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AAA cercansi medici disperatamente, le Asl in emergenza aprono ai privati
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Medici privati tra i corridoi e nei reparti degli ospedali pubblici. Il sistema sanitario regionale, sempre più a corto di personale, chiama in aiuto i rinforzi dall’esterno pur di garantire l’assistenza ai pugliesi. Lo fa bandendo un concorso per cercare medici singoli o in cooperativa che permettano di coprire turni di pronto soccorso o di ostetricia e di smaltire le lunghe liste d’attesa. Veri e propri pacchetti di prestazioni aggiuntive da acquistare e dare in affidamento diretto entro il mese di luglio. Vince chi fa l’offerta migliore. Accade nell’Asl di Lecce dove il direttore generale Waldo Mellone la settimana scorsa ha inviato una nota ai sindacati per informarli della novità. "Questa azienda - è scritto nella nota - sta promuovendo sollecitazione al mercato con richieste di manifestazione di interesse per la fornitura dei seguenti servizi alle unità operative ospedaliere: turni complessivi per 1216 ore al mesenell’unità di pronto soccorso, 456 ore in ostetricia e ginecologia, 152 ore in nefrologia e dialisi e 252 più 720 ore in sala operatoria". L’obiettivo è quello di ottenere almeno otto medici di pronto soccorso, tre ostetriche, due anestesisti, un pediatra, un nefrologo e due équipe da sala operatoria composte da due medici e sei infermieri. Costo totale della manovra, circa 150mila euro per coprire il periodo estivo fino ad agosto. "La misura - è scritto ancora nella nota dell’Asl - si è resa necessaria in ragione delle note carenze di personale che, in assenza di interventi di sostegno, non consentono, in molti contesti organizzativi, la regolare fruizione delle ferie nella misura programmata. È altresì finalizzata allo smaltimento straordinario di liste d’attesa operatorie nelle specialità di maggiore affluenza sull’ospedale di Lecce". La decisione dell’Asl ha scatenato l’immediata reazione dei sindacati. L’Aaroi Emac Puglia ha diffidato l’aziendadall’avviare la manifestazione di interesse sul mercato perché "appare in palese contrasto con la normativa vigente - dice il segretario Antonio Amendola - prima di procedere con questa scelta bisognerebbe verificare l’effettiva impossibilità di utilizzare le risorse umane disponibili all’interno dell’Asl per svolgere queste ore aggiuntive". Ma Amendola dice di più e teme che la scelta della dirigenza dell’azienda sanitaria locale leccese snaturi la missione del sistema sanitario pubblico: "I professionisti assunti in questo modo sarebbero esterni a un sistema già avviato, non risponderebbero al responsabile del reparto e avrebbero difficoltà a rapportarsi con gli stessi colleghi dipendenti dell’azienda. Questa soluzione non può che essere estrema e assolutamente provvisoria. A meno che non si voglia dare in sub appalto tutta la sanità pugliese". Ma il direttore sanitario dell’Asl leccese difende la scelta drastica e ne spiega i motivi: "Ci troviamo in unaterra di mezzo, in una fase in cui la nostra macchina per le assunzioni di personale è al massimo, la spesa per il tempo determinato è ormai al limite e non troviamo disponibilità di personale specialistico. In pronto soccorso abbiamo carenze gravissime, dobbiamo mantenere aperti i punti nascita di Casarano e Gallipoli e stiamo attivando due sale operatorie aggiuntive nell’ospedale di Lecce. In attesa di ottenere nuove deroghe, non potevamo permetterci di lasciare questi vuoti nei nostri ospedali. Si tratta di una situazione straordinaria".Antonello Cassano,repubblica
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