La -contromossa- che non ti aspetti. La reazione del Quirinale, una volta tanto, lineare, semplice, diretta. Dura. E’ accaduto ieri, quando la giornata politica - in una stagione che non ha nulla di festivo - è cominciata con la lettura di un’intervista a Maurizio Bianconi, vice presidente del gruppo Pdl alla Camera. Personaggio magari poco noto alla ribalta mediatica, eppure molto potente: fa parte della Commissione Affari Costituzionali e soprattutto è membro del comitato parlamentare per i procedimenti di accusa. In un’intervista a -Il Giornale- - e dove altro sennò? - Bianconi ripete la solita -tiritera- ripetuta fino all’ossessione dai suoi colleghi di maggioranza: se c’è la crisi, si va al voto. Solo che in più, ci aggiunge una provocazione nei confronti del Quirinale. Questa: -Napolitano sta tradendo la Costituzione-. La colpa del Presidente? L’intervista concessa a l’Unità, dove ha spiegato che davanti ad una crisi di governo esistonoprocedure stabilite dalla Costituzione. Facendo capire che non spetta al premier decidere se e quando ricorrere ad elezioni anticipate. Questo ha fatto infuriare i vertici del Pdl. Col vice presidente del gruppo alla Camera che ieri ha deciso di passare il limite: Bianconi ha spiegato che, a suo dire, -Napolitano compie un atto di incoerenza gravissima, dicendo no al voto anticipato e si alla ricerca di un governo tecnico-. Il tutto, accompagnato da altre parole. Quelle di Cicchitto, soprattutto. Che molti hanno già definito -eversive-. Perché l’ex socialista, ancora ieri mattina si affannava a dichiarare che in Italia c’è già un’altra Costituzione. -Credo che nel rispetto della Costituzione ”materiale”, della logica bipolare e del fatto che alle elezioni si vota ormai per il leader, in caso di crisi, occorra tornare al voto-. Le parole di Cicchitto, ma anche quelle di Gasparri. Secondo il quale c’è il rischio che il Quirinale avalli -alle congiure di Palazzo-. Tutto ciò è statodavvero troppo. Anche per un Presidente pacato e attento ai difficili equilibri della politica. Così, verso l’ora di pranzo, il Quirinale ha fatto uscire una sua nota. Che definire strana e atipica è poco. Stavolta è netta, chiara: ed è una sfida aperta alle destre. Qualcuno - c’è scritto nelle poche righe - -si è abbandonato ad affermazioni avventate e gravi sostenendo che il Presidente stia tradendo la Costituzione-. E allora, se è così, - -essendo questa materia regolata dalla stessa Carta (di cui l’on. Bianconi è di certo attento conoscitore)- - si dovrebbe avere il coraggio di -assumere iniziative ai sensi dell’articolo 90-. Si dovrebbe avere il coraggio di chiedere l’impeachment per il Presidente della Repubblica. O lo si fa, o la si fa finita con le provocazioni. Una volta tanto, dunque, una nota del Quirinale non si presta alle solite lunghe, defatiganti interpretazioni. Napolitano ha parlato chiaro e ha scatenato un putiferio. La destra, con gli stessi protagonisti, hatentato la retromarcia. Che è suonata un po’ patetica. Così Cicchitto ha ribattuto che - -indipendentemente dalle parole usate da Bianconi- - il Pdl in questi giorni ha solo ribadito la sua preferenza per il voto anticipato. Ancora più grottesca la replica di Bianconi: -L’impeachment? Non sono così imbecille da chiedere una cosa del genere-. E l’opposizione? L’opposizione parlamentare? Dal Pd, due dichiarazioni diverse. Anna Finocchiaro non trova di meglio che rivolgersi a Berlusconi: prenda le distanze. Rosi Bindi, invece, non va per il sottile: -La destra sta avvelenando il clima-. Un discorso a parte merita la pattuglia finiana. Attorno a cui ruota il futuro di Berlusconi. E c’è da dire che -forzature- come quelle di ieri sembrano fatte apposta per accentuare le divisioni nella maggioranza. Per tutti ha parlato Briguglio, deputato. Lo stesso che nei giorni scorsi aveva parlato della possibilità di dossier contro Napolitano. -Non mi ero sbagliato di molto - ha detto - sonostato facile profeta... ormai siamo all’intimidazione...-.
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