Obama tassa grandi banche. -Ci riprendiamo nostri soldi-
 







di Emanuele Riccardi




Presidente Barack Obama

"Vogliamo recuperare i nostri soldi e li recupereremo". Con questa frase shock, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato oggi a Washington il suo progetto di tassa sulla crisi destinata alle grandi banche Usa. Tra queste ci sono colossi mondiale come Bank of America, Citigroup e Jp Morgan Chase, salvate dalla crisi con denaro pubblico, grazie al quale non hanno fatto la fine di Bear Stearns e di Lehman Brothers, scomparse dalla scena.
Le grandi banche, accusate di aver provocato la crisi, non hanno reagito bene, anche se in borsa i loro titoli hanno seguito l’andamento dei listini, moderatamente positivi. Gli istituti di credito sostengono che il settore dei prestiti verrà messo in ginocchio, paralizzando l’economia, e hanno quindi annunciando una lotta senza quartiere contro il progetto Obama, che dovrà ricevere il via libera del Congresso. Nel suo breve intervento di sei minuti circa, il presidente Usa, recentemente criticatoda più parti perché considerato troppo vicino a Wall Street, ha spiegato di avere preso la decisione spinto dagli "enormi profitti e i bonus osceni" generati e versati dalle grandi banche salvate grazie al denaro pubblico. Obama ha ricordato che molte di queste banche hanno avuto "comportamenti rischiosi" che hanno portato alla maggiore crisi finanziaria del dopoguerra.
Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) Dominique Strauss Khan, ha accolto con grande favore l’annuncio di Obama definendolo "un ottimo segnale rivolto dagli Stati Uniti al resto del mondo", dimostrando che le accuse sullo strapotere di Wall Street non erano fondate. L’idea del presidente è di imporre la cosiddetta tassa sulla responsabilità della crisi fino a quando "il popolo americano non sarà stato totalmente compensato per l’assistenza straordinaria fornita a Wall Street". Obama parla di una durata minima di 10 anni, di più se necessario, per restituire al Tesoro gli aiuti del Tarp(Troubled Asset Relief Program) destinato a risollevare la banche colpite dalla crisi. L’obiettivo - ha spiegato l’inquilino della Casa Bianca - non é di penalizzare gli istituti finanziari, di cui ha tenuto a sottolineare l’importanza. Ed il progetto riguarderà soltanto le maggiori istituzioni finanziarie, quelle con asset superiori ai 50 miliardi di dollari. Il 60% della tassa, in base ai calcoli della Casa Bianca, sarà fornita dalle 10 maggiori banche del Paese. Obama calcola in un massimo di circa 117 miliardi di dollari in 12 anni le somme da recuperare, ma probabilmente si tratterà di una somma inferiore.
Le grandi banche Usa hanno deciso di passare immediatamente all’attacco. Secondo il quotidiano online The Politico, gli istituti finanziari sostengono che la tassa avrà effetti negativi sull’economia, costando fino a 1.000 miliardi di dollari in prestiti perduti. Un banchiere ha spiegato che "il denaro raccolto dall’erario verrà tolto al sistema bancario ed ogni dollaro dicapitale ne genera 10 in prestiti". E siccome Obama punta a recuperare intorno ai 100 miliardi di dollari, i prestiti perduti saranno intorno ai 1.000 miliardi. Alcuni grandi banche, secondo l’agenzia Bloomberg, sono ancora più pessimiste. Bofa e Jp Morgan stimano in circa 1,5 miliardi ognuno la somme da versare all’erario.de Ansa









   
 



 
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