Il sistema sanitario iracheno: duecento bambini muoiono ogni giorno
 







di Ghali Hassan




In ogni tragedia i bambini sono sempre le prime vittime. E' stato, ed è tuttora, così anche in Iraq dove, dopo l’invasione militare, il sistema sanitario iracheno si è degradato in seguito alla sua distruzione deliberata da parte dell’amministrazione americana.
Un nuovo studio dettagliato, realizzato da una organizzazione caritativa con sede in Gran Bretagna (Medact), che esamina l’impatto della guerra sulla salute, ha rivelato che casi di malattie semplici da prevenire attraverso la vaccinazione avevano fatto la loro comparsa e che i soccorsi e i lavori della ricostruzione erano stati mal gestiti. Gill Reeve, direttore aggiunto di Medact, autore del rapporto, ha dichiarato: " la salute del popolo iracheno si è deteriorata dopo l’invasione del 2003 (…) La guerra del 2003 non ha soltanto creato le condizioni per il prosieguo del declino della salute, ma allo stesso tempo ha alterato la capacità del popolo iracheno di invertire questa tendenza".
Un secondo rapporto, che dovrebbe apparire di qui a poco, dichiara che la malnutrizione tra i bambini iracheni di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni è aumentata, passando dal 4% prima dell’invasione al 7,7% dopo l’invasione dell’Iraq. In altri termini, malgrado 13 anni di sanzioni, i bambini iracheni vivevano molto meglio (3,7%) sotto il regime di Saddam Hussein che sotto l’occupazione.
Il rapporto, diretto dall’Istituto di Studi nazionali applicati (Fafo- Norvegia), in collaborazione con l’Ufficio Centrale Iracheno di Statistica e Tecnologia dell’Informazione, e con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), rivela che circa 400.000 bambini iracheni soffrono di "perdita di peso" e di "magrezza estrema"- condizioni che favoriscono la diarrea cronica e l’insufficienza proteica.
Un rapporto recente dell’Unicef rivela a sua volta che "prima del 1990 e dell’imposizione delle sanzioni, l’Iraq presentava uno dei livelli di vita più elevati del Medio Oriente". Oggi, riporta l’Unicef, "almeno 200 bambini muoiono ogni giorno. Muoiono di malnutrizione, di assenza di acqua potabile e di equipaggiamento medico, così come la penuria di medicinali impedisce di curare malattie facilmente guaribili". Il rapporto dell’Unicef mostra che la mortalità infantile non è migliorata dopo l’inizio del conflitto nel 2003, e che il tasso di mortalità tra i bambini si è accresciuto.
L’Unicef stima che ci siano circa 6.880 decessi di bambini di meno di cinque anni ogni anno in Iraq, con un tasso di mortalità sotto i cinque anni di 125 ogni mille nati vivi. Inoltre, il tasso di mortalità delle donne irachene durante la gravidanza e al momento del parto è di circa tre volte di quello che era nel periodo tra il 1989 e il 2002, secondo uno studio del Fondo della Popolazione delle Nazioni Unite.
Una delegazione medica dell’American Friends Service Committee ha valutato che "gli anni delle sanzioni hanno avuto un impatto particolarmente severo
sulle famiglie e i bambini di questo paese, producendo così una generazione di giovani afflitti dalle malattie, isolati dal mondo esterno e condannati a nutrire sentimenti di amarezza e di ingiustizia". Nel suo rapporto, la delegazione fa anche rimarcare che "le conseguenze delle sanzioni toccano particolarmente i bambini. Mentre gli adulti possono sopportare lunghi periodi di difficoltà e privazioni, l’immaturità psicologica e la vulnerabilità dei bambini fanno sì che essi abbiano minore resistenza. Conoscono quindi dei rischi più elevati e sono meno suscettibili di sopravvivere a penurie persistenti", di cibo e di cure sanitarie.
