Per il Pd la «simpatica parentesi Grillo», come la chiama il deputato Giorgio Merlo, si è già chiusa. Non ha dubbi, per esempio, il responsabile Organizzazione e tesseramento Maurizio Migliavacca. Anche qualora il signor Beppe Grillo presentasse domanda di iscrizione al circolo del paese dove risiede, cioè Sant’Ilario nel genovese, le porte del partito non gli sarebbero aperte. Perchè c’è una «ragione politica», argomenta Migliavacca in Transatlantico, il comico non può prendere la tessera del Pd e candidarsi alle primarie in quanto leader di un gruppo politico che ha presentato liste concorrenti alle scorse amministrative. E poi come può desiderare la tessera di un partito di cui parla come «bad e good company? E’ la prefigurazione di una spaccatura...». Chiuso. Per Migliavacca non c’è alcuno spazio di trattativa, nemmeno (figurarsi) sulla base di quanto scriveva Paolo Franchi ieri sul Corriere della Sera , invitando il Pd ad accogliere ilcandidato Grillo e sfidarlo sulla politica per discutere finalmente di visione e identità. «Non l’ho letto. Comunque è un’opinione sua». Il tono è lo stesso tra tutti i big del partito. Franceschini: «Ci mancava solo Grillo...». Bersani: «Adesso basta: è ora che il partito si faccia rispettare». D’Alema snobba Grillo e colpisce Di Pietro: «A volte si comporta verso di noi con una carica di aggressività che uno non si aspetterebbe da un alleato. C’è un’ansia di occupare tutta la scena che non aiuta la ricomposizione unitaria del centrosinistra». Ma se i big abbassano le saracinesche, la questione sembrerebbe tutt’altro che chiusa e per lo meno resta viva la provocazione, il resto si vedrà. Perchè la tentata incursione di Grillo fa scuola, non solo nei commenti del Corsera , ma in diverse zone "limitrofe" al Pd. Su Micromega lo difendono Paolo Flores D’Arcais e Furio Colombo. Il primo: «Grillo non è iscritto ad un altro partito e non è membro di alcun organo istituzionale elettivo.Se non gli venisse data la tessera dalla sua sezione territoriale, sarebbe una violazione smaccata dello Statuto, un’interpretazione ad personam delle regole degna delle "berlusconiane leggi ad personam", azione con la quale la nomenklatura del Pd confesserebbe coram populo la sua assimilazione dei "valori" del regime berlusconiano». Postilla: «Questi inveterati signori delle tessere confondono il Pd con il regime dei mullah iraniani, dove per candidarsi bisogna prima essere approvati dal "Consiglio dei Guardiani"...». L’ex direttore dell’ Unità , ora deputato: «Se Grillo vuole competere, non vedo come si possa dire che non va bene. Non c’è giudice che possa stabilirlo, tranne coloro che dovranno votare. Dov’è lo scandalo? Le primarie sono fatte per questo». I "giudici" in realtà, quelli della commissione di garanzia del Pd, si sono già riuniti, ieri pomeriggio, per deliberare il no alla tessera a Grillo dal circolo di Arzachena in Sardegna, dove il comico aveva fatto domanda duegiorni fa. La scena però ora si sposta in Liguria, dove l’attore si recherà oggi per tentare l’iscrizione. «Cercherò di prendere la tessera lì dove sono residente», dice sul suo blog promettendo ai fans di non mollare. «Io vi do appuntamento al 25 ottobre. Ci sarò. Sotto forma fisica o di ologramma. Magari al congresso del Partito democratico apparirò in tridimensione mentre parla Bersani. O sarò in rete, in videoconferenza...». Perchè «il Pd è completamente alla frutta. Non si sa più cosa sia. Fassino dice che non è un traxi, Bersani che non è un bus, Melandri che non è un tram. L’unica cosa che sappiamo è che il Pd non è un veicolo a motore». E ancora: «Hanno paura: Fassino, D’Alema, Violante, non li voterebbero neanche i loro parenti. E lo sanno. Ecco perchè vogliono chiudersi e vivere dentro una cartellina per potersi archiviare serenamente per altri vent’anni. Questo non ve lo permetteremo più...». Il solito Grillo. Dal circolo di Sant’Ilario - per la precisioneQuinto-Sant’Ilario-Nervi, una sezione per tre paesini del genovese - gli fanno sapere che sono aperti solo per due ore il giovedì pomeriggio e il sabato. Quindi, Grillo decida bene quando presentarsi perchè non si sta aperti tutti i giorni (accade in molti circoli del Pd, del resto). Claudia Benvenuti, la coordinatrice, è perplessa: «Bisogna ancora capire se si tratta di una cosa seria, i dubbi sono molti». E comunque: «Chi ha fatto aperture a Grillo, forse dovrebbe venire qui ad assistere al colloquio e aiutarci a decidere». Il riferimento è al presidente della Regione Claudio Burlando che insiste: «Non temo il confronto con Grillo. Se vuole parlare di argomenti seri, perchè no?». Burlando è isolato. Ma metti che ci riesca Debora Serracchiani a indovinare la tattica giusta con il "guastatore"? La giovane eurodeputata friulana ci si mette d’impegno, anche lei sul suo blog. Gentile: «Caro Beppe, tu sai che lo statuto non ti permette di candidarti. Io mi permetto solo di dirti che"prendere la tessera" significa condividere ideologie, valori, storie... Sei pronto? Ci chiedi di occuparci di temi importanti e su questi sono felice di collaborare con te. Immagino che mi perdonerai se continuo ad appoggiare Franceschini…». Solo parole, ma l’approccio viene apprezzato. «Voglio parlare ai giovani del Pd. Per esempio Debora Serracchiani, la mia unica interlocutrice», riconosce Beppe, "blog to blog". Il "teatrante" è lo spettro più visibile di un partito assediato. Continua la polemica di Ignazio Marino, terzo candidato alla segreteria, sul tesseramento «gonfiato» del partito a Napoli. E man mano che si avvicina la data del 21 luglio - chiusura delle iscrizioni valide per il congresso - i dati regionali confermano che la parte del leone all’assise di ottobre la faranno la Campania (si va verso i 113mila iscritti con quasi 68mila tessere rilasciate a Napoli già a dicembre) e l’Emilia-Romagna (forse si arriva a 125mila iscritti, solo a Bologna sono 30mila), mentre siain Toscana sia in Puglia gli iscritti sarebbero molto al di sotto della somma di Ds e Margherita. Il tutto a fronte di un semi-deserto al Nord: 250 in Valle d’Aosta, circa 1.500 in Trentino, non incoraggianti le cifre ancora incomplete di Piemonte, Veneto e Lombardia (Milano: circa 8mila tesserati, forse 12mila).
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