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Per anni sono stati gli unici a distribuire cibo e bevande in tanti ospedali baresi. Tollerati dai pazienti e dal personale, costretto a operare in strutture senza servizi e con i distributori automatici fuori uso. Gli abusivi, però, non avranno ancora per molto vita facile. L’Asl di Bari - adesso diretta ad interim dal direttore amministrativo, Massimo Mancini - ha finalmente bandito la gara per costruire bar e punti ristoro in tutti gli ospedali e i presidi sanitari del territorio, grazie alla quale sarà anche possibile ristrutturare i locali già funzionanti. Al vincitore potrebbe inoltre essere affidata la gestione delle macchinette, sotto sequestro per anni. "Sanare le situazioni non corrette - è l’obiettivo dichiarato dalla Asl - si procederà non solo con nuove costruzioni, ma saranno superate le irregolarità e tutte le strutture dovranno essere a norma". Il problema del business dei venditori abusivi negli ospedali è stato piùvolte denunciato dai pazienti e dagli operatori sanitari. Spesso chi doveva controllare ha preferito chiudere un occhio, viste le carenze del servizio e l’impossibilità per degenti e lavoratori di procurarsi cibo e bevande all’interno degli ospedali. Al San Paolo di Bari, per esempio, per acquistare anche solo una bottiglietta d’acqua, i pazienti sono costretti a raggiungere le strade del quartiere. Le macchinette che dovrebbero sopperire all’assenza del bar sono fuori uso, per anni coi sigilli della Procura e poi al centro di un contenzioso civile. Più volte gli abusivi sono stati fotografati aggirarsi nei corridoi o tra i reparti, fermati solo dall’intervento delle forze dell’ordine. La gara aperta a novembre dalla Asl risponde proprio alla richiesta di ordine e legalità, fanno sapere dall’Ufficio patrimonio. Un maxi appalto da 848mila euro per "allestire o ristrutturare bar e punti ristoro" in una quindicina di ospedali. Le strutture saranno concesse in gestione ai soggetti cheavranno realizzato i lavori, per un periodo minimo di otto anni, dietro pagamento di un canone mensile. I cantieri interesseranno gli ospedali Di Venere (Carbonara), San Paolo (Bari), Perinei (Altamura), Polifunzionale (Putignano), Direzionale (Bari), Umberto I (Corato), Don Tonino Bello (Molfetta), Santa Maria degli Angeli (Putignano), Fallacara (Triggiano), San Giacomo (Monopoli), Sarcone (Terlizzi), Jaia (Conversano) e i presidi territoriali di Bitonto, Ruvo e Grumo. Stesso discorso per il Policlinico di Bari e l’ospedale pediatrico Giovanni XXIII: in quest’ultimo al via anche l’appalto per rifare il parcheggio interno, preso d’assalto dai parcheggiatori abusivi. Costo per il più grande nosocomio barese, 365mila euro. Nel disciplinare di gara della Asl qualche prescrizione. "Si dovranno fornire solo cibi di qualità e freschi - si legge - sono vietati prodotti sottoposti a trattamenti transgenici (Ogm)". I prezzi praticati non potranno superare quelli dalistino Confesercenti/Confcommercio, e comunque dovranno essere soggetti a ribasso, per un valore massimo del 15%. E poi, d’obbligo, alcune precisazioni: "è fatto divieto di vendita di tabacchi e riviste pornografiche, oltre che di installazione di videogiochi", precisa a caratteri cubitali la Asl. L’azienda sanitaria barese si riserva inoltre di poter estendere l’appalto anche alla gestione delle macchinette, una volta risolte le annose vicende giudiziarie che ne impediscono l’uso. Quella dei bar non è però l’unica novità di fine anno. Bandito anche l’appalto per l’affidamento del servizio mensa, che individuerà il successore della ditta Ladisa. Una gara da quasi 38 milioni di euro, per fornire pasti a una media di 346mila degenze all’anno e 7mila ricoveri in day hospital. Vincerà l’impresa che presenterà l’offerta economicamente più vantaggiosa. A differenza dei precedenti appalti, stavolta il servizio sarà "veicolato": non esisteranno dunque centri di cottura interni agliospedali, ma tutte le cucine dovranno essere spostate nelle sedi dell’azienda. Silvia Dipinto,repubblica
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