Poveri. Di soldi e di istruzione. Sui minori pugliesi si riflette la crisi economica. Gli under 18 della nostra Regione che vivono in condizioni di povertà assoluta sono il 15,5 per cento del totale: molti di più rispetto alla media nazionale che si ferma al 10 e persino di quella delle regioni del Sud pari al 13,9. In occasione della conferenza per Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza - la due giorni di Bari in programma a Villa Romanazzi Carducci che si apre oggi - Carlo Borgomeo e Raffaela Milano di Crescere al Sud (rete di 47 associazioni promossa da Fondazione con il Sud e Save the Children) hanno voluto lanciare un appello con l’obiettivo di ’stimolare’ i partecipanti "ad agire subito per adottare provvedimenti concreti a favore dell’Infanzia nel nostro paese". La condizione dei bambini pugliesi - per guardarci intorno - secondo i dati di Save the children, non è delle migliori. Resta bassissima la percentuale dei piccoli presi incarico dai servizi per la prima infanzia, il 4,5 per cento (con una leggera riduzione rispetto all’anno precedente), e in contrazione anche il numero di consultori, ridottisi, tra il 2007 e il 2009, di 20 unità. Molti i giovanissimi in sovrappeso, il 24,8 per cento di ragazzini di 8/9 anni, e quelli obesi, il 16,8 dei minori. Questo perché gli alimenti buoni e sani costano e le famiglie con figli hanno dovuto tagliare la spesa: il 73,2 per cento di famiglie con bambini ha ridotto nel 2012 la qualità/quantità per almeno un bene alimentare. La riduzione dei consumi non alimentari invece in 5 anni stata di 172 euro al mese. In parallelo con la povertà economica cresce anche la povertà d’istruzione: il 19,7 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni in possesso della sola licenza media sono fuori dal sistema di istruzione. La quarta Conferenza nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, rappresenta un grande momento istituzionale di ascolto, elaborazione e partecipazione su temiche interessano non soltanto gli addetti ai lavori, ma anche i bambini, i ragazzi e le famiglie. Confermata la presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, del vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza Sandra Zampa, e del sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia. Nella due giorni barese, che sarà introdotta dai saluti del sindaco di Bari Michele Emiliano e del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, le amministrazioni centrali e territoriali, le associazioni, il privato sociale, le imprese e tutti gli attori che si occupano di infanzia e adolescenza, potranno confrontarsi e scambiare esperienze e dare il via a un’ampia consultazione tra le forze coinvolte in vista della formulazione del Piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. "Investire sull’infanzia" è il titolo dell’evento, il fil rouge dei lavori della conferenza. L’importanza dell’investimento precoce sui bambini gioca infatti un ruolo centralenel dibattito sull’infanzia e sull’adolescenza in termini di ritorno economico e sociale alle comunità. Ecco il testo dell’intervento : "FATE PRESTO! Sono passati quasi 5 anni dall’ultima Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza tenutasi a Napoli nel novembre 2009. In questi anni la crisi economica ha causato il deteriorarsi delle condizioni di vita di gran parte della popolazione italiana. Esiste però una crisi ancor più grave, profonda e carica di conseguenze per il futuro del nostro Paese: la condizione di povertà assoluta in cui vivono più di 1 milione di bambini e bambine, il fallimento del nostro sistema educativo che abbandona un ragazzo su cinque, la fuga dalle università (e dall’Italia...), la mancanza di lavoro, di opportunità e prospettive. Gli ultimi dati dell’Istat non lasciano dubbi: dal 2007 al 2012 i minori in povertà assoluta sono più che raddoppiati, passando da meno di 500 mila a più di 1 milione. Solo nel 2012 il loro numero è cresciuto del 30%a significare che anche il "welfare familiare" - al quale troppo spesso abbiamo delegato il compito di sopperire alla cronica assenza o inefficienza dei servizi - ha ormai esaurito le proprie risorse. Allo stesso modo sembra essere allo stremo anche il nostro sistema educativo, che per decenni ha rappresentato il luogo d’inclusione e promozione sociale per eccellenza, e che oggi invece relega gli studenti italiani nelle ultime posizioni delle classifiche OCSE per le competenze o, peggio, allontana e non recupera quasi un adolescente su cinque. Un fallimento formativo che genera povertà d’istruzione, alimentando