Servizio pubblico? Nelle catacombe Rai
 











Nell’eterna querelle, con minime probabilità di soluzione, sul ruolo del servizio pubblico, la Rai è sempre stata scatenata nella ricerca di ascolti a tutti i costi, costi quel che costi, spesso trash & share, ma assai esitante nelle scelte che corrispondano alla sua mission, microbiche eccezioni a parte.
ORARIO DA TELEVAMPIRI. Un esempio di tale timidezza (si ricordi la Rai Educational di Giovanni Minoli piazzata a fine-fine seconda serata) è “2Next-Economia & Futuro” in onda sulla seconda rete e condotto da Annalisa Bruchi. Non tratta di entomologia, nicchia tra l’altro assai pruriginosa per un pubblico di appassionati, ma di economia ed è l’unico programma sull’argomento nella galassia della tv pubblica. In un momento di gravissima crisi economica il tema è di vitale importanza. Eppure la collocazione è quasi clandestina, l’orario scelto perfetto per televampiri.
URLA RAI. In una Rai segnata da talk show politici dove l’urlo diMunch diventa una flebile rappresentazione (il trend non è esclusivo della tv pubblica, è spalmato generosamente di qua e di là) varrebbe la pena di applicare finalmente un cambiamento di rotta e contenuti per intercettare gli interrogativi di un Paese che non arriva a fine mese. Certo più interessato a sentire cosa dicono leader sindacali, grand commis e padroni dei forzieri su economia e lavoro che i ras del Parlamento sullo scontro tra Porcellum, bicameralismo perfetto, ritorno al Mattarellum.
DONNA ECONOMIA. Oggi è più servizio pubblico raccontare cosa ne sarà di tasse, Iuc, Imu, Tares, Trise, occupazione e tagli su sanità o sicurezza. La conduttrice di “2Next” - una donna che parla di economia! - (prima di lei Sarah Varetto su Sky, non in orari ghiotti, scherziamo, ma la sat-tv non è servizio pubblico), master alla London School of Economics, viene dal vivaio Minoli. Sospinta fino all’una di notte e in una rete sofferente per identità e ascolti, Bruchi, un gusto per economia ecarità (già intervistati Don Ciotti e suor “Banca” Giuliana Galli), è stata elogiata da Alessandra Comazzi su “La Stampa”, un’altra donna certo, perché i maschi non amano quando si tracima su terreni che, secondo loro, sono ancora off limits.
LA PRIMA VOLTA DI GALLIA. Nel programma non passa solo la compagnia di giro dei salotti tv. Anche esemplari di verginità da talk show. Per esempio, Maria Cannata, potente capo della Direzione del debito pubblico del Tesoro, mai in un faccia a faccia, al massimo una battuta. Fabio Gallia, ad della banca Bnl, anch’egli debuttante e nei giorni della bufera dell’Imu. O Giovanni Gorno Tempini, defilato ad di Cassa Depositi e Prestiti, il bancomat dello Stato.
CORRE IL MERCATO. Cultura, economia, storia: programmi come “Correva l’anno” o “Doc 3”, modelli di servizio pubblico puro, finiscono quasi sempre nelle catacombe orarie della seconda-terza serata e pazienza se mostre, festival, dibattiti registrano il pienone dimostrando la fame che c’è diquesti temi. Colpa della dittatura del mercato, degli spot, della pubblicità, è la risposta di sempre a viale Mazzini. Che preferisce comunque inchinarsi alla legge del mercato. Molto meno a quella del canone e del servizio pubblico. Denise Pardo,l’espresso









   
 



 
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