Basta poco perché una guerra fredda si trasformi in conflitto aperto. Soprattutto quando si combatte nel cuore d’Europa con l’uso di armi potenti. Le prime ipotesi sulla tragedia del volo sembrano confermare questo terribile scenario. E rischiano di far piombare il mondo in un incubo senza precedenti. Il Boeing 777 della Malaysian Airlines decollato da Amsterdam per Kuala Lumpur con 298 persone a bordo si è schiantato in prossimità del confine tra Ucraina e Russia. I relitti sono stati segnalati a Torez, nei pressi di Shakhtersk, a 40 chilometri dalla frontiera. Proprio in una delle zone dove da mesi l’esercito di Kiev si scontra con la resistenza delle milizie filo-russe. Una battaglia che è passata dalle scaramucce a colpi di kalashinikov ai raid di elicotteri e caccia ucraini, con un frequente uso di armi terra-aria da parte dei ribelli. L’aereo di linea era in volo ad una quota di quasi 10 mila metri. Secondo le prime dichiarazioniufficiali provenienti da Kiev, non si è trattato di un incidente ma è stato abbattuto. Una versione confermata anche da Alexander Borodai, leader dei separatisti. E c’è una certezza: i missili contraerei portatili usati dagli insorti non possono arrivare a quell’altezza. Se si è trattato di un atto bellico, è stato condotto con un sistema più potente e sofisticato. Come quelli in dotazione all’arsenale di Mosca. Sulla sua pagina Facebook, un funzionario del ministro degli Interni ucraino ha scritto che è stato colpito da «un missile partito da un lanciatore Buk». Si tratta di un semovente contraereo molto potente, prodotto dall’Urss a partire dal 1979 e sottoposto ad aggiornamenti nel corso degli anni. Le prime versioni, chiamate in codice Nato Gadfly, potevano arrivare fino a 11 mila metri di altezza; le successive sono state potenziate per essere letali anche a 24 mila metri. L’Associated Press ha dichiarato che uno dei suoi giornalisti martedì ha visto un semovente di questotipo nei dintorni della città di Snizhe, a pochi chilometri dal punto dove è precipitato il Boeing malese, fotografato mentre veniva trasportato al fronte dalle truppe governative ucraine Si tratta di uno dei centri della zona di Donesk in mano agli insorti filorussi. Martedì mattina le case di Snizhe sono state bersagliate da un bombardamento aereo, che ha distrutto un palazzo di uffici e alcuni uffici provocando undici morti. Un attacco smentito da alcune delle autorità ucraine e ammesso da altri, nell’intreccio di notizie e propaganda che rende difficile la ricerca della verità. La stessa confusione che regna intorno all’abbattimento di un altro velivolo, un Antonov ucraino distrutto lunedì scorso sempre nella zona contesa. Anche in quel caso, si è aperta una discussione sulla paternità dell’azione. Si ritiene infatti che il cargo fosse a una quota di 6500 metri, fuori dal raggio di azione dei missili portatili che la guerriglia filorussa impiega dall’inizio della rivolta. Perquesto il governo di Kiev aveva accusato l’aviazione russa di averlo abbattuto con uno dei suoi caccia. Questo precedente lascia il campo aperto a due ipotesi sulla sorte del Boeing malese. La prima è che i ribelli dispongano dei micidiali semoventi contraerei Buk e abbiano fatto fuoco convinti l’aereo civile fosse un mezzo militare ucraino. Come hanno ottenuto i missili? L’arma è stata fornita da Mosca, che sostiene gli insorti con equipaggiamenti e consiglieri militari, favorendo anche l’arrivo nella regione contesa di volontari e reduci provenienti da tutta la Russia? Oppure è uno degli apparati in dotazione all’esercito ucraino che sono stati catturati dai guerriglieri? L’altra è che il missile sia stato sparato dalle batterie ucraine, schierate in zona dopo il caso dell’Antonov per impedire incursioni degli stormi di Mosca. Ma appare meno probabile: è difficile che la difesa aerea di Kiev abbia confuso bersaglio, anche se la qualità media dei suoi ranghi è bassa. Unarisposta potrà venire dai satelliti americani e dai radar della Nato, che tengono sotto stretta sorveglianza la zona degli scontri. Anche se c’è da aspettarsi una versione opposta del governo russo. Ma il timore che il confronto tra l’Occidente e Mosca sia arrivato a un punto di svolta è fortissimo: dopo la notizia dell’aereo precipitato, tutte le Borse del mondo a partire da Wall Street hanno cominciato a perdere. Il presidente Obama ha interrotto la sua visita ufficiale per avere aggiornamenti sulla situazione. Gli è stata preannunciata una telefonata di Putin. Un tentativo di mantenere vivo il dialogo in un momento di tensione drammatica per le sorti del pianeta. Gianluca Di Feo,l’espresso
|