Famiglia Cristiana: -Non possiamo tacere la nostra opposizione-
 











Dopo le polemiche della scorsa settimana, le accuse di ’cattocomunismo’, le parole di padre Lombardi della sala stampa vaticana, ’Famiglia Cristiana’ torna a parlare in un editoriale dal titolo ’Autonomia di giudizio ma sempre fedeli alla Chiesa’ che verrà pubblicato sul prossimo numero in uscita mercoledì.
Non abbiamo “mai preteso di ’esprimere la linea politica della Santa Sede e della Cei", puntualizza il settimanale dei Paolini. Ma "abbiamo ritenuto di non poter tacere la nostra opposizione e accettare l’invito a restare ’super partes’".
Nell’editoriale ’Famiglia Cristiana’ spiega come la linea seguita dalla direzione sia stata quella "di conformarsi al detto ’in certis oboedientia, in dubiis libertas’, confermato dal Vaticano II: totale, appassionata fedeltà alla dottrina della Chiesa, libertà di giudizio sulle vicende politiche e sociali fin dove non toccano i principi e i valori ’irrinunciabili’ che discendono dal Vangelo".
"Bastino-si ricorda nell’editoriale- due esempi tra tanti: i progetti avanzati dal governo di Romano Prodi circa la legittimazione delle coppie di fatto e la proposta dell’attuale ministro Maroni di rilevare le impronte digitali ai bambini rom. In entrambi i casi abbiamo ritenuto di non poter tacere la nostra opposizione e accettare l’invito a restare ’super partes’, che di tanto in tanto ci viene rivolto anche da un certo numero di nostri lettori".
"Nel giornalismo - sottolinea ancora il giornale diretto da don Antonio Sciortino - ’super partes’ è poco più di un modo di dire, applicabile molto raramente, se non ci si vuole rassegnare al silenzio. A meno che, cent’anni dopo, non si voglia ripristinare per i cattolici il ’non expedit’. La democrazia è esattamente il contrario: esprimere in piena libertà i propri giudizi critici, in base a principi e valori, nel nostro caso quelli cristiani, condivisi da molti cittadini".
‘Famiglia cristiana’ rivendica la peculiarità della stampacattolica. “Non ha alle spalle nessun conflitto di interesse, pubblico o privato, non ha legami, né economici né politici, con nessun gruppo egemonico nella società civile. E’ più vicina ai poveri che ai ricchi”. Dunque, non essendo “al servizio” di nessuno, avverte concludendo, “nessun argomento deve essere tabù. La politica del coprirsi e del coprire non serve a nulla".18 ago. (Adnkronos) 

 

 









   
 



 
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