A Napoli meritorio ricordo di Giovanni Paisiello
 







di Rosario Ruggiero




Dopo una tante volte riscontrata, disdicevole e purtroppo dannosissima per il mondo intero disattenzione culturale napoletana nei confronti dei suoi maggiori tesori e delle sue più alte glorie, non può che far piacere rilevare finalmente una bella realtà odierna che ha protagonista Giovanni Piasiello, illustre musicista, nato a Taranto il 19 maggio 1740 e finito nella città del Vesuvio, settentaseienne, il 5 giugno 1816, esattamente due secoli fa. Allievo, nel conservatorio partenopeo di Sant’Onofrio a Porta Capuana, di quel Francesco Durante, pupillo del grande Alessandro Scarlatti, notevole didatta e musicista che Jean Jacques Rousseau, nel suo Dizionario di Musica, non esitò a riconoscere come “il più grande armonista d’Italia, vale a dire del mondo”, l’artista pugliese dopo cinque anni dava tanto buona prova di sé da coprire perciò un ruolo da insegnante. Valente e prolifico operista (scrisse ben centrotré lavori del genere), fu particolarmenteversato nell’opera buffa, la qual cosa, però, non gli impedì certo una generosa produzione pure in altri ambiti musicali, sì che fu anche autore di messe, sinfonie, concerti per pianoforte ed orchestra, una passione, un Te Deum, numerosi quartetti e tanto altro ancora. Musicista prediletto da Napoleone Bonaparte, fu per l’Italia ed all’estero, fino alla lontana Russia di Caterina II.
In definitiva, una delle migliori espressioni del glorioso Settecento musicale napoletano… “vale a dire del mondo”.
Per questo non può che allargare il cuore acquisire e divulgare la notizia che il conservatorio “San Pietro a Majella” abbia deciso di celebrarlo con una stagione di concerti iniziata il mese scorso e che si protrarrà per quasi tutto giugno, fortemente imperniata sulla sua produzione, le sue influenze artistiche e la sua epoca, e che, non da meno, il teatro di San Carlo abbia meritoriamente organizzato di ricordarlo con un’ampia mostra visibile tutto l’anno. 









   
 



 
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