Tor Bella Monaca, l’urbanista Salzano parla di -proposta insensata-
 











Edoardo Salzano , una delle voci più autorevoli dell’urbanistica italiana, afferma che -i problemi della città andrebbero seguiti nel tempo, con un’attenzione continua-. La proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno di demolire il quartiere di Tor Bella Monaca e riqualificarlo, sarebbe solo un particolare caso di una pratica edilizia generalizzante. -Se il progetto fosse quello di rendere più vivibile le periferie romane, si farebbe come si fa negli altri paesi o si è fatto in altri tempi in Italia: coinvolgere i cittadini in una discussione sui problemi e sui modi per risolverli-.
La diffusione della “cultura dell’abitare” è l’intento che da decenni muove Edoardo Salzano, urbanista d’esperienza e fondatore del sito www.eddyburg.it, punto di riferimento del settore. Non rientrerebbe in una politica vicina al cittadino la proposta lanciata dal sindaco di Roma Alemanno di demolire ericostruire il disagiato quartiere di Tor Bella Monaca. «Bisogna capire se la città deve essere organizzata, perché gli uomini vivano meglio o semplicemente per far aumentare il PIL», sostiene Salzano.
Il buon senso civile. L’esempio di Berdini
L’urbanista sostiene che «il nodo della questione, di cui nessuno sulla stampa quotidiana ha parlato, è capire in che modo si considera la città. Se si demolisce per poi ricostruire, c’è chi specula e non ci si occupa seriamente dei problemi degli abitanti». In tal senso un esempio viene dall’ingegnere Paolo Berdini, in un articolo apparso ieri sul Manifesto: -Il merito di Berdini è di aver usato parole di buon senso, che quindi risultano strane. Parla concretamente, come si fa negli altri paesi dove le questioni urbane sono seguite per costruire e progettare sistematicamente la città-.
Dare voce ai cittadini
Il problema, secondo Salzano, non è l’iniziativa di Alemanno in sé e per sé, quanto -il modo che hanno i politici italiani, apartire da quelli di Destra, di affrontare le questioni della città, spesso mero pretesto per fare delle “sparate”. La cosa non ha nessun senso: è semplicemente distruttiva-. Occorrerebbe un coinvolgimento maggiore e partecipato della società civile, un -lavoro lunghissimo- che però darebbe -spazio, voci e servizi a quella pluralità di centri in cui i cittadini stanno ricominciando a fare politica. Sto parlando dei comitati, dei gruppi di cittadinanza attiva e delle associazioni presenti sul territorio-. -ami-

 









   
 



 
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