Stato. Quando mancano meno di ventiquattr’ore alla scadenza per aumentare il limite dell’indebitamento, il testo messo a punto da Reid e McConnell prevede misure a breve termine, per dare il tempo al Congresso e al presidente Barack Obama di discutere su questioni di lungo termine. Secondo Cnn, la bozza del Senato prevede un finanziamento delle attività governative fino al prossimo 15 gennaio e un innalzamento del tetto al debito fino al 7 febbraio. Il testo prevede inoltre che non sia impedito al Tesoro di usare in futuro misure di emergenza. Lo staff del presidente della Camera John Boehner ha fatto sapere che la Camera voterà per primasul testo per velocizzare l’iter legislativo in vista della scadenza di domani. Un voto alla Camera su una proposta del Senato prima ancora del voto di quest’ultimo rappresenta una sconfitta particolarmente umiliante per i repubblicani del ramo basso del Congresso, guidati dallo speaker John Boehner. Se la Camera, dove i repubblicani hanno la maggioranza, voterà per prima e poi invierà il testo al Senato, che lo deve approvare senza alcun cambiamento, servirà poi solo un voto procedurale con maggioranza di 60 voti per fare arrivare la bozza verso l’approvazione finale. Non è comunque ancora chiaro se il Congresso riuscirà a inviare entro domani un provvedimento al presidente Barack Obama per la ratifica finale. Ma intanto Wall Street brinda all’accordo: la notizia fa balzare in avanti la borsa che registra un guadagno di 200 punti dell’indice Dow Jones. La corsa contro il tempo per il salvataggio aveva mandato in fibrillazione l’agenzia Fitch che nelle ultime ore aveva comunicato diaver messo sotto osservazione il rating del Paese, minacciando di togliere agli Usa la prestigiosa “tripla A”. E sottolineando come a rischio fosse anche il ruolo del dollaro come valuta di riserva a livello internazionale. «La decisione di Fitch riflette l’urgenza con cui il Congresso deve agire per rimuovere la minaccia di un default», aveva commentato il Tesoro.
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