Giornalisti, la protesta dei freelance sotto la sede Fnsi
 











Il contratto nazionale dei giornalisti, firmato lo scorso 24 giugno, continua a dividere la categoria. A Roma il malumore dei cronisti è sfociato in una manifestazione davanti alla sede della Federazione nazionale della stampa, una protesta rivolta in particolare contro quello che viene definito "l’iniquo compenso". Il riferimento è a quella parte dell’accordo che stabiliva l’importo minimo per le collaborazioni giornalistiche. Sono giudicati del tutto insufficienti i 250 euro lordi al mese, o tremila euro l’anno, per una collaborazione con un quotidiano nazionale.
I giornalisti hanno chiesto le dimissioni del segretario della Fnsi Franco Siddi, che ha finora sempre difeso a spada tratta l’accordo e anche i parametri dell’equo compenso per i giornalisti che lavorano senza contratto. “Per me è solo un traguardo minimo, non un equo compenso” aveva detto Siddi qualche giorno fa, difendendo una scelta che ha permesso di bloccare "l’attacco contro lacontrattazione collettiva". Un accordo che, aveva ricordato Siddi, era "il massimo possibile", e rappresenta "il primo contratto che costringe la controparte ad assumere il modello contrattuale per tutta la professione".
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha intanto votato a maggioranza una delibera per impugnare davanti al Tar l’accordo sull’equo compenso sottoscritto da governo, Federazione nazionale della stampa, Federazione italiana editori giornali e Inpgi. La proposta è stata avanzata dal presidente nazionale dell’Odg Enzo Iacopino ed è stata motivata con "la volontà di tutelare i diritti dei più deboli mortificati dall’accordo raggiunto da Fnsi e Fieg".
In più Poligrafici e giornalisti dell’Unità, tra cui il direttore Luca Landò, chiedono al presidente del Consiglio e al nuovo editore Matteo Fago di scongiurare la chiusura del quotidiano fondato da Gramsci. Fago - divenuto socio di maggioranza circa un anno e mezzo fa - dopo il salvataggio del giornaledalla chiusura, nelle sue ultime dichiarazioni ha lasciato intendere che il gruppo è in grado di poter superare la crisi. La liquidazione della Nie Spa, società che edita L’Unità, è stata, secondo Fago, un passaggio inevitabile, segno di un nuovo inizio sia dal punto di vista imprenditoriale che ideale. Il Cdr (sindacato interno) non è dello stesso parere e in un comunicato diffuso poche ore fa scrive che se entro la fine di luglio non si manifesterà un’offerta di acquisto della società Nie, l’Unità potrebbe chiudere a fine mese.

 









   
 



 
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