"L’idea della mia fuga in Brasile fu di un agente dei servizi segreti francesi". Lo rivela, in un’intervista al giornale brasiliano "Istoe", Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac condannato a quattro ergastoli, che ha provocato la crisi diplomatica "più grave degli ultimi anni" tra Italia e Brasile. "Io non ho ammazzato nessuno - si difende Battisti, definendo’’esagerata" la reazione del nostro Paese - e lo status di rifugiato politico che mi ha concesso il Brasile è stato un atto di coraggio e di umanità da parte del ministro (della Giustizia) Tarso Genro". "Nello studio dei miei avvocati francesi - racconta l’ex terrorista, arrestato in Brasile nel marzo del 2007, tre anni dopo essere fuggito dalla Francia - (l’agente dei servizi) mi disse che l’Italia stava facendo pressioni, a causa delle denunce contenute nei miei libri. Mi parlò del Brasile, dove mi disse si trovavano molto rifugiati italiani...Una settimana dopo, mi mandò un’altrapersona che mi consegnò un passaporto italiano con la mia foto e i miei dati". A quel punto, non furono i servizi a organizzare il suo viaggio: Battisti sostiene di aver viaggiato "in auto dalla Francia verso la Spagna e poi il Portogallo: da Lisbona mi imbarcai per l’isola di Madeira e da lì andai nelle Canarie, dove presi un piccolo aereo per Capo Verde e, in seguito, per Fortaleza". Arrivato in Brasile, afferma l’ex terrorista, "per due anni e mezzo sono stato costantemente controllato, dai brasiliani e dai francesi, sempre, in qualche momento entrarono anche gli italiani". Battisti ribadisce quindi di "non aver mai ammazzato nessuno: io non sono mai stato un militante militare di nessuna organizzazione... Uscii dai Proletari armati per il comunismo nel maggio del 1978, dopo la morte di Aldo Moro. All’epoca migliaia di militanti abbandonarono i movimenti di lotta armata". Quindi, nell’intervista di 50 minuti concessa a ’Istoe’ nel carcere di Papuda, dove condivide la cellacon un austriaco condannato per reati fiscali, Battisti elogia la decisione del ministro Genro, "una decisione solida, lui ha analizzato tutti i documenti, non ne ha fatto una lettura superficiale, la sua è una decisione molto importante non solo per me, ma per l’umanità: l’Italia ha bisogno di rileggere la propria storia e noi stiamo dando alla nazione italiana la possibilità di rileggere la propria storia con serenità, umanamente". "No, non posso credere". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini, commenta le dichiarazioni dell’ex terrorista Battisti che alla rivista brasiliana ’Istoe’. "La mia reazione è, primo il solito modo sgradevole di rivelare cose che - ha detto il titolare della Farnesina - non potranno mai essere provate perché è chiaro che, se questo fosse stato vero, non potrà mai essere provato. Quindi è l’ulteriore dimostrazione del profilo morale del personaggio che, se davvero fosse stato aiutato, ora rivela che chi lo ha aiutato tra l’altro è un serviziosegreto". "Ma io non ci posso credere perché è evidente che un Paese come la Francia non può in qualche modo essere indicata, salvo che emergano delle prove, che non emergeranno mai, e allo stato preferisco dire che è l’ulteriore dimostrazione del profilo morale del personaggio. Un ulteriore motivo per riportarlo in Italia". "La Corte suprema si riunirà tra qualche giorno, il 2 febbraio, e noi saremo pronti a quel momento con tutti gli strumenti giuridici previsti dalla legge brasiliana", spiega quindi Frattini tornando sulla questione legata all’estradizione dell’ex terrorista. "Siamo convinti che su quella base potremo ottenere - ha detto ancora Frattini - un ribaltamento della decisione del ministro della Giustizia". "Siamo amici del popolo brasiliano, anche se arriveremo fino in fondo con le autorità brasiliane per avere in Italia il terrorista Battisti", ha aggiunto il ministro Frattini riferendosi anche all’incontro appena avuto con l’ambasciatore italiano in Brasile MicheleValensise. "Pochi hanno colto una sfumatura. Il presidente Lula ha detto che il caso è chiuso per quanto riguarda il governo brasiliano. Ma la Corte Suprema non è il governo", scandisce la Farnesina. Il capo della nostra diplomazia assicura quindi che ’’la partita con il Brasile va giocata". E commentando l’intervento del ministro della Difesa Ignazio La Russa che questa mattina ha sollecitato l’annullamento della partita (’’Avevo già prenotato il biglietto per andare a vedere la partita Brasile-Italia, ma non ci andrò’’, ha fatto sapere il reggente di An), Frattini ha rimarcato: "Non facciamo un derby interno". "Credo che lo sport sia un mezzo per avvicinare i popoli, non ce l’abbiamo con il popolo brasiliano, abbiamo un problema con le autorità brasiliane che vogliamo risolvere, per questo penalizzare i tifosi e mortificare lo sport credo che non si debba fare". Come abbiamo già detto - ha ribadito Frattini - la partita ci sarà. L’unica cosa, speriamo di vinceresonoramente. Così almeno questo primo risultato lo prendiamo". Intanto secondo quanto riferisce la ’Stampa’ Edoardo Matarazzo Suplicy, il senatore brasiliano del Partito dei Lavoratori di Lula ha fatto visita a Battisti nel carcere di Papuda, vicino a Brasilia. "Mi ha raccontato che ha scritto personalmente al figlio di Pierluigi Torreggiani, dicendogli che è disposto a spiegare a lui e agli altri familiari delle vittime, guardandosi negli occhi, che non ha partecipato a nessuno di questi omicidi né che tanto meno li ha pianificati". Sul caso è intervenuta anche la Commissione europea sollecitata da una lettera inviata dal ministro italiano per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi: ’’Non abbiamo competenza per intervenire’’ ha dichiarato Michele Cercone, portavoce del commissario alla Giustizia, Liberta’ e Sicurezza Jacques Barrot.Adnkronos
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