La banda delle assicurazioni arrestati medici e avvocati
 











I medici avrebbero firmato certificati falsi, gli avvocati istruito pratiche illegali, i carrozzieri prodotto preventivi gonfiati, gli assicuratori chiuso un occhio di fronte a evidenti irregolarità. Persino i testimoni avrebbero fornito ai periti versioni non veritiere di incidenti stradali, creati ad hoc per truffare le assicurazioni. La maxi-indagine del pm Antonio Negro è sfociata in dodici arresti (ai domiciliari) da parte della polizia di Stato di Lecce, effettuati in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Simona Panzera. Sgominata un’associazione a delinquere dedita alla costruzione di falsi incidenti stradali e all’alterazione di quelli realmente accaduti.
Gli agenti della polizia stradale, nel corso delle indagini hanno analizzato centinaia di incidenti stradali e scoperto che almeno 37 di essi, avvenuti negli anni tra il 2008 ed il 2010 in tutto il Salento, sarebbero stati falsi o comunque avvenuti inmodo diverso da quello descritto nelle pratiche. Nello specifico sarebbero stati “gonfiati” sia i danni subiti dai mezzi nei sinistri, che le conseguenze alle persone, trasformando semplici escoriazioni in fratture multiple e piccoli graffi in ferite dalla lunga prognosi.
Agli arresti domiciliari sono finiti il titolare di un’autocarrozzeria, due periti assicurativi, due medici chirurghi, due carrozzieri, due avvocati, due liquidatori assicurativi, il titolare di un’agenzia di investigazioni, mentre un medico specialista in ortopedia e traumatologia e’ stato sottoposto all’obbligo di dimora. (Leonardo Corliano’, Osvaldo Dell’Onze, Claudio Girasoli, Antonio Martella, Donato Maruccia, Lorenzo Micocci, Donatella Russo, Alessandro Sbocchi, Nicola Scardinò, Giorgio Stomeo, Concetto Vilei, Monica Vinci e Giuseppe Valogiuri, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora).
Sono state anche denunciate altre 60 persone che, a vario titolo, avrebbero contribuito a far funzionare lagigantesca macchina della truffa. Si tratta, in particolare, delle persone che hanno finto di essere state trasportate a bordo dei veicoli coinvolti nei falsi incidenti, che si sarebbero prestate a testimoniare il falso.
L’organizzazione era composta da uomini e donne che per mestiere si occupano di incidenti stradali: avvocati, medici, periti, liquidatori e carrozzieri, divenuti punti di riferimento di automobilisti allorquando si trattava di truffare le compagnie assicurative e, in alcuni casi – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – essi stessi promotori dell’illecito.
L’ammontare delle somme elargite dalle dieci compagnie assicurative ed indebitamente percepite dalle persone coinvolte nella truffa ammonterebbe a circa un milione di euro. La parte più consistente delle somme sarebbe stata elargita dalla Unipol, che nelI’inchiesta risulta parte offesa. Sono state proprio le denunce di due compagnie, tramite i rispettivi Uffici antifrode, a fare scattare l’inchiesta,che negli anni ha subito diverse proroghe a causa della vastità del materiale da esaminare e del numero di indagati coinvolto.  Chiara Spagnolo,repubblica









   
 



 
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