È ancora necessario sottolineare l’enorme importanza delle differenze? É la differenza di potenziale elettrico che permette il passaggio di corrente, la differenza di altezze che consente all’acqua di scorrere fornendo così anche forza motrice, è la differenza di patrimonio genetico che storna la debolezza della discendenza e sono le differenze dei figli dai genitori che favoriscono le evoluzioni delle specie. Le differenze lessicali e strutturali dei vari idiomi, interagendo, ne permettono il reciproco arricchimento, ed è il confronto tra differenze che fa insorgere la capacità di giudizio ed il più fine senso critico, così come è solo la sapiente fusione di differenti competenze specifiche che può permettere certe particolari realizzazioni materiali ed, in ambito intellettuale, è certo il confronto tra differenti punti di vista ed idee ad ampliare ed affinare i concetti. Se tutto ciò non è più necessario sottolineare, allora saràsicuramente pacifico (mai, però, inutile!), lodare qualunque iniziativa che, seppur non proponga necessariamente proficue novità, quantomeno tuteli idee e valori del passato dalla dimenticanza, la trascuratezza, l’estinzione, permettendo la loro non irrilevante sopravvivenza, anche in ambito artistico, anche specificamente musicale, in particolar modo se questa meritoria azione viene svolta da piccoli centri, per la chiara sensibilità che così essi dimostrano, le indubbie difficoltà che, purtroppo, coraggiosamente sono costretti ad affrontare, ma pure la loro maggiore possibilità di preservare certe tradizioni. E con ancor più merito se tutto ciò viene svolto con ammirevole longevità! Insomma, lodi riconoscenti ad iniziative come il Marcellina Folk Festival, quest’anno alla tredicesima edizione recentemente conclusasi. Nata per volontà di Felice Germano, già fondatore di un gruppo di musica folcloristica nel 1986 e curatore di concorsi di canto (nei suoi interessi per l’artee lo spettacolo anche l’apertura di una sala cinematografica), questa rassegna internazionale, dedicata alla musica ed alle tradizioni popolari di tutto il mondo, ospitata a Marcellina, frazione della cosentina Santa Maria del Cedro, un tempo lunga anche quindici giorni, oggi solo tre (dal 16 al 18 agosto scorso, “Il festival che anche nelle difficoltà, seppur ridotto, dura nel tempo” si legge infatti sulla locandina dell’iniziativa), ha già ospitato gruppi musicali della Calabria e di varie altre regioni d’Italia, ma pure musicisti provenienti da Brasile, Costa Rica, Messico, Guatemala, Russia, Serbia, Bulgaria e più. Quest’anno, un nutrito gruppo di ragazzi dai vivaci costumi variopinti, dinamiche coreografie e musiche caratteristiche è arrivato dal Cile. Ulteriore novità, il “1° Gran Galà interregionale dell’organetto”, che ha avuto la partecipazione di oltre venti giovani concorrenti, non ancora maggiorenni, poi valutati da una giuria di tecnici ed una popolare. Il tutto nellacornice di degustazioni di gastronomia locale, esposizione e vendita di prodotti tipici artigianali. Tre notti estive nelle quali hanno risuonato timbri di armoniche, fisarmoniche, “triccheballacche”, putipù, ritmi di mazurche, polche, tarantelle, atmosfere di divertimento semplice e genuino, una modalità di far musica di grande condivisione, suoni come svago spensierato, affrancamento dalle ambasce della vita, festoso momento di comunione di sapore contadino, in un contesto vacanziero, che proprio per la presenza di turisti cittadini, quando non addirittura metropolitani, rende il messaggio di più ampia diffusione ed incisività. Ma con ogni probabilità lo spettacolo più prezioso è stato l’entusiasmo, l’energia, la passione dei giovani esecutori di organetto, testimonianza di scuole ancora esistenti per questo antico strumento, ma soprattutto (e qui, forse, la più significativa differenza offerta dal Marcellina Folk Festival), della possibilità di un rapporto, attraverso lamusica, dei giovani con gli adulti, di dialogo, mutua integrazione, serena accoglienza, affiatata condivisione, non necessariamente conflittuale, incline alla separazione, stridente ed iconoclasta, come da un po’ di tempo a questa parte certa musica più recente, seppur con tutte le sue ragioni, ci ha voluto esclusivamente documentare.
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