Il voto in Crimea spaventa i mercati europei
 











A picco la Borsa di Mosca, giù Wall Street ore 11:15. Seduta difficile per le Borse del Vecchio continente, condizionate dalle tensioni in Crimea tra Ucraina e Russia (liveblog). Domenica prossima nella penisola si vota per il referendum sull’indipendenza da Kiev, mentre nelle strade continuano gli scontri: ieri sono morte due persone. Per gli Stati Uniti il voto è illegittimo, mentre Mosca sostiene gli indipendentisti filo russi come l’ex presidente decaduto. L’Occidente minaccia sanzioni contro la Russia e se Putin prosegue per la sua strada senza timori, i mercati crollano: la Borsa di Mosca perde oltre il 4% prima di ridurre il rosso al 2%. Ad alimentare i timori degli investitori anche i dati macroeconomici in arrivo dal Giappone: la produzione industriale è stata rivista al ribasso a +3,8% (da +4%) su base mensile a gennaio su base destagionalizzata e +10,3% (da +10,6%) tendenziale grezzo.
Abbastanza per mettere sotto pressione le Borse delVecchio continente già provate dalla difficile seduta di ieri. A Milano, Piazza Affari cede lo 0,6%; si mette in luce Mps, che avrebbe destato l’interesse di fondi Usa e intanto incassa la promozione degli analisti
del Crédit Suisse. Un altro report, questa volta di BofA, sostiene le quotazioni della Popolare di Milano. Poco mosso, invece, lo spread: la differenza di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni è stabile a quota 189 punti base, con i titoli di Stato italiani che rendono il 3,4%. A sostenere le quotazioni del debito nostrano sono gli impegni del governo Renzi a tagliare le tasse e rilanciare il lavoro. Nel resto del Vecchio continente Londra cede lo 0,2%, Francoforte lo 0,4%, in linea con Parigi (-0,6%). L’euro è in frenata a quota 1,387 dollari.
Intanto, Eurostat certifica il primo effetto positivo della ripresa sull’occupazione europea: nel quarto trimestre 2013 gli occupati sono aumentati dello 0,1% sia nell’Europa a 18 che nell’Ue a 28 (nel periodo precedente, erastato rispettivamente stabile e in aumento dello 0,1%), mentre resta negativo il dato annuale (-0,5% nell’Eurozona, -0,1% nell’Ue). Per quanto riguarda l’intero 2013, l’occupazione è scesa rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4% (nel 2012, il calo era stato dello 0,7% e dello 0,2%).
In Italia la flessione nel quarto trimestre 2013 è ancora marcata, con un calo degli occupati pari allo 0,5% rispetto al terzo trimestre e al 2% rispetto al corrispondente periodo del 2012.
In mattinata, intanto, la Borsa di Tokyo ha chiuso in forte ribasso: -3,3%, con gli investitori turbati dal rallentamento dell’economia, che segue la frenata della produzione industriale cinese, e dalle tensioni in Ucraina. Ieri sera Wall Street ha chiuso in rosso con il Dow Jones che ha archiviato la quarta seduta negativa di fila, segnando la più lunga serie di ribassi dal 27 gennaio e il maggior calo giornaliero dal 3 febbraio scorso. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha lasciato sul terrenol’1,42%, il Nasdaq l’1,46% e l’S&P 500 ha perso l’1,17%.
Sul fronte delle materie prime il petrolio è stabile sui mercati asiatici a 98,18 dollari per il barile Wti mentre guadagna leggermente il Brent a 107,50 dollari. L’oro è in rialzo a 1.376,64 dollari segnando un progresso dello 0,5%. Giuliano Balestrieri,repubblica









   
 



 
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