Pet Tac negata in Salento, pignorati 70mila euro alla Regione
 











Somme pari a 70.000 euro sono state pignorate presso la Tesoreria della Regione dal Codacons Lecce. L’ente non ha infatti rispettato le sentenze dei giudici di pace salentini, che hanno imposto il rimborso delle spese sostenute da una trentina di pazienti oncologici che, nel 2011, furono costretti a sborsare cifre tra i 600 e i 1.200 euro per sottoporsi alla Pet tac nel centro Calabrese di Cavallino in assenza di un uguale macchinario in una struttura pubblica. All’epoca i malati di cancro pagarono, avendo necessità di sostenere l’esame, ma poi  -  tramite l’avvocato Massimo Todisco  -  presentarono ricorso, chiedendo e ottenendo il rimborso delle spese. L’ultima sentenza è arrivata appena due giorni fa, a firma del giudice Giuseppe Paparella, che ha rigettato la tesi della Regione, secondo cui all’epoca dei fatti contestati l’ente aveva esaurito il budget a disposizione per pagare le strutture private convenzionate.
LaRegione, però, dopo aver ottemperato alle prime due sentenze, e rimborsato una decina di persone, negli ultimi mesi ha fatto orecchie da mercante, presentando appello contro le condanne e chiedendo la sospensione di quelle sentenze. E se i giudici di secondo grado non hanno inteso sospendere la validità del rimborso in attesa del giudizio, il Codacons ha deciso di non poter più stare a guardare e ha recapitato alla Tesoreria regionale il pignoramento di un importo pari a circa 70.000 euro. Di fronte a tale atto la Regione può pagare (entro il 29 maggio, che è la data fissata per ottemperare alla nuova richiesta) oppure gettarsi a capofitto in una nuova battaglia giudiziaria, che si combatterà davanti al giudice dell’esecuzione del tribunale civile di Lecce.
Il tutto mentre altri tre ricorsi (ognuno per cinque pazienti) pendono davanti ai giudici di pace che, con tutta probabilità, si allineeranno alle scelte già fatte dai colleghi e condanneranno per l’ennesima volta la Regione.Alla quale i malati, o le loro famiglie visto che alcune persone sono decedute nelle more dei giudizi, chiedono soltanto di vedere riconosciuto il diritto alla salute di ogni cittadino pugliese. Chiara Spagnolo,repubblica

 









   
 



 
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