Le direttrici di Le Monde e del New York Times: a sorpresa si dimettono
 











Dopo la Casa Bianca, il New York Times. Dopo il presidente nero, ecco il primo direttore afroamericano al vertice del più importante e autorevole quotidiano Usa. Il paragone può sembrare esagerato, di certo la barriera razziale che Barack Obama riuscì a infrangere in quello storico novembre del 2008 resterà negli annali. Ma a fronte del potere esecutivo, il Quarto Potere dei media ha sempre avuto un ruolo formidabile come "guardiano" della legalità, e degli interessi dei cittadini. Perciò l’arrivo alla direzione dell’afroamericano Dean Baquet, finora vicedirettore vicario, è talmente clamoroso da "oscurare" la notizia delle improvvise dimissioni di Jill Abramson: che a suo tempo fu anche lei una pioniera, la prima donna a dirigere il grande giornale il cui grattacielo all’angolo tra la Quinta Avenue e la 41esima Strada porta la firma di Renzo Piano.
Lo scoop... su se stessa, lo ha fatto naturalmente la redazione del New York Times (che qui vienechiamato Times e basta: per gli americani non c’è possibile confusione con la testata londinese di proprietà di Rupert Murdoch). Pochi minuti dopo le 14.30 ora locale, le 20.30 in Italia, dalla riunione di redazione è partito il primo annuncio sul sito dello stesso giornale. L’aveva dato l’editore, Arthur Sulzberger Jr., davanti alla direzione e ai capiredattori. Nei primi resoconti gli stessi cronisti del Times definiscono "inattese" le dimissioni della Abramson. Ex inviata che si era fatta una reputazione nel giornalismo d’inchiesta, ex caporedattrice dell’ufficio di Washington, Jill Abramson era stata chiamata nel 2011 a sostituire Bill Keller alla direzione. In questi tre anni ha attraversato una prova difficile: il Times è stato all’avanguardia in una serie di esperimenti nell’informazione digitale.
Arricchimento tecnologico del sito, con l’uso sempre più esteso di videocronache di alta qualità. Ma anche la ricerca di un nuovo modello di business economicamente sostenibile,con l’introduzione graduale di "paywall", mini-pagamenti con una sorta di tassametro, che scatta dopo l’accesso a un numero limitato di articoli gratis. Un esperimento che è stato condotto per forza di cose sullo sfondo di altri sconvolgimenti: l’eredità della crisi economica del 2008 ha lasciato tracce nel fatturato pubblicitario di tutta la stampa; i lettori si convertono sempre più velocemente ai supporti digitali (smartphone e tablet); testate gloriose, da Newsweek al San Francisco Chronicle, sono estinte o vicine alla scomparsa. Di certo il triennio alla guida del Times è stato duro per Jill Abramson, aggravando i suoi problemi di salute: causati da un terribile incidente che lei stessa ha rievocato pochi giorni fa sul giornale.
Venne investita da un furgone FedEx mentre attraversava un passaggio pedonale sotto la sede della redazione. Fu in bilico tra la vita e la morte. Non ha mai smesso di fare i conti con i postumi fisici e psicologici di quel trauma. Raccontandolo sulTimes, ha lanciato una grande inchiesta sulle vittime di incidenti stradali per le vie di Manhattan. "Ho amato la mia esperienza al Times - è stato il suo commiato - ho lavorato coi migliori giornalisti del mondo".
Baquet assume la direzione all’età di 57 anni. E’ già stato direttore, sull’altra costa, al timone del Los Angeles Times. Ha vinto un premio Pulitzer. "E’ un onore - ha detto accettando l’incarico - guidare l’unica redazione del paese che è veramente migliore oggi di quanto fosse una generazione fa, e che si avvicina ogni giorno al mondo con meraviglia e ambizione".dal nostro corrispondente Federico Rampini,repubblica
Francia: dopo le polemiche in redazione, si dimette la direttrice di Le Monde
 Era stata nominata appena un anno fa, prima direttrice donna di un quotidiano in Francia. Nathalie Nougayrède ha rassegnato stamattina le dimissioni dalla direzione di Le Monde, prendendo atto della sfiducia nei suoi confronti da parte della redazione.La settimana scorsa sette degli undici capiredattori del giornale si erano dimessi per protestare, tra l’altro, contro un piano di mobilità di una cinquantina di colleghi tra sito web e quotidiano, ma anche sui metodi definiti "autoritari" della direttrice. Quarantasei anni, grande inviata di Esteri in Russia e nell’Europa dell’Est, Nougayrède era stata nominata nel marzo 2013, ottenendo quasi l’80% dei consensi. Ma le difficoltà del quotidiano fondato settant’anni fa, le cui vendite sono calate ancora del 4,4% l’anno scorso, e i nuovi tagli chiesti dagli azionisti (il "trio" Xavier Niel, Pierre Bergé, Matthieu Pigasse) hanno rapidamente deteriorato le relazioni tra direzione e redazione.
Qualche giorno fa, i due vicedirettori scelti da Nougayrède, Vincent Giret e Michel Guerrin, avevano detto di voler lasciare l’incarico. E stamattina è arrivato l’annuncio di Nougayrède secondo cui manca ormai la "serenità" per portare a termine le varie riforme del giornale: integrazioneweb/carta, restyling del quotidiano, nuova edizione mattutina per gli smartphone. Da giorni era in corso un tentativo di mediazione, con l’aiuto del presidente del direttorio, Louis Dreyfus. I negoziati sono falliti, anche perché Nougayrède non ha accettato di avere imposti alcuni nomi per formare la sua nuova squadra. "La volontà di certi membri di Le Monde di ridurre drasticamente le prerogative del direttore del quotidiano  -  ha spiegato in un comunicato diffuso all’Afp - è per me incompatibile con il perseguimento della mia missione". Nougayrède ha anche denunciato "attacchi diretti e personali" contro la direzione.
"Venendo meno un rapporto di fiducia, non posso più continuare" ha concluso. A breve, dovrebbe essere nominato un direttore ad interim. Il secondo in meno di due anni. Già nel novembre 2012, quando era morto all’improvviso Erik Izraelewicz, l’editorialista Alain Frachon aveva traghettato il giornale fino alla nomina di Nougayrède. I tre azionisti dovrannoora rapidamente trovare una nuova guida per il giornale che hanno acquistato nel 2010, quando i giornalisti, un tempo proprietari della testata, si sono dovuti rassegnare a cedere definitivamente la maggioranza delle azioni. Per ironia del destino, due dei principali quotidiani francesi  -  Le Monde e Libération  -  si ritrovano in questo momento senza più direttore. Nicolas Demorand, che guidava il giornale fondato da Jean-Paul Sartre, se n’è andato nel febbraio scorso e non è stato ancora trovato il suo sostituto.  o corrispondente Anais Ginori,repubblica

 









   
 



 
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