Corruzione. Ecco il piano del Ministero della Salute per neutralizzarla
 











Autorizzazione e concessione; scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi; concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari; concorsi e prove selettive per l’assunzione del personale e progressioni di carriera. Sono le quattro macroaree in cui nascondono 360 rischi di corruzione contro cui il ministero della Salute è pronto a dichiarare guerra attraverso una serie di misure obbligatorie, cioè previste dalla legge, ad altre di iniziativa propria del ministero.
Rischi e strumenti per neutralizzarli sono contenuti nel Piano triennale di prevenzione della corruzione 2013-2016 del ministero della Salute, che identifica come responsabile del piano Giuseppe Viggiano.
Il piano anticorruzione, si spiega nello stesso documento, “comprende non solo l’intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati dal codice penale, ma anche le situazioni in cui - a prescindere dallarilevanza penale - sia evidente un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui essa rimanga a livello di tentativo”.
Come accennato, le misure per neutralizzare o ridurre il rischio di corruzione si distinguono in “obbligatorie” e “ulteriori”. Delle prime fanno parte, ad esempio, l’adozione di un Codice di comportamento e la sua diffusione; la rotazione del personale, dei dirigenti e del personale non dirigenziale; l’astensione in caso di conflitto di interesse; l’inconferibilità e l’incompatibilità di incarichi dirigenziali; lo svolgimento di attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro con l’amministrazione, la formazione di commissioni, l’assegnazione agli uffici; il conferimento di incarichi dirigenziali in corso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione; la tutela del dipendente cheeffettua segnalazioni di illecito; la formazione; i Patti di integrità negli affidamenti; azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile; il monitoraggio dei tempi procedimentali e quello dei rapporti tra amministrazioni e soggetti esterni; la trasparenza.
Le misure ulteriori invece, saranno individua te entro 3 mesi dall’approvazione piano. Nei successivi 6 mesi tali misure saranno applicano in via sperimentale per verificare l’impatto sull’organizzazione e sull’attività di servizio, anche in base alle risorse disponibili. Concluso il periodo di sperimentazione, le misure di prevenzione saranno attuate con le eventuali correzioni necessarie.









   
 



 
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