Pedofilia, il Papa sapeva
 







Simonetta Cossu




Seconda puntata dell’inchiesta del New York Times e seconda bordata per il Vaticano. Dopo le accuse al pontefice e a Bertone sulla vicenda di padre Murphy, documenti indicano il possibile coinvolgimento di Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco, nel reintegro di padre Hullermann.
"Il cardinale Joseph Ratzinger, ai tempi in cui era arcivescovo di Monaco, fu informato del fatto che un prete, per il quale era stata approvata una terapia nel 1980 per pedofilia, sarebbe tornato all’attività pastorale pochi giorni dopo aver iniziato la terapia psichiatrica". La vicenda del reverendo Peter Hullermann, che nel 1986 fu poi condannato per molestie a ragazzi in un’altra parrocchia della Baviera, era emersa nelle scorse settimane e allora l’arcidiocesi di Monaco aveva addossato l’intera responsabilità della decisione di trasferimento all’allora vice del cardinale Ratzinger, Gerhard Gruber. Ma ora il Nyt , sosteniene l’esistenza di una informativa cheproverebbe un coinvolgimento diretto dell’allora cardinale Ratzinger.
Il quotidiano precisa comunque che rimane da chiarire "che ruolo abbia effettivamente avuto nella decisione, e quanto interesse abbia mostrato nel caso del prete molestatore" il futuro Papa. Fonti ecclesiastiche - continua ancora il Nyt - difendono il Papa sostenendo che l’informativa era una routine e che "è improbabile che sia finita effettivamente sulla scrivania dell’arcivescovo", secondo quanto ha detto il reverendo Lorenz Wolf, giudice vicario dell’arcidiocesi di Monaco, che non può però escludere che il Papa l’abbia letta.
Immediata reazione dal Vaticano che definisce quanto scritto dal quotidiano di New York "Mera speculazione". Secondo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi: «L’articolo del Nyt non contiene alcuna nuova informazione oltre a quelle che la Archidiocesi ha già comunicato sulle conoscenze dell’allora Arcivescovo sulla situazione del sacerdote H. - recitail comunicato L’Archidiocesi conferma quindi la sua posizione, secondo cui l’allora Arcivescovo non ha conosciuto la decisione di reinserire il sacerdote H. nell’attività pastorale parrocchiale».
l periodo preso in esame dal Nyt va dal dicembre 1979 al febbraio 1980. "In questo breve lasso di tempo, una serie di lettere, verbali di riunioni e documenti personali dimostrano che padre Hullermann passò dall’essere caduto in disgrazia, con la sospensione dai suoi incarichi a Essen, a lavorare senza restrizione a Monaco, nonostante la lettera che ne chiedeva il trasferimento descrivesse l’uomo come un potenziale pericolo". A settembre, ricostruisce ancora il Nyt , il cappellano era stato rimosso dalla congregazione dopo che tre famiglie lo avevano denunciato per aver molestato i propri figli maschi: "Accuse che lui non negò mai", ricorda il giornale. Il suo superiore di Essen parlava di pericoli talmente gravi da meritare conseguenze legali, pur senza menzionare mai le molestie. Anchese poi suggeriva che padre Hullermann avrebbe potuto insegnare "in una scuola femminile".
"Il 9 gennaio, padre Fahr preparò un’informativa riassuntiva della situazione per i superiori della diocesi - continua il Nyt - dicendo che il prete aveva bisogno di una ’psicoterapia a Monaco’ e di un posto per vivere, ’insieme a un collega comprensivo’. E proseguiva elogiando il prete di Essen, come un’uomo pieno di talento, che potrebbe essere utilizzato in vari modi". Padre Fahr, ribadisce il Nyt , oltre a essere il "filtro" di tutte le informazioni concernenti Hullermann, "era un grande amico del cardinale Ratzinger". Il momento di svolta della vicenda fu la riunione del 15 gennaio 1980. "Il cardinale Ratzinger la presiedeva (...) Al punto 5d dell’agenda c’era la delicata questione del futuro di padre Hullermann. I verbali della riunione non riportano i dettagli della discussione, e dichiarano semplicemente che il prete di Essen bisognoso di trattamenti psichiatrici richiedeva un posto pervivere e operare nella congregazione di Monaco. ’La richiesta viene accolta’, riporta il verbale, affermando che Hullermann sarebbe andato a vivere nella chiesa di San Giovanni Battista, nella parte nord della città". Il Nyt spiega anche che il linguaggio dei verbali delle riunioni è "cifrato", perché sono documenti che possono circolare nello staff della diocesi, in pratica chi sa di cosa si parla capisce, chi non lo sa non capisce.









   
 



 
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