Nata a Berlino, nel 2010, da un’idea del pianista Andreas Kern, poi adottata nel 1012 a Milano, attecchisce anche a Napoli l’iniziativa di dedicare alcuni giorni al pianoforte ed alla sua più varia letteratura e modalità esecutiva, con seminari, mostre, celebrazioni, incontri educativi, concerti e più a favore di questo antico, prestigioso strumento musicale. A curare il ponderoso evento partenopeo, quest’anno alla sua seconda edizione, Marco ed Alessandro Napolitano, quarta generazione di titolari della storica azienda Alberto Napolitano Pianoforti di piazza Carità, a tutt’oggi in ininterrotta attività sin dal 1840. Un evento, Piano City Napoli 2014 (questo il nome dell’iniziativa), che non poteva non trovare terreno fertile in una città significativamente legata alla musica per tradizione secolare, ed in particolar modo al pianoforte sin dai clavicembalistici prodromi esecutivi di Domenico Scarlatti, sin da quando l’illustre virtuosoottocentesco Sigismund Thalberg la elesse a suo domicilio dando luogo ad una scuola pianistica poi magnificamente diramatasi per il mondo intero partendo da Beniamino Cesi fino ad arrivare, attraverso Giovanni Anfossi, ad Arturo Benedetti Michelangeli, attraverso Vincenzo Scaramuzza a Martha Argerich ed altri ancora. Tre giorni (il 5, 6 e 7 dicembre scorsi) in cui, ai piedi del Vesuvio, si sono succeduti ben duecento eventi e trecento pianisti che si sono esibiti in quaranta luoghi pubblici e sessanta diverse abitazioni private gentilmente prestate a recuperare l’antica tradizione, pur mai del tutto estinta a Napoli, del concerto domestico. Circa ventimila gli spettatori complessivamente stimati. Questi i dati fornitici da Marco Napolitano al quale abbiamo anche chiesto i più profondi motivi di un evento simile. «Principalmente puntare l’attenzione generale su un importante strumento musicale come il pianoforte, sia sul piano professionale, che amatoriale, didattico e più.E questo è stato fatto in più modi: offrendo al pubblico, attraverso differenti modalità di ascolto, sia un rapporto concertistico tradizionale, sia rapporti nuovi, sia rapporti maggiormente legati al passato; favorendo il ripristino di pianoforti domestici oramai ridotti a semplici oggetti di arredamento ma che grazie a Piano City Napoli 2014 hanno felicemente risuonato ed ingenerato nei loro proprietari il piacere del concerto in casa; avvicinando maggiormente, e più ampiamente, il pubblico all’arte dei suoni; sensibilizzando infine associazioni ed altre istituzioni all’esercizio ed alla nobile divulgazione della musica. Tutti motivi che reputiamo più che meritevoli». Un bilancio rispetto allo scorso anno? «Decisamente positivo, con un incremento quantitativo del cinquanta per cento per numero di pianisti, eventi e concerti nelle abitazioni, e per il prestigio di alcune sedi adottate». Per il futuro? «Continuare,continuare e continuare, portando avanti con Piano City Napoli il recupero di un’epoca aurea per il pianoforte a Napoli ed, artisticamente, per la città stessa, coinvolgendo sempre più scuole medie di primo e secondo grado ad indirizzo musicale, e conservatori, puntando una particolare attenzione alle forze artistiche locali da valorizzare equamente, accrescendo la consapevolezza di una straordinaria tradizione cittadina non solo compositiva ed esecutiva, ma pure artigiana, e stimolando a momenti di riflessione tutt’altro che trascurabili. Già a noi, addetti al settore, l’organizzazione di Piano City Napoli ha fatto scoprire una inaspettata vivacità operativa partenopea che nell’Ottocento vedeva l’esistenza in città ben circa duecento fabbriche artigiane di pianoforti, in parte oggi, purtroppo, scomparse».
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