Scandalo sanità, dossier in tre procure nel mirino consiglieri regionali e aziende
 











Bari, Taranto, Foggia. E chiaramente Brindisi. Si chiama Manutencoop il nuovo fantasma della politica pugliese: sul tavolo delle procure di mezza Puglia è finita infatti un’informativa di 404 pagine della Guardia di Finanza di Brindisi nella quale si ricostruisce la storia di sei appalti negli ospedali pugliesi che sarebbero finiti alla Manutencoop grazie all’appoggio di alcuni politici. Che in cambio chiedevano assunzioni.
"Condotte illecite poste in essere da consiglieri della Regione Puglia" è il significativo titolo di uno dei capitoli dell’ordinanza. Il centro dell’indagine è il consigliere regionale dell’Udc, Giannicola de Leonardis. "E’ lui - scrive la Finanza - il politico di riferimento della Manutencoop in Puglia".
Uno degli appalti sul quale la Manutencoop mette le mani è quello bandito dal Policlinico di Bari per il "Servizio di gestione integrata dei sistemi di produzione, distribuzione ed utilizzazione dell’energia". La garaviene affidata grazie all’intervento di un loro uomo, Mauro de Feudis, a un’Ati composta da Siram Spa, Manutencoop e C.N. Costruzioni Generali Srl. La gara è complessa. Perché Manutencoop grazie a De Feudis entra in Ati. Ma a un certo punto qualcuno cerca di far fuori la C.N. che non è un’azienda qualsiasi. C.N. sta per Nicola Canonico.
"Noi in quella gara eravamo fuori - dice de Feudis al telefono - siamo rientrati perché quello che ha detto a Siram, o entra Manutencoop oppure te ne vai tu. Anzi i patti li facciamo prima che esce il bando, perché deve uscire come diciamo noi, perché se ti possiamo cacciare, poi ti cacciamo. Noi adesso a quello li lo stiamo trattando peggio dell’ultimo dei sub- appaltatori (...) Gli abbiamo chiesto un fido del 25%. Oh poi tieni conto che quello li è un consigliere regionale, ed è stato il primo eletto del Pd a Bari. Ha preso diciottomila voti... adesso si è incazzato, io ieri sono stato costretto ad andare lì, mi ha fatto vedere la proposta che hafatto lui, che lì... riguarda la gestione delle manutenzioni elettriche la storia, che noi nei patti avevamo detto che, il 68% del valore della manutenzione elettrica l’avremmo data in subappalto ad un’azienda indicata da lui a parte...".
A Brindisi invece il caso era un’assunzione di una protetta. E una guerra scattata con l’onorevole Luigi Vitali che invece voleva bloccarla per motivi politici: sul tavolo c’era la "compravendita" come la definisce la finanza di un consigliere comunale. Curto per questo è stato anche denunciato, ma non è iscritto. "Tutte vicende - scrivono - che appaiono fortemente sintomatiche di come l’Asl sia guardata politicamente non come un’azienda da gestire per rendere un servizio sanitario sempre più efficiente ed economico ma come strumento deviato da utilizzare per allargare il proprio bacino elettorale a scapito degli avversari politici".Giuliano Foschini,repubblica
Appalti truccati alla Asl in libertà manager azienda
Il Tribunaledel Riesame di Lecce ha rimesso in libertà Claudio Annese, procuratore speciale dell’aziende Artsana a Brindisi, finito agli arresti domiciliari il 12 novembre scorso nell’ambito della maxi-inchiesta sui presunti appalti truccati alla Asl di Brindisi, indagine che coinvolge anche numerosi politici e consiglieri regionali pugliesi. Lo stesso Tribunale del Riesame ha concesso gli arresti domiciliari all’imprenditore Antonio Camassa, che per la stessa inchiesta era finito in carcere.
Annese risponde di frode nelle pubbliche forniture di pannoloni per incontinenti, in concorso con l’ex rappresentante legale dell’azienda che ha sede a Grandate (Como), Mario Merlo, con il dirigente della Divisione ospedali di Artsana, Valentino Palamides, e con il dipendente Ezio Gambirasio, questi ultimi indagati in stato di libertà.
Secondo l’accusa, avrebbero consegnato prodotti non corrispondenti per caratteristiche tecniche, prezzo ed efficacia alla campionatura rispetto a quanto previsto dagliaccordi, in sostanza ausili di assorbenza "di qualità inferiore", e avrebbero inoltre impedito, con proroghe strumentali, l’espletamento di una nuova gara alla scadenza prevista. Il legale di Annese, Gianvito Lillo, ha sostenuto dinanzi ai giudici del Riesame, discutendo il ricorso, che non c’è stata alcuna frode; Camassa è invece difeso dallo stesso Lillo e dall’avv. Vito Epifani.
Il 12 novembre scorso vennero arrestate 22 persone, 11 in carcere e altrettante ai domiciliari. Dopo i ricorsi al Riesame, tutti coloro che erano detenuti in cella hanno ottenuto l’attenuazione della misura cautelare personale, tranne il capo dell’Utc Asl Vincenzo Corso, tuttora in carcere. Quattro indagati invece sono tornati in libertà.









   
 



 
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