Selay Ghaffar, direttrice di Hawca-Humanitarian Assistence for Women and Children of Afghanistan , una delle Ong afghane più accreditate, denuncia una situazione che appare riduttivo definire drammatica, appare desiderosa di riprodurre nel linguaggio l’intero vissuto. «Quando si parla di Afghanistan per non rifugiarsi nello stereotipo che accomuna tutti i Paesi dove vi è una guerra, è necessario sviscerare tutti i particolari retroscena di ciò che gli accordi internazionali tra grandi potenze oscurano abilmente. Il Presidente Karzai è un politico corrotto che adesso tutto il mondo ha smascherato, ma continua ad essere al suo posto, nonostante i brogli e la sua condotta precedente, inoltre, il governo in carica è formato da gruppi che si sono combattuti per trenta anni e si sono poi uniti per convenienza, utilizzando i diritti delle donne come vessillo solo per dare una parvenza di democrazia all’esterno, ma non vi è nulla di vero, di serio». Realmente quali conquiste hanno realizzato le donne afghane dopo la caduta dei Taliban? L’idea che molto spesso si ha delle donne afghane dopo la sconfitta dei Taliban è di un’emancipazione totale sulla loro vita e le loro scelte, ma non è così. Ora i nemici si sono diversificati e in realtà le donne sono più vulnerabili di prima, una donna esce per andare a lavorare e viene aggredita, colpita con il vetriolo, attaccata in ogni modo, questa è la realtà di ogni giorno, non fatti di cronaca isolati, ma episodi ricorrenti. Lo storico movimento delle donne afghane, un movimento di rappresentanza che non è nato con la caduta dei Taliban, ma c’era dal 1919, è stato completamente azzerato. Oggi le donne in Afghanistan sono tornate indietro, le conquiste che avevano ottenuto sono state inghiottite dalla brutalità degli eventi, sono aumentate esponenzialmente le donne che si drogano per sfuggire ad un’oppressione insopportabile, sono aumentate le violenze verso le donne, stuprate ancheda esponenti delle forze dell’ordine afghane. Sono cresciuti anche i suicidi, le autoimmolazioni per fuggire dalla violenza, le donne, dunque, continuano ad essere vittime della guerra guerreggiata e della guerra silente e inarrestabile che le vede soccombere, nonostante l’eroica resistenza da sempre sostenuta con coraggio e fierezza, ad una realtà sociale impronunciabile. E’ancora, in qualche modo, presente l’impegno politico delle donne afghane? E’ ora più che mai importante e vitale l’attivismo delle donne impegnate in politica, per loro diviene sempre più difficile svolgere il lavoro di propaganda, anche solo poter esprimere le proprie idee politiche. I "signori della guerra" non accettano che le donne siedano al Parlamento e siano dei soggetti politici. Quale percezione si ha della sicurezza oggi in Afghanistan? Il problema della sicurezza in Afghanistan è davvero grave, è aumentata la pericolosità, diventa difficile avere una vita normale, nonostante siano stati spesitanti soldi con le missioni militari per dare alla popolazione un po’ di sicurezza, nonostante anche l’impegno economico dispiegato dalle forze occidentali. Il paradosso è che proprio di queste presenze paiono farsi beffa tutti quei comandanti legati ai "signori della guerra", gruppi armati, non solo Taliban, che controllano il 90 per cento del territorio, in zone dove non ha accesso il governo Karzai, che dimostra comunque una larghissima tolleranza verso queste bande armate, seminatori di morte e terrore tra la popolazione. Il problema che rimane, che è evidente, è rispondere alle domande:" Perché le donne e i bambini afghani subiscono tutto questo?" "Ci sono state conferenze internazionali che rispondono a tutto questo?" Si era, forse, deciso che chi fosse coinvolto nelle brutalità, negli abusi e spargimenti di sangue, in realtà dovesse essere premiato perché è stato fatto sedere al Parlamento e governare, nonostante tutto il male disseminato? A questo dobbiamo aggiungere chedavvero ci troviamo in presenza di un rinnovato vigore dell’insorgenza talibana, con diverse missioni di pace che probabilmente aumenteranno le truppe, in un clima di vuoto mediatico e disinformazione imperanti, queste sono gli indicatori del momento attuale che vive il mio Paese. Di che cosa si occupa Hawca? L’associazione, una Ong fondata da volontarie, lavora in Afghanistan con le donne e i bambini dal 1999, le attività si sono concentrate anche nei campi del Pakistan, cercando di rafforzare le donne nel loro ruolo, promuovendo un’azione umanitaria in loro aiuto. I progetti di Hawca si rivolgono alle donne, ma sono anche aiuti rivolti alla scolarizzazione, ogni bambino che riesce ad andare a scuola è un successo, una sfida vinta. Hawca agisce nell’intento di eliminare la violenza contro le donne maltrattate in famiglia ma anche socialmente, diamo loro assistenza legale, attraverso un percorso che le renda consapevoli di quel che accade. Tutto ciò mediante la creazione diuno shelter, ossia una casa di protezione per le donne vittime di violenza in cui vengono accolte e sostenute anche psicologicamente, nella certezza che renderle indipendenti economicamente sia fondamentale, per questo, nei limiti del possibile, promuoviamo delle attività lavorative, insegnando loro un mestiere. L’obiettivo vero è quello di creare un movimento che le faccia essere loro stesse una voce che possa raggiungere ciascuna donna anche nel villaggio più sperduto, affinché tutte possano confrontarsi con le istituzioni e divenire quel fattore reale di cambiamento per l’intero tessuto sociale, tanto auspicato.
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