ulteriormente il circolo vizioso delle povertà: educative, economiche e geografiche. Anche e soprattutto geografiche. Se guardiamo con una lente d’ingrandimento la condizione dei bambini e dei ragazzi che vivono nel Mezzogiorno scopriamo che la nostra preoccupazione si trasforma in dramma. Il Sud, già profondamente impoverito, ha raggiunto la quota impressionantedi mezzo milione di minori nella trappola della povertà assoluta (la metà del totale), con una punta della Sicilia dove il 20% dei minori vive in condizioni di assoluta povertà. E’ proprio per la consapevolezza della crisi che colpisce l’infanzia del Mezzogiorno che nel settembre 2011, in occasione dell’incontro promosso a Napoli dalla Fondazione con il Sud e da Save the Children, tante organizzazioni hanno dato vita a Crescere al Sud. Oggi, a distanza di quasi tre anni, torniamo a chiedere al nuovo Governo, al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministro dell’Istruzione, di tradurre il titolo della Conferenza "Investire sull’infanzia" in atti di governo concreti che affrontino da subito la specifica condizione dei bambini e degli adolescenti del Sud del nostro Paese. E’ fondamentale, dopo anni d’interventi anche giusti, ma insufficienti e isolati, riuscire a coordinare e concentrare gli sforzi per combattere la povertà minorile epromuovere in senso ampio il benessere delle persone di minore età, adottando un approccio universale che si riferisca a tutti i bambini, che consideri l’importanza di intervenire con misure preventive e fin dai primi anni di vita, e con l’obiettivo di combattere le diseguaglianze e promuovere pari opportunità. Crescere al Sud in questi anni di crisi economica e sociale ha sostenuto, insieme a tante altre organizzazioni, che le politiche per l’infanzia debbano essere considerate un presupposto allo sviluppo e alla crescita economica, nella convinzione profonda che rappresentino una condizione indispensabile per garantire benessere, coesione, e sicurezza all’intera comunità. In quest’ottica i finanziamenti per le politiche per l’infanzia e l’adolescenza non devono quindi essere considerati come una "spesa sociale" a perdere, bensì come un investimento, una "buona spesa" capace di generare risparmio e razionalizzazione della programmazione economica. Sottrarre al Patto di Stabilitàinterno gli investimenti per gli asili, le scuole e l’istruzione rappresenterebbe una svolta culturale capace di ridare fiducia nel futuro delle nuove generazioni. Inoltre Crescere la Sud ritiene che le politiche per l’infanzia e l’adolescenza debbano essere considerate e programmate come politiche universali, cioè pensate per tutti e non solo per "gruppi svantaggiati" e debbano essere elaborate come politiche integrate, a partire dal ruolo privilegiato, centrale ed indispensabile - ma non unico - della filiera educativa che deve saper incontrare e coordinarsi con gli interventi di carattere più specificatamente sociale. Infine Crescere al Sud - vasta coalizione di organizzazioni locali e nazionali, radicate sul territorio e rappresentanti allo stesso tempo privato sociale, fondazioni, ordini professionali, singole scuole - rivolge un appello al Governo e alle Regioni del Mezzogiorno affinché i Fondi europei della programmazione 2014-2020 vengano principalmenteimpiegati in azioni di contrasto alla povertà e alla dispersione scolastica e alla promozione dell’inclusione sociale, promuovendo l’accesso ad adeguate risorse per i minori e le loro famiglie, aumentando l’offerta e l’accesso a servizi di qualità e favorendo la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze alle scelte che li riguardano in prima persona. Chiediamo inoltre agli Amministratori delle città del Mezzogiorno di impegnarsi sul proprio territorio per integrare le proprie politiche educative e sociali definendo una chiara strategia di politiche per l’infanzia in grado di garantire a tutti adeguati livelli di servizi, coinvolgendo attivamente le risorse sociali e del terzo settore non tanto e non solo come soggetti a cui delegare l’implementazione dei servizi, ma anche e soprattutto come partner portatori di esperienze, professionalità, idee e proposte. Nella speranza che dopo cinque anni di silenzio la Conferenza che si apre oggi a Bari rappresenti l’inizio di una concreta ecostante attenzione verso i bambini e le bambine che vivono in Italia. Carlo Borgomeo e Raffaela Milano per Crescere al Sud, rete di 47 associazioni promossa da Fondazione con il Sud e Save the Children.
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