Prosegue senza sosta il sottile gioco diplomatico per giungere ad una definizione dei negoziati di pace sulla Siria programmati a Ginevra, ma è ormai escluso che possano svolgersi come annunciato nel mese di novembre. Le divisioni sono profonde e difficilmente si giungerà ad un compromesso. Il primo segnale negativo è venuto da un comunicato diffuso dall’agenzia stampa russa Itar-Tass. Citando fonti diplomatiche, l’organo di stampa afferma che la conferenza di pace internazionale sulla Siria, denominata Ginevra 2 e inizialmente prevista a novembre, non si svolgerà prima di dicembre. La notizia era nell’aria ed è trapelata poche ore dopo che diplomatici russi e americani hanno incontrato a Ginevra l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba, Lakhdar Brahimi. Lo stesso Brahimi ha dovuto ammettere che sperava di essere in grado di fissare una data certa, ma sfortunatamente non è stato possibile. Precedentemente, il ministro degliEsteri russo, Sergei Lavrov, commentando le dichiarazioni del leader della Coalizione nazionale siriana Ahmed Jarba, il quale ha fatto sapere che l’opposizione non parteciperà a Ginevra-2, se saranno invitati rappresentanti di Teheran, ribadiva la posizione del suo Paese: "Tutti coloro che hanno un’influenza sulla situazione devono essere invitati alla conferenza", ha affermato il capo della diplomazia di Mosca. Questo include - ha continuato - "tutti i vicini della Siria, quasi tutti i Paesi del Golfo persico, non solo arabi ma anche l’Iran". Lavrov ha anche bollato come "provocatoria" e inaccettabile la richiesta dello stesso Jarba di presentare un calendario per l’uscita di scena del presidente Bashar al-Assad, perché la Coalizione nazionale aderisca all’iniziativa di pace russo-americana. Posizione reiterata da Damasco, che esclude categoricamente questa possibilità, sostenendo con forza che il presidente rimarrà al potere qualunque cosa accada. Anzi, i legittimirappresentanti del popolo siriano chiariscono senza mezzi termini le condizioni della loro partecipazione. "Non andremo a Ginevra a cedere il potere come richiesto dal saudita al Faisal e da certi oppositori stranieri” ha detto il ministro per l’Informazione Omran al Zohbi. ”Il presidente Bashar al Assad rimarrà capo di Stato durante tutti quei momenti in cui questi signori sogneranno che non lo sia più. Ciò che avrà luogo a Ginevra è un’operazione politica e non la consegna dei poteri o la formazione di un’autorità transitoria. Il presidente Bashar al Assad rimarrà capo di Stato durante tutti quei momenti in cui questi signori sogneranno che non lo sia più. Ciò che avrà luogo a Ginevra è un’operazione politica e non la consegna dei poteri o la formazione di un’autorità transitoria”, ha dichiarato il ministro, concludendo che a chi pensa diversamente consiglia di non partecipare per non essere deriso dai presenti. Intanto, sul piano militare, prosegue la vittoriosacontroffensiva dell’Esercito Arabo Siriano. L’esercito regolare riconquista ogni giorno nuove posizioni nel nord del Paese, zona considerata da sempre roccaforte dei mercenari salatiti e dei cosiddetti “ribelli”. E questa riconquista pesa come un macigno sul buon esito della conferenza di pace. Infatti, l’opposizione è sempre meno disposta a parteciparvi in un momento in cui perde posizioni e si rafforza notevolmente la linea di Assad che ha sempre rifiutato di scendere a compromessi con i nemici della Patria Siriana, contestandone la legittimità. In Siria, è ormai accertato, non è in atto una guerra civile, come per anni ci ha propinato l’occidente, ma un’aggressione volta a distruggere uno degli ultimi baluardi antimondialisti del pianeta, un’aggressione fatta di massacri indiscriminati, attentati, cannibalismo e ferocia. Un altro evidente motivo per cui il tentativo fallirà: non ci si siede a un tavolo per negoziare la pace con assassini e tagliagole. Nando deAngelis
Nando de Angelis
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