In settimana potrebbe arrivare il sì definitivo per l’arrivo anche in Italia della pillola abortiva. Mancano due riunioni per l’esame della richiesta di registrazione in Italia della Ru486 e non si può escludere qualche intoppo all’ultimo momento, compreso quello di carattere economico, ma il fronte del no è già scattato e da governo e Vaticano arrivano critiche preoccupate. Di certo, vista le legge 194, in Italia potrà essere utilizzata solo negli ospedali: una riunione del comitato tecnico scientifico il 16 dicembre e una del consiglio di amministrazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che deciderà in via definitiva e che potrebbe riunirsi il 18 dicembre. Guido Rasi, il direttore generale dell’organismo che sovraintende l’intera procedura di registrazione dei farmaci in Italia, conferma che la registrazione, nel caso specifico, rappresenta un mutuo riconoscimento, essendoci già stato un via libera da parte dell’agenzia europea. L’azienda francese Exelgyn produttrice della pillola abortiva RU486 ha inviato il primo agosto scorso all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) il dossier prezzi del medicinale in vista di una trattativa sul prezzo. La posizione del Vaticano è ferma: "L’aborto è sempre aborto, sia se fatto in clinica o in casa e il Vaticano, anche nel recentissimo documento ’Dignitas personae’ ha già bocciato la pillola Ru486 a causa della sua intenzionalità abortiva", ricorda il "ministro della Sanità" del Vaticano, cardinale Javier Lozano Barragan, e senza entrare nel merito della legislazione italiana, osserva in termini generali che la Ru486 non è neppure un "farmaco innocente per la salute delle donne". "La prossima somministrazione della pillola Ru486 in Italia impone a tutti il dovere di informare correttamente le donne italiane che intenderanno farne uso" è l’esortazione è del ministro della gioventù, Giorgia Meloni. Il ministro sottolinea che si tratta "di un farmaco potenzialmentepericoloso per la loro salute, la cui vendita è stata autorizzata dall’agenzia farmaceutica in virtù di un accettabile rapporto costi-benefici purché il suo impiego sia coerente con la legge 194 e purché sia previsto esclusivamente in ambito ospedaliero. Ciò vuol dire che si è ritenuto questo farmaco non più pericoloso della tecnica normalmente usata per gli aborti, ma sempre di aborto si tratta". Per questo Meloni si appella alle "ragazze italiane": "non considerate la pillola Ru486 un anticoncezionale - avverte - perché non lo è". La procedura di valutazione medico-scientifica della Ru 486 era già conclusa, in modo definitivo, alla fine della scorsa legislatura, ha poi ricordato il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, spiegando l’iter e sottolineando, così come Meloni, le sue forti riserve nei confronti del farmaco che, dice, ha "troppi lati oscuri": "le morti collegate alla Ru486 sono arrivate ormai a 17, non sono state denunciate dagli istituti di farmacovigilanza, mada faticosi lavori d’inchiesta giornalistica o da singole persone interessate. L’aborto con la Ru486 è più doloroso, incerto e psicologicamente più devastante di quello praticato con altri metodi. La Ru 486 riporta l’aborto in una sorta di clandestinità legale: dopo l’assunzione delle due diverse pillole, infatti, le donne in genere tornano a casa fuori dal controllo medico, anche laddove il protocollo chiede il ricovero in ospedale".Ansa
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