Perdonanza, prima di un premier a cena Bertone e Berlusconi
 







di Francesco Bei e Orazio La Rocca




Scomparso dai radar da una settimana, Berlusconi riapparirà venerdì a l’Aquila tra i pellegrini della Perdonanza celestiniana, il rito che da 800 anni garantisce l’indulgenza da ogni peccato ai fedeli "sinceramente pentiti e confessati". E venerdì sera, grazie al pressing di palazzo Chigi, Berlusconi si troverà accanto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla cena che tradizionalmente segue la cerimonia.
Una partecipazione inattesa quella del presidente del Consiglio, confermata solo ieri ufficialmente, che ha destato stupore nel comitato organizzatore della Perdonanza: "Gli altri anni al massimo si faceva vedere un sottosegretario abruzzese". E invece stavolta si materializzerà il presidente del Consiglio in persona, accompagnato da Gianni Letta, il regista del tentativo di riavvicinamento fra Berlusconi e la Santa Sede. Una scommessa tutta in salita quella dell’ala "filovaticana" del governo, se è vero che lo stesso Cavalieresarebbe ancora irritato, come riferiscono fonti vicine a Berlusconi, per "l’attacco gratuito" ricevuto da l’Avvenire a ferragosto, quando il quotidiano della Cei arrivò a stigmatizzare la "tracotante messa in mora di uno stile sobrio" da parte del premier.
E non è certo un caso, fanno notare nel Pdl, se il premier non abbia detto nulla in questi giorni contro la Lega, lasciando che dal Carroccio si scatenasse un’offensiva senza precedenti contro il Vaticano sulla questione immigrazione. "Se i vescovi non frenano le critiche al governo - è il ragionamento che si fa nelle stanze del governo - perché dovremmo noi aprire una polemica con la Lega per difenderli?". Lo stesso discorso potrebbe valere per tutti gli altri dossier che da settembre si apriranno in Parlamento, in primis la legge sul testamento biologico. "Non c’è fretta", si lasciano sfuggire ai piani alti del Pdl, lasciando intendere che l’iter del ddl che sta a cuore alla Chiesa sarà influenzato anche dall’atteggiamento chegli organi di stampa vaticani e "certi vescovi" terranno nei confronti del premier.
Venerdì sera, comunque, Berlusconi finalmente potrà incontrarsi col cardinale Bertone, un sogno che il premier ha accarezzato da quando è al centro delle critiche per le sue vicende personali. Ma Oltretevere frenano gli entusiasmi. All’Aquila non ci sarà nessun colloquio riservato tra Berlusconi e il Segretario di Stato, più "realisticamente" si tratterà di un semplice incontro di cortesia istituzionale che, oltretutto - puntualizzano i collaboratori di Bertone - non è stato chiesto "né dal Vaticano né, tantomeno, dalla curia dell’Aquila". Più semplicemente, è stato Palazzo Chigi a decidere che quest’anno a rappresentare il governo alla Perdonanza sarebbe stato Berlusconi in persona.
"Se il premier non cambia stile di vita l’incontro della Perdonanza non avrà nessun effetto", avvertono tuttavia in Vaticano, dove nessuno è pronto a giurare che gli uomini di papa Ratzinger siano disposti adimenticare tanto facilmente "i pubblici scandali" che stanno ruotando intorno al nome del premier. È una situazione che sta creando non poco imbarazzo in Curia, dove non a caso finora hanno sempre respinto, per motivi di "opportunità", il pressing di Palazzo Chigi per un vertice Berlusconi-Benedetto XVI. E questo malgrado l’intenso lavorìo diplomatico di Gianni Letta presso l’entourage papale per tentare di far spalancare il Portone di Bronzo al premier.
Comunque, al di là di quello che Berlusconi venerdì sera dirà al cardinale Bertone, in Vaticano avvertono che dalla Santa Sede non ci sarà nessun "colpo di spugna" sulla vita privata del Cavaliere, che la Chiesa non sarà mai disposta ad accettare "contropartite governative" (finanziamenti alle scuole private, testamento biologico, stop ai progetti sulle unioni di fatto) e che resta sempre valido "il riferimento all’insegnamento di Santa Maria Goretti fatto dal segretario della Cei, il vescovo Crociata, quando ha richiamato ipolitici italiani ad uno stile di vita più sobrio e più rispettoso della morale e dell’etica".
In ogni caso, nonostante la Perdonanza, Berlusconi non potrà ottenere per sé l’indulgenza plenaria come gli altri diecimila pellegrini. "Il premier non la otterrà - puntualizza il portavoce dell’arcidiocesi dell’Aquila, don Claudio Tracanna - perché, in quanto divorziato, non può accedere al sacramento della comunione". de La Repubblica









   
 



 
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