Papa Francesco contro i corrotti alla Messa dei politici: “Più difficile che tornino a Dio”
 











“No alla corruzione, agli interessi di partito e ai ‘dottori del dovere’ e ai ‘sepolcri imbiancati’”. È durissimo il monito che Papa Francesco ha rivolto ai 492 parlamentari italiani che hanno partecipato alla Messa mattutina celebrata eccezionalmente all’altare della Cattedra della Basilica Vaticana. Ad ascoltare le parole di Bergoglio anche i presidenti del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, accompagnati dai rispettivi segretari generali, 9 ministri, 19 sottosegretari, 3 parlamentari europei e 23 ex parlamentari. Molti dei quali arrivati in auto blu. Tra i ministri erano presenti Angelino Alfano, Maria Elena Boschi, Stefania Giannini, Maurizio Lupi, Andrea Orlando, Marianna Madia, Beatrice Lorenzin, Roberta Pinotti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
Papa Francesco, non nuovo a richiami contro la corruzione, ha sottolineato che al tempo di Gesù c’era una classe dirigente che si era allontanatadal popolo, lo aveva abbandonato, incapace di altro se non di seguire la propria ideologia e di scivolare verso la corruzione. Dominavano soltanto, ha ricordato Bergoglio, interessi di partito e lotte interne. “Il cuore di questa gente, di questo gruppetto – ha affermato il Papa – con il tempo si era indurito tanto che era impossibile sentire la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore, sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio”.
Papa Francesco ha spiegato ai parlamentari italiani presenti alla Messa che queste persone “hanno sbagliato strada. Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere.Hanno rifiutato l’amore del Signore e questo rifiuto ha fatto di loro che fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c’è posto per il Signore. Nella dialettica della libertà c’è il Signore buono, che ci ama tanto! Invece, nella logica della necessità non c’è posto per Dio: si deve fare. Sono diventati – ha aggiunto Francesco – ‘comportamentali’. Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini che Gesù chiama ‘sepolcri imbiancati’”.
L’invito del Papa ai parlamentari italiani è dunque quello di non diventare “dotti del dovere” e a vivere intensamente questo cammino quaresimale di conversione. “In questa strada della Quaresima – è stato l’appello finale di Francesco – ci farà bene, a tutti noi, pensare a questo invito del Signore all’amore, a questa dialettica della libertà dove c’è l’amore, e domandarci, tutti: ‘Ma, io sono su questa strada? Ho il pericolo di giustificarmi e andareper un’altra strada?’. Una strada congiunturale, perché non porta a nessuna promessa. E preghiamo il Signore – ha concluso Bergoglio la sua omelia – che ci dia la grazia di andare sempre per la strada della salvezza, di aprirci alla salvezza che soltanto viene da Dio, dalla fede, non da quello che proponevano questi ‘dottori del dovere’, che avevano perso la fede a reggevano il popolo con questa teologia pastorale del dovere”.
Una personale interpretazione del pensiero papale è stata diffusa via twitter da Renato Farina, ex parlamentare Pdl di stretta fede ciellina: “I peccatori pentiti sono perdonati. I corrotti no, perché rifiutano di aprirsi all’amore”. Francesco Antonio Grana | 27 marzo 2014
Vaticano, la casta dei politici va a messa da Papa Francesco in auto blu
Ore 6:30, 518 parlamentari sono attesi per una messa (privata) da Papa Francesco: i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso; nove ministri, una truppa di sottosegretari (19), deputati esenatori di schieramenti misti. Dove sono? Un po’ di foschia inghiotte la basilica di San Pietro, i nastri gialli indicano che i parcheggi sono vietati e i vigili con la sigaretta smistano un traffico quasi inesistente. I poliziotti osservano piazza Sant’Uffizio, custodi di un garage di lusso all’aperto. Sirene che riposano, autisti che leggono, motori appena spenti; dieci, venti, trenta, decine e decine di auto blu: indizi inequivocabili, i parlamentari italiani, che vanno ad omaggiare il Papa che predica e pratica povertà, sono già dentro.
E con spietata fatica e incauto esibizionismo, non certo apostoli di parabole, divulgano se stessi su Twitter. Mariano Rabiano (Scelta Civica) vince il premio insonne del 27 marzo, cinguettio delle 5:30: “Sveglia all’alba… alle 7 messa in San Pietro col Papa”. Edoardo Patriarca (Pd) non ha il piglio di un mattiniero, ma la tempra di uomo che apprezza il sacrificio: “Levataccia… ma ne vale la pena”. Emma Fattorini (Pd) provoca un sentimento diumana comprensione: “Assonnati e bagnati i deputati a messa Papa, corsa ai primi posti, speriamo arrivi presto Bergoglio”. Stefano Collina (Pd), spiritualista: “Signore, dove andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”. Ci pensa Roberto Formigoni a sedare le chiacchiere: “Ora col Papa alla S. Messa in San Pietro. Ci sentiamo dopo, ciao”.
Ma Renato Farina, l’ex agente Betulla, fa la diretta: sempre su Twitter, ovvio. Bergoglio ramazza i politici, che ancora in questi giorni cincischiano sul voto di scambio: “I peccatori pentiti sono perdonati. I corrotti no, perché rifiutano di aprirsi all’amore”. Ora, qualsiasi riferimento ai parlamentari indagati o imputati – oppure a Formigoni medesimo su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per corruzione – è puramente casuale. Altro che condivisione in tempo di Quaresima, Bergoglio fa un’omelia durissima: “Al tempo di Gesù c’era una classe dirigente che si era allontanata dal popolo, lo aveva abbandonato, incapace di altro se non diseguire la propria ideologia e di scivolare verso la corruzione”. E poi ancora più severo: “Interessi di partito, lotte interne. Le energie di chi comandava ai tempi di Gesù erano per queste cose al punto che quando il Messia si palesa ai loro occhi non lo riconoscono, anzi lo accusano di essere un guaritore della schiera di Satana”.
I parlamentari ascoltano per 45 minuti, poi vengono congedati. Formigoni batte i colleghi sul traguardo e, dopo aver prontamente concluso una chiamata al cellulare, si concede ai giornalisti. Scorrono le sagome di Antonio Razzi, Mimmo Scilipoti, Roberto Speranza, Mariastella Gelmini, Umberto Bossi, il ministro Stefania Giannini e, più tardi, il presidente Laura Boldrini. Dieci minuti, la politica torna a palazzo. Ore 8:30, piazza del Sant’Uffuzio liberata. Dalle auto blu.i Carlo Tecce-ilfatto-27 marzo 2014

 









   
 



 
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