Un Floris per una volta ammusonito e fuori dal mainstream, un Santoro che sorride d’entusiasmo, un Ferrara che addirittura fa gridare al suo “Foglio” un tonitruante “eccheppalle”. Non c’è che dire, il renzismo che vola al 40 per cento e, contemporaneamente, la scomparsa di Berlusconi dai radar stanno producendo – anche nell’informazione - l’effetto del Ddt spruzzato sulle formiche. D’improvviso veloci, in direzioni nuove, forse inesplorate. Aiuta pure, ad aizzare il clima, la circostanza che proprio in questi giorni si stiano definendo i palinsesti Rai del prossimo autunno, il primo d’era renziana, ma quello in fondo è un dettaglio. Quando Giuliano Ferrara, in un editoriale come di costume anonimo sul Foglio, grida “eccheppalle”, spiegando che “anche il garantismo fogliante più spericolato comincia ad avere le vertigini e le allucinazioni”, viene il dubbio che davvero il ventennio di B. sia definitivamente andato. Con uno scrollone dispalle dei suoi, e senza tanti giri di parole il direttore infatti garantisce che lavorerà per la “corretta storicizzazione dell’Amor Nostro” e intanto pre-ammanetta di fatto, in via cautelativa, pure il forzista Giancarlo Galan sul quale il Parlamento si deve ancora pronunciare. E lo fa senza parrucche, rossetti, rap, sniffate e cinema occupati. E’ il tempo della rabbia secca e cortese: “Adesso la vediamo così: smettetela di rubare, per favore, tregua; oppure la smettano di arrestarvi e vi lascino delinquere in pace”. Un gesto isolato? Non esattamente. Nel giro di poco alcune colonne del sistema informativo hanno iniziato a girare vorticosamente, alla ricerca di equilibri e direzioni non per forza nuove, ma comunque diverse. Effetto onda renziana, bene o male. Metti Michele Santoro. Concettualmente si trova sul parallelo inverso di Ferrara almeno dai tempi di Tangentopoli. Quello del giustizialismo con tendenze manettare, a sintetizzarla coi rimproveri di taluni. E però anchelui, adesso, si ritrova con qualcosa da inventarsi, dopo la dipartita di Berlusconi, Signore dell’Editto bulgaro prima, e Intrattenitore della gag della poltrona da spolverare ad Anno Zero poi. E allora, Welcome Matteo, spiega Santoro in una intervista a Repubblica. Ma sì, in fondo può essere lui il vendicatore delle tante offese subite ai tempi della Rai, la mamma che tra la cacciata e l’autoesilio il conduttore lasciò tre anni fa con liquidazione milionaria. Adesso, conviene Santoro, nella tv pubblica c’è un “drammatico deficit di qualità”: avanti dunque, “questa scossa può essere un’opportunità”, bravo Renzi, speranza dell’Italia onesta, contro la Rai spendacciona. Anche al Fatto, del resto, il post europee ha rinforzato la distanza tra la linea filo-grillina del duo cartaceo Travaglio- Padellaro, e quella filo Pd dell’online di Gomez. Quanto a Santoro, si finirà per dire, come ogni anno, che è prossimo al rientro a viale Mazzini, tanto più adesso che a La7 non c’è più PaoloRuffini e a Palazzo Chigi invece c’è Renzi. Chissà. Aggiungasi a tutto questo il caso Floris. Conduttore dal ghigno sempre affabile, e stavolta invece controcorrente, o almeno fuori dal carro. Pericolosissimo il battibecco con Renzi in diretta sui costi della Rai sotto elezioni, schermaglie con la Bonafè anche martedì scorso in trasmissione, si trova nell’occhio del ciclone anche per i rumors che adesso lo danno alla volta di Mediaset, con un ingaggio che quanto meno gli garantisca l’esistente vista l’aria che tira a Saxa. Mediaset per ora smentisce (e ci mancherebbe che confermasse una trattativa in corso), ma negli ambienti televisivi l’ipotesi è data tutt’ora per buona, e comunque la tensione è visibile. Che Renzi, d’altronde, conosca il mare in cui nuota, lo racconta non soltanto la cordialità che accorda o meno in conferenza stampa, con precisione millimetrica, quando si tratta di chiamare o no col nome di battesimo i giornalisti delle varie testate. Ma anche la velocitàcon la quale, lui regnante, l’Unità s’inabissa ed Europa invece sale, sale, sale.Susanna Turco,l’espresso
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