AgCom, il rapporto annuale: "Editoria a picco, calo della pubblicità, scende anche internet"
 











Numeri neri quelli presentati nel rapporto dell’Autorit¨¤ per le tlc nella conuseta relazione annuale relativa al 2013. Prosegue la contrazione del settore dei servizi di comunicazione (tlc, radio, tv, poste, editoria e internet), i cui ricavi sono scesi a 56,1 miliardi, in calo del 9% sul 2012. E’ quanto rileva , ricordando che, oltre alla crisi, pesa il calo dei prezzi, in picchiata del 44% negli ultimi 15 anni. L’editoria, quotidiana e periodica, ha perso nel 2013 quasi 700 milioni di ricavi. Quelli dei quotidiani passano da 2,5 mld del 2012 a 2,3 mld del 2013. I periodici da 2,8 mld a 2,3 mld. Il fatturato dei quotidiani ¨¨ sceso del 7%, quello dei periodici il 17,2%.  Cifre ormai lontane dai 3,1 miliardi del 2009: nel 2012 restano stabili i ricavi da vendita di copie (-0,48% a quota 1 miliardo 162 milioni), a pesare ¨¨ il calo della pubblicit¨¤ (-13,17% a quota 983 milioni). I ricavi da collaterali perdono il 16,53%, ora aquota 107 milioni. Per quanto riguarda i periodici dal 2010 ¨¨ andato in fumo oltre un miliardo di ricavi (da 3,4 miliardi a 2,3 miliardi). L’anno scorso i ricavi da vendita di copie sono scesi del 13% (1,6 miliardi a 1,4 miliardi), la pubblicit¨¤ del 24,1% (da 1 miliardo a 766 milioni), i collaterali del 21,3% (da 167 a 131 milioni).
Anno negativo quindi anche per la pubblicit¨¤: il calo dei ricavi complessivi rispetto all’anno precedente ¨¨ stato del 10,9%, da 8,3 miliardi a 7,4 miliardi. Crollano periodici (-24,1%) e quotidiani (-13,2%), ma vanno male anche tv (-10,1%) e cinema (-7%). La radio perde il 6,4%. Scende per il primo anno anche Internet (-2,5%). "L’Italia mostra segnali di debolezza nello sviluppo e penetrazione di reti digitali di nuova generazione e di accesso ai servizi pi¨´ innovativi", dice il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, sottolineando che "sebbene nell’ultimo anno si sia parzialmente ridotto il divario digitale dell’Italia rispetto alla mediaeuropea, molti sforzi restano da compiere e in questo comune obiettivo l’Autorit¨¤ continua a fare la sua parte".
Nuove norme per Over the top e Big Data. La richiesta di Cardani al Parlamento ¨¨ quindi relativa alla regolamentazione del settore digital. Secondo il presidente AgCom "E’ necessaria una riflessione sulla nuova stagione della ’regolazione 2.0’", in materia di nuovi servizi Internet, ruolo degli Over the top, "Internet delle cose, Big e Open Data".  Cardani ha spiegato che "occorre interrogarsi sull’eventuale cambiamento dell’approccio regolamentare" per cogliere "l’effettiva portata dell’ingresso degli Over The Top sui mercati delle telecomunicazioni, oltre che su quelli dei media" ed ha ricordato che "da pi¨´ parti, in sede internazionale e nazionale, viene con sempre pi¨´ forza la richiesta di stabilire una parit¨¤ di obblighi tra i diversi soggetti attivi dal lato dell’offerta".
"Ad ogni modo - ha aggiunto -, le autorit¨¤ di regolazione hanno di fronte lasfida di analizzare e definire quali siano le questioni, le competenze e gli strumenti posti dalla regolazione di internet o meglio, delle diverse articolazioni cui essa d¨¤ luogo: oltre alla disciplina del diritto d’autore online, si pongono temi di enorme rilievo, quali ad esempio, come accennato, la tutela dei minori, la sicurezza delle reti, il pluralismo dell’informazione, l’eventuale disciplina della net neutrality, la regolazione delle piattaforme e dei servizi machine to machine, delle piattaforme che utilizzano le apps, o, pi¨´ ampiamente, della cosiddetta internet delle cose".
Par condicio. Cardani interviene anche sulla legge per la par condicio, che "Denuncia sempre maggiori ed evidenti criticit¨¤ applicative, specie nei periodi elettorali, rispetto alle quali ¨¨ certamente auspicabile un nuovo intervento del legislatore che possa coniugare la irrinunciabile esigenza di assicurare una efficace tutela del pluralismo informativo, con l’evoluzione del panorama mediatico epolitico". Cardani ha ricordato che "l’Autorit¨¤, alla fine del 2013, ha avviato un processo di revisione della disciplina attuativa della legge medesima per il periodo non elettorale al fine di tenere conto dei cambiamenti intervenuti nelle modalit¨¤ di fruizione del mezzo radiotelevisivo e nei format dei programmi". Il presidente Agcom ha quindi sottolineato che "la comunicazione politica, genere sul quale il legislatore del 2000 aveva costruito il "baricentro" della par condicio, rappresenta in effetti un veicolo di informazione ormai superato: i dati di ascolto evidenziano una scarsa attenzione del pubblico verso questa tipologia di programmi". "Di contro - ha proseguito -, ¨¨ cresciuta l’attenzione per i telegiornali e per i programmi di approfondimento che, prendendo le mosse da fatti di attualit¨¤, sono realizzati con format nuovi che attraggono l’interesse del pubblico per il tipo di confronto proposto". "I compiti di vigilanza di cui l’Autorit¨¤ ¨¨ investita - ha aggiuntoCardani - sono divenuti, inoltre, via via pi¨´ complessi in ragione, da un lato, dell’evoluzione delle modalit¨¤ di fruizione del contenuto radiotelevisivo, e dall’altro, della "incontrollabile" frammentazione partitica, ben lontana dal bipolarismo che aveva ispirato la disciplina del 2000". "Il mutamento di scenario cui ho fatto cenno - ha concluso - richiede una profonda riflessione del legislatore, volta ad adeguare l’impianto normativo al nuovo quadro mediatico e politico di riferimento. In questo senso, procederemo quanto prima ad inviare una segnalazione al Governo evidenziando gli specifici profili di criticit¨¤ della disciplina vigente"


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