"Sui fatti relativi al consorzio Tskj, che risalgono al periodo precedente al 2004, c’è un’indagine in corso da parte della Procura della Repubblica di Milano, della Sec del Dipartimento di Giustizia statunitense, che accerteranno i fatti e le eventuali responsabilità. Eni e Saipem-Snamprogetti sono da tempo in contatto a titolo volontario con gli organi inquirenti per fornire loro la massima collaborazione". E’ questo il commento rilasciato oggi da un portavoce dell’Eni sull’inchiesta aperta nei confronti della ex Snamprogetti, poi incorporata da Saipem, società del gruppo energetico, con l’accusa di aver pagato tangenti a politici nigeriani tra il 1994 e il 2004 in cambio di appalti per un valore complessivo di 6 miliardi di euro. Come rivela il ’Corriere della Sera’, l’accusa è di corruzione internazionale e c’è stata una perquisizione negli uffici del Gruppo Eni a San Donato in provincia di Milano. Le persone indagate sarebbero due, ex manager diSnamprogetti. L’inchiesta è coordinata dai magistrati milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, che hanno deciso la perquisizione per poter acquisire documenti anche in funzione di valutare se iscrivere nel registro degli indagati la persona giuridica della società del Gruppo Eni. Questa possibilità, riferisce il Corsera, è ancora possibile ma soltanto per i prossimi 13 giorni perché poi scade il termine di cinque anni per la prescrizione delle responsabilità amministrative delle società per i reati commessi dai dipendenti nell’interesse aziendale. Oggetto dell’inchiesta sono le tangenti sugli appalti per il gas nigeriano, in particolare 182 milioni di dollari che il consorzio Tskj, di cui faceva parte Snamprogetti insieme alla americana Kbr, alla giapponese Igc e alla francese Technip, pagò tra il 1994 e il 2004 in cambio dell’appalto per i sei impianti di estrazione e stoccaggio del gas liquefatto del giacimento di Bonny Island. L’inchiesta è nata in Francia e si èsviluppata in Inghilterra e negli Stati Uniti, in particolare grazie alle rivelazioni di Alberto Jackson Stanley, che ha concordato con la giustizia Usa una condanna a 7 anni di reclusione in Texas dopo aver guidato la Kbr e ammesso il pagamento delle tangenti. L’inchiesta milanese, spiega sempre il Correre della Sera, puo’ peòrò interessarsi solo delle tangenti pagate per l’ultima parte del contratto, quello del 31 luglio 2004. I manager indagati sarebbero quelli più vicini al consorzio Tskj dove le tangenti erano nascoste da contratti di consulenza con un complicato giro che portava i soldi prima a società costituite nel paradiso fiscale di Madeira per poi passare ad altre societa’ che li trasferivano ai politici nigeriani su conti bancari svizzeri o di Montecarlo. Nel febbraio scorso la Kbr-Hallyburtin ha concordato con il Dipartimento di Giustizia del Texas una multa di 579 milioni di dollari ammettendo che Stanley aveva pagato tangenti in Nigeria. L’Eni nega invece di aversaputo che fossero state pagate tangenti da parte del consorzio mentre, prosegue sempre il Corsera di oggi, Stanley ha affermato che le decisioni venivano prese dal comitato direttivo del consorzio Tskj e che "profitti, introiti e spese, incluso il costo degli agenti, furono divisi equamente tra i quattro partners". I destinatari dei soldi delle tangenti in Nigeria sarebbero stati l’ex ministro del Petrolio Dan Etete, condannato in Francia per aver comperato degli immobili con denaro illecito, oltre al generale Sani Abacha, e al presidente nigeriano fino al 2007 Olusegun Obasanjo, che avrebbero avuto rispettivamento tra i 40 e i 45 milioni di dollari e 23 milioni di dollari. Adnkronos
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