Pandora nella Terra dei fuochi
 











Nella controversia sulla Terra dei fuochi un manipolo agguerrito di tecnici e scienziati esce allo scoperto. Approfittando delle festività natalizie, una trentina di intelligenze provenienti dalle più disparate discipline – medici, chimici, biologi, geologi, agronomi e ingegneri – hanno dato vita a un collettivo spontaneo di esperti deciso a farsi sentire. Oggi a Città della Scienza di Napoli inviteranno colleghi e istituzioni a tirar fuori dal cassetto ogni studio scientifico in grado di rispondere alle tante preoccupazioni sollevate dagli sversamenti illegali e dai roghi di rifiuti che avvelenano a macchia di leopardo le province di Napoli e Caserta.
Tutto è cominciato due mesi fa con un appello lanciato su Facebook da una giovane biologa napoletana, Paola Dama, oggi in forze all’Ohio University, negli Stati Uniti. A questa prima chiamata alle armi hanno risposto una trentina di tecnici e ricercatori, non solo dalla Campania. E a metà dicembresi era già costituita una task force di esperti dal nome mitologico: Pandora. Con un obiettivo ambizioso: «Offrire un punto di riferimento credibile a una popolazione disorientata, che tra allarmi e rassicurazioni sulla situazione nella Terra dei fuochi non sa più a chi e a cosa credere», spiega Dama.
Gli scienziati che hanno aderito a Pandora conoscono la gravità dell’inquinamento causato dai rifiuti industriali smaltiti illegalmente in Campania. Sostengono anche che una mappa ormai dettagliata della dispersione di queste sostanze tossiche esiste già. Il problema, semmai, è che i dati faticosamente raccolti dai diversi enti spesso restano sconosciuti persino agli addetti ai lavori per lo scarso coordinamento a livello regionale. O forse per la scarsa volontà di renderli pubblici, verrebbe da pensare.
Comunque sia, se le preoccupazioni ambientali sono fondate, il team di Pandora invoca cautela nello stabilire un legame tra inquinanti e rischi per la salute, ancora tutti dadimostrare. Di certo i roghi dei rifiuti sprigionano sostanze cancerogene, a partire dalle famigerate diossine. Ma in Campania e nelle province di Napoli e Caserta, la mortalità per tumori, seppur più alta che in altre province italiane, non è in aumento. Quanto agli alimenti, sottoposti a svariati controlli, finora sono risultati sicuri.
Insomma, pare che le ricerche esistano, anche se troppo spesso restano chiuse a chiave. E almeno per quel che riguarda sicurezza alimentare e pericoli sanitari, le risposte della scienza, sebbene ancora frammentarie e incomplete, sembrano raccontare una storia più complessa di quella che abbiamo sentito finora.
Ben venga l’appello dei ricercatori napoletani ad aprire i cassetti per condividere le conoscenze disponibili. Cosa ne uscirà è presto per dirlo. Dal vaso che Zeus regalò a Pandora, e che la sciagurata aprì incautamente, saltarono fuori tutti i mali del mondo, trasformando la terra degli umani in una landa desolata e inospitale. Sul fondodel vaso, però, rimase la speranza. Giancarlo Sturloni,l’espresso

 









   
 



 
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