Un rapporto meno recente dell’Onu dichiarava che prima della prima guerra del Golfo "l’Iraq aveva una rete molto sviluppata di cure sanitarie. I servizi di primo soccorso erano disponibili per il 97% della popolazione urbana e per il 71% della popolazione rurale". Ciascun cittadino iracheno aveva diritto alla gratuità dei servizi sanitari dispensati dal governo. Nel 1991 l’Iraq disponeva di 1800 centri di pronto soccorso, secondo L’Unicef. In seguito alla guerra degli Stati Uniti e alle sanzioni questo numero è precipitato a 929 un decennio più tardi, e tra quelli che restano in piedi, un terzo ha bisogno di riparazioni serie, e si tratta di una delle necessità più urgenti attualmente. Le sanzioni e le guerre contro il popolo iracheno, sostenute dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna, hanno ucciso più di due milioni di civili iracheni, di cui un terzo sono bambini sotto i cinque anni di età. I sistemi iracheni di cure sanitarie e di insegnamento sono stati gli obiettivi deliberati di questa distruzione.
Sotto le sanzioni imposte dagli Usa e dalle Nazioni Unite, il sistema iracheno di cura si è eroso a tutti i livelli. Forniture mediche vitali, come medicine per la chemioterapia, antibiotici, vaccini e molte altre sono sia proibite sia ritardate in ragione della politica del doppio impiego. Gli equipaggiamenti medici che l’Iraq aveva l’autorizzazione di importare sono stati bloccati alla consegna dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra, o sono stati consegnati in maniera quasi sempre incompleta e di qualità inutilizzabile.
Utilizzando la facciata consueta delle Nazioni Unite, "gli Stati Uniti hanno impedito l’importazione normale di pezzi di equipaggiamento indispensabile per più di un decennio", scriveva Tom Nagy, dell'università George Washington. Nelle sue inchieste sugli effetti delle sanzioni sull’acqua e sul sistema sanitario in Iraq, Nagy ha scoperto che gli Stati Uniti "avevano distrutto intenzionalmente tutto quello che restava del sistema di distribuzione dell’acqua iracheno nel corso degli ultimi sei mesi, utilizzando le sanzioni per impedire l’importazione di una semplice manciata di attrezzature e di sostanze chimiche" indispensabili per il trattamento dell’acqua.
Durante l’assalto contro Fallujah, le forze americane hanno tagliato l’acqua e l’elettricità a una città di 300.000 abitanti. I
raid aerei americani hanno distrutto degli ospedali e dei centri sanitari. Gli Stati Uniti si sono impadroniti dell’Ospedale Generale di Fallujah e ne hanno fatto un ospedale militare, rifiutando qualsiasi servizio di cura agli abitanti della città. Il 9 novembre 2004, gli aerei da guerra americani hanno attaccato l’Ospedale delle Urgenze Nazzal al centro della città, e l’hanno completamente distrutto. Trentacinque pazienti sono stati uccisi., compresi cinque bambini di meno di dieci anni. Secondo Amnesty International "20 membri iracheni del personale medico (medici e infermieri) e decine di altri civili sono stati uccisi quando un missile ha distrutto una clinica di Fallujah il 9 novembre". Sono stati sempre dei raid aerei che hanno distrutto il magazzino di forniture mediche dell’ospedale. La distruzione di Fallujah è un crimine contro l’umanità.
Attualmente, il numero esatto dei civili uccisi durante l’assalto americano contro Fallujah non è noto. Secondo un funzionario del "governo" fantoccio di Allawi, "più di 2085" irachenio sono stati uccisi. Per attaccare la città, le forze americane hanno utilizzato armi proibite sul piano internazionale, come il napalm, armi al fosforoe carburante per reattori, che fa fondere il corpo umano. Medact ha invitato le forze americane a ripensare l’uso di queste armi illegali nelle zone popolate dato l’alto tasso di vittime civili.
Le forze americane hanno impedito alla sezione irachena della croce Rossa di entrare nella città allo scopo di fornire viveri e altro ai cittadini feriti. La Croce Rossa ha definito "catastrofiche" le condizioni sanitarie di Fallujah e dei luoghi vicini. Testimoni oculari hanno detto che la maggior parte delle vittime sono civili, comprese donne, bambini e uomini disarmati dai 14 ai 60 anni, a cui era stato impedito di lasciare la città prima dell’assalto americano. Inoltre, numerosi bambini sono morti di fame, disidratazione e diarrea. Il direttore esecutivo dell’Unicef, Carol Bellamy, ha dichiarato che la morte di questi bambini "è stato un inverosimile massacro di innocenti". "Il massacro di bambini è un crimine e un oltraggio morale" ha aggiunto Bellamy.
