TUMORE SENO, INDIVIDUATO GENE CHIAVE AGGRESSIVITA’
 











Si chiama MTDH e si trova nel cromosoma otto il gene ritenuto particolarmente decisivo nel rendere il tumore al seno aggressivo. Lo ha individuato un gruppo di ricercatori del Cancer Institute del New Jersey coordinato da Michael Reiss. Il gene, spiegano gli scienziati che hanno pubblicato le ricerche sulla rivista Cancer cell, avrebbe un ruolo cruciale aumentando le capacità di diffusione delle cellule tumorali e dunque a formare metastasi e diventare resistente alle chemioterapie.
Il gene MTDH è stato individuato in campioni di cellule prelevate a donne malate di tumore aggressivo, in un numero di copie superiore al normale. La scoperta, ha detto Reiss, ci darà la possibilità di mettere a punto molecole capaci di contrastare il gene e rendere le cellule sensibili ai farmaci.
"Lo studio dei ricercatori americani molto è importante - ha commentato il professor Pier Franco Conte, oncologo dell’Università di Modena - e apre prospettive simili aquelle portate dall’individuazione del gene Her 2 del quale si conosce il comportamento, il ruolo e il modo per neutralizzarlo con farmaci mirati. Il gene MTDH sembra avere un ruolo particolarmente importante rispetto ad altri. Se gli studi saranno confermati il gene potrà diventare un bersaglio privilegiato per farmaci".
Reiss e i suoi collaboratori utilizzando i database di studi genetici relativi al cancro al seno hanno scoperto una piccola porzione del cromosoma otto che veniva ripetuto diverse volte nelle donne con forma tumorale aggressiva; mentre nelle sequenze normali il Dna contiene due sole copie del gene. Il gene esiste normalmente nelle cellule ma non si sa come viene espresso più volte in quelle malate.
Le ricerche sono proseguite in laboratorio: dopo aver prelevato alcuni campioni di cellule tumorali gli oncologi le hanno trasferite nei topi osservando che i tumori crescevano rapidamente e manifestavano resistenza alle terapie; ma intervenendo geneticamente sullecellule bloccando il gene MTDH le cellule divenivano più vulnerabili alla cure. Mettere a punto farmaci mirati contro il gene, ha spiegato Reiss, potrebbe avere il doppio risultato di bloccare la diffusione del tumore e rendere le cellule più curabili.Ansa  









   
 



 
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