"Io ti caccio, parroco democristiano!". "Questo è un partito leninista!". "Sei come Fini, vaffanculo!". "Io vi impicco tutti!". Giovedì 2 ottobre, a Roma è mezzogiorno spaccato: all’ufficio di presidenza di Forza Italia si consuma una resa dei conti al limite del contatto fisico tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto. Era dai tempi del mitologico "Che fai, mi cacci?" di finiana memoria che non accadeva qualcosa del genere. L’aria si fa da subito pesante in quel di Palazzo Grazioli: all’ex delfino Fitto non basta ascoltare in silenzio la relazione politica dell’ex Cav. Prende la parola e massacra il Patto del Nazareno, chiede primarie ed una linea anti-renziana più marcata. O si cambia, o per Forza Italia sarà la fine. Fitto ha appena cominciato, ma la detonazione della furia berlusconiana non si fa attendere: “Sei figlio di un vecchio democristiano, vattene e fatti il tuo partito!”. “Io resto, ma non ti lecco il culo come gli altri!”,ribatte l’ex governatore pugliese. E questo è niente. Purtroppo l’assenza di diretta streaming non consente di visionare le immagini dell’evento, ma si può comunque ricostruire l’istituzional tenzone attraverso i più gustosi virgolettati apparsi sui quotidiani. Dalla furia di Silvio alla resistenza di Fitto, passando per le minacce di Verdini, il dissenso di Capezzone e l’esplosione emotiva di Renato Brunetta. Che scoppia in lacrime, sconvolto. Il Corriere della Sera Berlusconi: "Io ti caccio, ti caccio, nomino i probiviri e ti caccio! Sei figlio della vecchia dc, di un vecchio dc! Se non sei d’accordo su questa linea, vattene! Hai 300mila voti, fatti un partito tuo e poi forse mi ci alleo!". Fitto: "Non me ne vado, questo è il mio partito". Berlusconi: "Non devi permetterti di andare in tv, di farmi il controcanto quotidiano: dai focus group risulta che ci hai fatto perdere il 3-4% con le tuepolemiche!". Fitto: "Ah, per colpa mia perdiamo, non perché ci costringi a fare le dame di compagnia di Renzi!". Berlusconi: "Sei tu che stai dilaniando il partito, organizzi riunioni segrete, io ti caccio!". Fitto: "Non puoi farlo, non hai gli strumenti statutari e non esiste un motivo!" Berlusconi: "Sei come Fini!". Fitto: "No, lui voleva abbattere il tuo governo!". Berlusconi: "Sei come l’Ncd!". Fitto: "È il contrario, quelli ti dicevano sempre sì e poi ti hanno fregato per restare attaccati alla poltrona!" Berlusconi: "Stai portando i metodi della peggiore politica democristiana in FI, sembri un parroco di Lecce, sei figlio di un vecchio democristiano". Fitto: "Non sai di cosa parli". La Repubblica Fitto: "Presidente, voglio solo discutere ma continui ainterrompermi. E sono ancora alla premessa...". Gli occhi di Silvio Berlusconi fulminano Fitto. Il capo si sente preso in giro. "Ora basta - urla - devi smetterla!". Fitto: "A differenza dei signor Sì che ti circondano, ti dico le cose in faccia. Non puoi paragonarmi a Fini. Pensa piuttosto a chi ti ha mandato a fanc... nottetempo. Pensa ad Alfano, che per restare con il sedere imbullonato a una poltrona ti ha abbandonato". Berlusconi: "Sono io che decido chi mandare in tv. Io ti faccio cacciare! Vai via, oppure convoco i probiviri e ti faccio cacciare. Vai a fare il parroco a Lecce. Tu sei figlio di un vecchio democristiano, qui non c’è spazio per certe cose". Fitto ci torna sopra successivamente: "Avevo diciotto anni quando l’ho perso, quelle parole erano indegne. In quel momento ho retto a fatica, volevo saltare oltre il banco perché mi ha ferito umanamente". Fatto Quotidiano Berlusconi:"Raffaele vaffanculo, tu sei un parroco di Lecce!... Sto diventando sordo, devo farmi più vicino". A questo punto, i due hanno sfiorato il contatto fisico (un dito di B. finito contro il naso di Fitto) e Berlusconi ha recitato il monologo finale, con la faccia di un rosso anomalo, tra la rabbia e il cerone: "Tu stai facendo come