Medact dichiara: "La guerra è un disastro pubblico permanente per la salute e la cosa era prevedibile- di più, avrebbe dovuto essere prevista". Medact aggiunge che "l’eccesso di morti e di feriti e il tasso elavato di malattie sono il risultato diretto e indiretto del conflitto attuale". Sempre secondo Medact l’Iraq conosce anche un ritorno allarmante di malattie contagiose fino a poco prima ben controllabili, compreso le infezioni respiratorie acute, diarrea e tifoide, soprattutto tra i bambini.
Lo studio di Medact denunciava che "una persona su quattro, in Iraq, era ormai dipendente dall’aiuto alimentare, molti più bambini erano sotto il loro peso normale o erano cronicamente malnutriti che prima dell’invasione americana". La quasi scomparsa del programma di immunizzazione aveva contribuito alla riapparizione
della morte o della malattia nei casi si malattie facilmente prevenibili e la mortalità infantile erano aumentate in ragione di una mancanza di accesso ad un aiuto specialistico a partire dalla nascita, così come in ragione della violenza, come confermava anche il rapporto del Fafo.
Questo stesso rapporto del Fafo dà un’immagine catastrofica delle cure sanitarie irachene sotto l’occupazione americana. "Si è ritornati al livello di certi paesi africani" ha dichiarato all’Associated Press Jon Pederson, vicedirettore dell’Istituto, la cui sede si trova ad Oslo. "Ovvio, nessun bambino dovrebbe essere sottoalimentato, ma quando noi accertiamo livelli del 7 o 8 per cento, è un chiaro segno che c’è motivo di preoccuparsi", ha aggiunto.
Seguendo l’esempio del rapporto del Fafo, lo studio di Medact biasima in particolar modo l’occupazione americana per le condizioni di degrado della sanità irachena, allo stesso modo in cui biasima la tattica delle forze di occupazione dirette dagli Stati Uniti per aver esacerbato i problemi della sanità nel paese, e soprattutto la decisione di allontanare l’Onu. La distribuzione debole di elettricità ha fatto sì che sia divenuto difficile bollire l’acqua per poterla bere senza pericolo. La distruzione delle infrastrutture irachene, comprese le fogne e le installazioni di acqua, ha aggravato il problema e si è tradotta in un innalzamento delle malattie violente come l’epatite.
Più del 20% dei residenti urbani e il 60% dei residenti rurali non ha più accesso all’acqua potabile, in seguito alla distruzione delle infrastrutture irachene. Secondo il rapporto di Medact, " il 12% degli ospedali iracheni sono stati danneggiati durante la guerra, e i due più importanti laboratori di medicina del paese sono stati ugualmente distrutti". Al fine di favorire la vendita di beni e di risorse dell’Iraq, gli Stati hanno dovuto per prima cosa renderli inutilizzabili. Il fatto di aver colpito deliberatamente, allo scopo di distruggerlo, il sistema sanitario iracheno, fa parte della conquista illegale dell’Iraq. L’obiettivo non potrebbe essere più chiaro: la vendita al ribasso dei beni e delle risorse dell’Iraq alle società americane. Gli Stati Uniti sono incapaci di fornire a tutti gli iracheni delle cure sanitarie accettabili e uguali. Le cure sanitarie negli Stati Uniti sono peggiori che in qualsiasi paese industrializzato, e le loro statistiche sono spaventose. Gli Stati Uniti sono uno dei rari paesi al mondo che non forniscono cure sanitarie universali ai bambini e alle donne incinte.
La mortalità infantile, il basso peso alla nascita e la mortalità dei bambini al di sotto dei cinque anni sono particolarmente elevate negli Stati Uniti se le si compara alle cifre delle nazioni industrializzate occidentali e del Giappone. Secondo Gill Reeve, di Medact " Bisogna agire immediatamente per mettere fine a questo disastro della sanità". La migliore soluzione e la più duratura alla catastrofe umanitaria dell’Iraq sarebbe per gliStati Uniti di mettere fine alla violenza contro il popolo iracheno, di ritirare le sue forze dall’Iraq e di restaurare la sovranità del paese . L’attuale "governo" ad interim designato dagli Stati Uniti è un governo privo della minima legittimità. La sovranità dell’Iraq dovrà essere restaurata al fine di assicurare la rimessa in piedi, pacificamente, delle infrastrutture e del sistema sanitario dell’Iraq.Nuovi Mondi Media 
 

 

 









   
 



 
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