Riprendersi le piazze
 











Un momento come questo è sicuramente difficile, doloroso segnato dallo smarrimento identitario e dalla crisi economica che rende anche le feste più belle e caratteristiche fortemente amare per tanti italiani. Ma questo è relativamente drammatico. Il vero dramma è che oggi il popolo italiano non ha più amici al governo. Chi siede in parlamento è membro di una casta di mantenuti e succhia soldi, e non è interessato alle sofferenze di chi gli ha dato tanti privilegi.
Le direttive della finanza internazionale deliberano del destino delle persone, alla stregua di pacchetti di azioni da lanciare sul mercato. Ma è anche un momento estremamente positivo e lo è poiché nella storia della civiltà, come nelle singole storie di ogni popolo, sono stati i momenti di profonda crisi a determinarne il riscatto. E non è retorica è un fatto. Guardiamo a paesi come la Cina e l’India. Invasi, colonizzati, espropriati della loro sovranità. Eppure, mantenere delletradizioni , un a cultura propria, una fede comune e una fierezza li ha salvati.
Guardiamo a tutte le volte che l’Europa è stata minacciata di invasione. Dalle Termopili all’assedio di Vienna. Sembrava finita, i fasti di popoli decadenti sembravano avviare in un sepolcro eterno quei popoli che poi hanno invece trovato, difronte al pericolo di estinzione, il coraggio e il collante per sconfiggere il potente invasore.
Ora sicuramente la morsa della crisi che miete vittime tra tanti italiani è una prova terribile, ma è una prova che non sta più ingenerando rassegnazione, bensì desiderio di riscatto. E’ una prova che non porta più l’uomo ad accettare il sistema ma bensì a volerlo cambiare, a comprendere che il liberismo non è il migliore dei modi di gestire l’economia, ma solo il miglior modo di aumentare la sperequazione. Ed ora alcuni politicanti propongono di andare avanti sullo Ius Soli. Certo perché saremmo un popolo tanto ricco da poter dare ancora meno assistenza sociale agliitaliani chiaramente in difficoltà, e di poter pensare a dare case cibo gratis e sussidi ad altre persone. Oltre al fatto che creeremmo una fantastica porta d’accesso per l’Europa per milioni di clandestini che, arrivando con una partoriente sul nostro suolo, otterrebbero il diritto di rimanere con il nuovo cittadino e dunque potrebbero spostarsi in tutta Europa liberamente.
M lo Ius Soli non crea in realtà un problema solo d’ingresso, ma insinua il multiculturalismo. Ed il multiculturalismo uccide i popoli. Gli stati multiculturali si sgretolano. Ormai avviene anche negli Stati Uniti, dove in interi quartieri di grandi città si parla più spagnolo che inglese. La Roma antica è caduta sotto la pressione del multiculturalismo. E sempre in favore di quelle componenti che mantengono la propria identità. Ora in Europa il problema è con gli islamici, che sono nettamente incompatibili con la tradizione europea. Ma questa falsa sinistra di buonisti e libertini è sicura di ottenere milionidi voti e di viverne di rendita per i prossimi decenni. Come se non si rendessero conto questi signori che i loro programmi sono inconciliabili con l’Islam. Io ancora mi chiedo come possa un islamico accettare per esempio le unioni omosessuali? E debbono spiegarmelo questi signorini in giacca e cravatta che pretendono il voto degli operai, quando storcono il naso solo a sentire l’odore di grasso delle catene di montaggio di una fabbrica.
Il momento è certo difficile ma ingenera nel popolo l’odio verso chi lo tradisce e il sentimento di rivalsa sull’oppressore. Ora sta agli italiani tornare a fare politica, come già sta avvenendo. Riprendersi le piazze, non abdicare la sovranità nazionale in nome del menefreghismo che è ciò che ha fatto la fortuna dei politicanti asserviti al capitale apolide. Chi oggi non si preoccupa dei problemi che potrebbero estinguere il proprio popolo non è un semplice disinteressato o disilluso della politica. E’ un traditore dei propri padri, un vigliaccoche dimentica il futuro dei propri figli. Oggi il paese è diviso in due blocchi: chi sta col popolo e chi appoggia l’oppressione. Chi rimane in panchina è un nemico dell’Italia quanto l’oppressore. Alessandro Scipioni









   
 



 
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