Fini e Alfano. Stai attento che ti deferisco ai provibiri, così te ne vai e fai un altro partito. Poi sarò io a decidermi se allearmi con te". Fitto: "Non puoi cacciarmi, questo è anche il mio partito, presidente. E non sono come Fini e Alfano, non voglio poltrone, voglio solo fare un’opposizione contro Renzi". Berlusconi: "Finiscila, tu sei figlio della vecchia Dc, sei un parroco di Lecce, ma vaffanculo!". Fitto: "Se continuiamo a donare il sangue a Renzi finiamo male, siamo scesi al 13 per cento". Berlusconi: "Non è vero, siamo al 17,4 per cento e mi dicono che ogni volta chevai in tv perdiamo 3 o 4 punti. La devi smettere di aver un’altra linea". Capezzone ribadisce la necessità di una linea alternativa, e Verdini: "Daniele, usa il cervello, dovresti renderti conto che non c’è alternativa a questo governo se vogliamo portare avanti le riforme. Renzi ha fatto tutto il possibile per venirci incontro, come sulla legge elettorale. Se poi dovessimo tornare al Mattarellum per colpa vostra, allora sarete voi i responsabili di tutto e vi impicco a un albero". Libero Capezzone: "Un voto senza dibattito non si è mai visto. I sondaggi ci danno al 13%, siamo scomparsi. Lo dico col cuore: non possiamo morire renziani!". Verdini: "Oltre a parlare col cuore, parla anche col cervello: se fate fallire la trattativa passa il Mattarellum e io vi impicco a un albero!". Fitto: "Non facciamo abbastanza opposizione". Berlusconi: "Raffaele io ti voglio bene ma tu stai facendo il male delpartito. Con questi comportamenti ci stai danneggiando: abbiamo fatto un focus da cui risulta che ci fai perdere il 3-4% di voti". Fitto: "Mi sono limitato a rispondere alle provocazioni". (Riferendosi ad una intervista rilasciata contro di lui dalla tesoriera di Fi Maria Rosaria Rossi". Berlusconi sbotta: "Tu sei un vecchio democristiano, sei cresciuto in una famiglia di democristiani, sei abituato alle correnti; ma per fortuna Forza Italia non è e non sarà mai la Dc. Organizzi riunioni, parli tutti i giorni sulle agenzie e fai il controcanto: sai chi faceva così? Gianfranco Fini!". Fitto: "Questo è peggio di un partito leninista, ma non mollo. Forza Italia è, resta e sarà il mio partito". Il Messaggero Berlusconi: "Non ce la facevo più. Sono mesi e mesi che Raffaele disturba, provoca e ci mette in cattiva luce. Prima o poi, dovevo dirgli qualcosa". "Raffaele, la devi smettere diattaccarmi di continuo, danneggi il partito e me!". Fitto: "Il tuo cerchio magico mi spara ogni giorno addosso!". Berlusconi: "Ma quale cerchio magico! Ma basta con queste panzane!". Il Giornale Berlusconi si alza dalla scrivania e si dirige minaccioso verso Fitto: "Raffaele, le discussioni vanno fatte in privato, non in pubblico. C’è stato un altro che si è comportato così". Fitto: "No, non puoi paragonarmi a lui. Fini ha fatto cadere il tuo governo. Io dico solo che non voglio appoggiare un governo di sinistra e non ti ho mai leccato il culo come Alfano o come tanti qui continuano a fare". Berlusconi: "E allora smetti di radunare i tuoi e fare dichiarazioni alle agenzie di stampa su sciocchezze come le primarie... Nessuno deve andare più in tv senza il mio consenso. Tu sei figlio di un vecchio democristiano... Qui non c’è spazio per certe cose". Fitto:"Presidente, ti prego, fermiamoci. Dobbiamo recuperare il clima di serenità". Berlusconi: "Hai ragione". Ed in serata: "Ho ritenuto di dire con franchezza a Fitto quello che penso. Ed è con questo spirito che mi sono riferito alla sua appartenenza alla tradizione democristiana e non certo con l’intenzione di mancare di rispetto né a lui né ai suoi familiari". Fitto: "Non si era mai vista una cosa del genere, siamo peggio di un partito leninista". "Il fuoco è partito. Brunetta scoppia a piangere tanto duro è lo scontro", chiosa Il Giornale. Wil Nonleggerlo,l’espresso
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