Presentata solo pochi giorni fa, al teatro Mercadante di Napoli, la Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana, ponderosa opera in ben sette volumi, ciascuno con oltre seicento pagine, migliaia di fotografie ed “In allegato un cd rom con la produzione degli autori e la discografia dei cantanti”, integrazione praticamente esaustiva circa ogni artista. Un immenso lavoro lungo sette anni ed oltre, appassionatamente svolto da Pietro Gargano, giornalista di lunghissima carriera, più volte premiato, già inviato speciale e caporedattore del quotidiano “Il Mattino”, autore di circa cinquanta libri, profondo conoscitore, quindi, di cronaca e storia, con una particolare predilezione per il sud d’Italia e per la musica. Ad abbracciare questa sua ultima enciclopedica fatica, il figlio Alfonso, in qualità di titolare della casa editrice Magmata. «Un risultato che ci ha permesso di dimostrare – dichiara orgogliosamente Pietro – che a Napoli èpossibile realizzare lavori di grande sostanza senza fondi pubblici». Ma non è certo questa l’unica motivazione che ha spinto lo studioso all’impresa. «Un’operazione analoga mancava da quaranta anni – aggiunge – L’altra, e unica, è quella di Ettore De Mura, in tre volumi, del 1968, oggi preziosa rarità. Ma di sicuro gli stimoli più forti mi sono venuti sia dal desiderio di divulgare universalmente la giusta, altissima dignità di questa forma d’arte, da tanti relegata a poco più che folclore, ma dalla grande virtù, giacché popolare, di essere facilmente accessibile a chicchessia, pur essendo stata magnificamente praticata anche da autori coltissimi ed insigni, letterati e musicisti, napoletani e no, sia per sostenere una recente campagna a favore del riconoscimento della canzone napoletana come patrimonio mondiale dell’umanità». L’impostazione dell’opera? «Tradizionale, con le voci che si succedono per ordine alfabetico, ma sviluppando parallelamente spazidedicati ad interpreti famosi che occasionalmente si sono avvicinati a questo particolare genere musicale, editori, teatri ed altri luoghi di esercizio. Nell’ultimo volume svolgo anche un recupero di quanto significativamente avvenuto mentre i diversi volumi dell’enciclopedia, anno per anno, venivano pubblicati». Le difficoltà incontrate? «Enormi e purtroppo condite dalla delusione di insensibile distrazione da parte delle istituzioni e finanche da parte dei familiari di tanti artisti, i quali, una volta estintosi il congiunto, sciaguratamente, con estrema superficialità, ne disperdevano i documenti. Da qui una mia ancor più grande ammirazione per il meritorio lavoro di Ettore De Mura, fondamentale e soprattutto incredibilmente svolto, in virtù della sua epoca, con ben maggior parsimonia di mezzi tecnici di ricerca, la qual cosa, dovendosi De Mura tante volte necessariamente affidare alle dichiarazioni di testimoni (non ultimi anche gli stessi artisti, spessoinclini a nascondere, ad esempio, la loro vera età), non ha impedito inesattezze». I successi di questo suo ultimo impegno a tutt’oggi avuti? «Per me massimi già per il solo fatto che l’enciclopedia sia nata. In termini economici è stato possibile coprire le spese, e questo soprattutto grazie a richieste dall’estero. L’opera è già stata acquistata da università inglesi e tedesche, ed una copia è presso la statunitense Biblioteca del Congresso». In conclusione, cos’è la canzone napoletana per Pietro Gargano? «Un fenomeno squisitamente melodico che non esclude certo attenzioni ritmiche. Un patrimonio spontaneamente fruibile in ogni angolo della terra, da qualunque persona, di qualunque civiltà. Ed anche le sue espressioni ultime, pur per qualche verso criticabili, restano importante documento sociologico ed, in più casi, non esente da rivelarsi pregevole espressione d’arte, confermando a questo magnifico tesoro artistico, e più ampiamenteculturale, sorto all’ombra del Vesuvio, l’impagabile, prodigioso dono di una vitalità meravigliosamente cangiante e straordinariamente inesauribile».
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