Inquinamento indoor
 











Ad oggi, in Italia non c’è una normativa di riferimento rispetto al tema dell’inquinamento ’indoor’, cioè negli ambienti interni e confinati, quali case, scuole, edifici e mezzi pubblici e luoghi di lavoro. Ad affermarlo è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che, nella giornata odierna, ha organizzato un workshop dal titolo “La qualità dell’aria indoor: attuale situazione nazionale e comunitaria”. Durante questo evento, il Gruppo di Studio Nazionale (GdS) “Inquinamento indoor” dell’ISS farà il punto sulla qualità dell’aria indoor nel nostro paese, anche tenendo conto della situazione europea, e sottolineerà l’importanza delle attività di prevenzione e controllo dell’inquinamento in questi ambienti. Alla manifestazione partecipano rappresentanti di Ministeri, Enti di ricerca, Regioni e Università (Ministero della Salute, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ConsiglioNazionale delle Ricerche ed altri Enti).
Un tema, quello dell’inquinamento indoor, che negli ultimi anni ha riscontrato una sempre maggiore risonanza, sia per gli aspetti di natura economica (politiche di efficienza energetica) che per quelli di natura igienico-sanitaria, sottolinea l’ISS, il cui gruppo GdS illustrerà i principali documenti di riferimento elaborati sul tema.
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Gli obiettivi principali di questo lavoro consistono nel fornire un quadro di riferimento nazionale sull’inquinamento indoor, pianificare metodologie per rilevare i principali inquinanti, adeguare l’Italia agli standard comunitari sull’esposizione della popolazione ad agenti chimici e biologici all’interno degli ambienti.
Attualmente, infatti, “le maggiori informazioni relative ad alcuni valori guida o di riferimento, da utilizzare per un primo confronto, sono quelli che possono essere reperiti nella letteratura scientifica o nella normativa di altri Paesi europei, o ancora quellielaborati dall’OMS”, spiega l’ISS. Il Gruppo, infatti, si sta occupando dell’adeguamento normativo dell’Italia agli standard europei.
 “Pertanto è ormai maturo adeguare il quadro normativo italiano di riferimento con l’emanazione di specifiche linee guida nazionale. L’obiettivo è quello di avere indicazioni che possano costituire un punto di riferimento omogeneo per tutti gli operatori presenti sul territorio nazionale (tempi e procedure da utilizzare, limiti o standard da adottare) che si trovano chiamati a rispondere sull’tema dell’inquinamento in ambienti di vita”.
“E’ molto importante mantenere la periodicità di tali incontri”, spiega Sergio Fuselli, Coordinatore del Gruppo di Studio, in sintonia con le attività scientifiche del Dipartimento Ambiente, “con la comunità scientifica ed operatori del settore sanitario al fine di mantenere l’attenzione sulla tematica fornendo strumenti di carattere tecnico-scientifici che possano contribuire ad adeguare il quadro normativonazionale a quello di altri Paesi europei che da tempo hanno già introdotto le indicazioni elaborate dall’OMS sul tema”.
In particolare, l’attività del Gruppo di Studio Nazionale (GdS) “Inquinamento indoor” ha riguardato lo sviluppo di strategie di monitoraggio sui composti organici volatili in ambiente indoor e sull’inquinamento di origine biologica dell’aria.
Poi, un’analisi critica delle attuali conoscenze sulla presenza di CO2 e H2S in ambienti indoor-residenziali. In tempi più recenti, ha iniziato a valutare strategie di monitoraggio del materiale particellare e della sua caratterizzazione chimica, di fibre e amianto, dei processi di combustione in ambienti di vita e sta studiando l’influenza dei parametri microclimatici sull’inquinamento indoor.









   
 



 
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