Quando sono detonate le bombe erano da poco passate le sette e trenta del mattino, ora di colazione nel centro affaristico della moderna e caotica capitale indonesiana Jakarta. In un attimo le ampie strade si sono riempiti di urla, sangue, vetri e detriti, mentre una nuvola di polvere e cemento si allargava tra gli edifici, hanno raccontato i testimoni. Gli ordigni, all’interno degli hotel delle catene internazionali JW Marriott e Ritz-Carlton, li avevano portati almeno due uomini, due terroristi. A causa delle violente esplosioni sono morte nove persone. Tra cui entrambi gli attentatori e almeno uno straniero, un uomo d’affari neozelandese. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi con il passare delle ore, considerate le decine di feriti ricoverati negli ospedali della capitale indonesiana, tra cui 18 stranieri ma, pare, nessun italiano. Dopo quattro anni di rumoroso silenzio, il terrorismo è tornato a colpire il paese musulmano più popolato almondo, con i suoi 240 milioni di abitanti, in piena espansione e con una democrazia, per l’area, stabile e vivace. «Un attacco crudele e inumano», ha detto il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, ex generale amico degli Usa, rieletto con ampio margine per il secondo mandato proprio la scorsa settimana. Ieri ancora nessuna organizzazione terroristica aveva rivendicato l’attacco, ma in Indonesia si è fatto subito il nome di Jemaah Islamiah, Comunità islamica, gruppo legato sulla scena internazionale ad al-Qaeda. Anzi, di una scheggia di Jemaah Islamiah, guidata dall’ingegnere malese Noordin Mohammed Top, già sospettato di altri attacchi. Ieri però lo stesso presidente Yudhoyono ha riferito alla stampa che sarebbe ancora troppo presto per puntare il dito su Jemaah Islamiah. Per evitare gli accurati controlli di sicurezza all’ingresso gli attentatori avevano pensato bene di prendere una stanza in hotel, al JW Marriott sicuramente, da due giorni, ha comunicato la polizia. Unaltro ordigno, inesploso e disinnescato dagli artificieri indonesiani, è stato trovato al 18esimo piano dell’albergo, all’interno della stanza 1808, probabile base logistica degli attentatori. Allo stato attuale delle indagini non è ancora chiaro se e quanti complici avessero i due uomini. La polizia indonesiana ha riferito ieri che la prima delle due esplosioni è avvenuta nel parcheggio sotterraneo del JW Marriott, dove sette persone hanno perso la vita, mentre la bomba del vicino Ritz-Carlton è detonata nel ristorante e ha strappato via parte della facciata dell’albergo di lusso insieme a due vite. Entrambi gli ordigni erano stati confezionati dagli attentatori, ordigni rudimentali. In passato gli attacchi organizzati da Jemaah Islamiah avevano mietuto anche molte vittime, come le 202 persone, in maggioranza australiani, rimaste uccise nel doppio attentato del 2002 sull’isola di Bali. O come l’altro attentato al Marriott, del 2003, in cui persero la vita 13 persone. L’ultimosanguinoso attacco risale al 2005, quando un attentatore suicida si fece saltare in aria, di nuovo a Bali, uccidendo 22 persone. Dopo quell’ondata di attacchi terroristici, soprattutto durante la presidenza di Yudhoyono, eletto la prima volta nel 2004, l’Indonesia era riuscita a indebolire significativamente la forza di Jemaah Islamiah grazie al pugno duro: una combinazione di leggi speciali, rafforzamento delle unità antiterrorismo e cooperazione internazionale. Una conferma dell’indebolimento di Jemaah Islamiah era venuta anche dalle elezioni parlamentari dello scorso aprile, che avevano fatto registrare un chiaro arretramento dei partiti islamici più radicali. Ma un recente rapporto dell’Istituto australiano di politica strategica aveva messo in guardia per le tensioni all’interno dell’organizzazione per la conquistare della guida di Jemaah Islamiah, combinate con il recente rilascio di ex terroristi. Inoltre l’organizzazione per cellule, anche indipendenti, rende particolarmentepericolosa Jemaah Islamiah, che punta a costituire una sorta di califfato tra gli stati del sud-est asiatico. Quel che si teme, con buone ragioni, è che come per gli attentati degli anni passati anche l’episodio di ieri possa rallentare il flusso di turisti in piena stagione. «Quest’attentato terroristico avrà un pesante effetto sull’economia e sulla nostra immagine nel mondo», ha commentato Yudhoyono. Il presidente statunitense Obama ha condannato gli attentati e offerto l’aiuto del suo paese per la ricostruzione. La minaccia del terrorismo rimane «molto reale», ha detto ieri la segretaria di stato statunitense Hillary Clinton. Per il ministro degli esteri italiano Frattini gli attacchi «confermano la necessità di mantenere alta la guardia nella lotta al terrorismo internazionale». Il Manchester United, atteso in Indonesia per una tappa della tourné asiatica, ha disdetto gli impegni locali. Era atteso per sabato al Ritz-Carlton.
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