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"Le persone non vogliono essere governate,ma informate!" A parlare è l’Assessore alle Politiche della salute della Regione Puglia,Tommaso Fiore,colui che “c’informa” della gravissima situazione che il mondo sanitario pugliese sta vivendo. “Il sistema sanitario nazionale è sotto una morsa stritolatrice di straordinaria potenza: da una parte il taglio alle risorse disponibili, portato a compimento dalle Finanziarie di Tremonti, si tradurrà in una riduzione della spesa tendenziale - ossia quella realmente necessaria per offrire i servizi sanitari nei prossimi tre anni - di 35 mld di euro e, dall’altra parte, l’organizzazione sanitaria già frantumata in 20 sistemi sanitari regionali troverà, nel federalismo fiscale, la cementificazione delle disuguaglianze esistenti rispetto alle prestazioni erogate, cancellando definitivamente quel che resta della universalità del diritto alla salute.” "Ci sono in ballo 500 milioni di euro. La quantità di danaroche il governo ripartisce fra le regioni è insufficiente per la gestione dei servizi sanitari, è una modalità di riparto iniqua , come se il sud valesse meno. Oltre alle risorse date dal governo , sono stati utilizzati i fondi della regione , imponendo tassazioni ai cittadini , aumentando l’ IRPEF, perchè obbligati ad un piano di rientro. Il piano di rientro della spesa sanitaria,accordo fra regione e Stato, dovrebbe essere finalizzato a ristabilire l’equilibrio economico finanziario della regione interessata,e dovrebbe individuare e affrontare le problematiche emerse,bloccando assunzioni e turn-over. C’è quindi impossibilità di garantire e sostenere un minimo di servizi , ed è stata proposta così la chiusura di piccoli ospedali. Il decreto Tremonti , poi convertito in legge , ha proposto un’operazione che non interviene in maniera uguale in tutto il territorio nazionale. La regione Puglia lo scorso anno è stata protagonista di una battaglia furibonda ,organizzata dalle regioni meridionali , per cercare di far passare nuovi criteri di riparto nell’operazione di divisione del fondo sanitario nazionale . Nulla è stato ottenuto dal punto di vista pratico , ma qualche mese fa l’agenzia nazionale dei servizi sanitari (Age.Na.S), che è un ente nazionale con personalità giuridica di diritto pubblico che svolge un ruolo di collegamento e di supporto decisionale per il Ministero della salute e le regioni sulle strategie di sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale, cui è stato affidato lo studio dei nuovi criteri di riparto,ha scritto un documento,un documento ufficiale,nel quale dichiara giusto introdurre il cosiddetto indice di deprivazione nell’ambito del riparto del fondo sanitario nazionale,cioè ha riconosciuto per la prima volta che la richiesta delle regioni meridionali, di tener conto del reddito del disagio sociale, era una richiesta giusta. Contemporaneamente il ministro Tremonti il 30 giugno di quest’anno ha presentato al governodella Repubblica il suo piano per il federalismo fiscale. Un’idiozia! Dove c’è ricchezza rimane , tragica situazione è per chi invece vive al sud che è arrivato ormai alle soglie della sopravvivenza. Ma secondo il Ministro, il federalismo è l’unico modo per non dividere il paese e riallineare l’Italia ai paesi europei. Si avviano dei processi contro il proletariato , negli ultimi anni si dice che il mercato sia regolatore di ogni cosa ,dicono che tutto ciò che è pubblico è sbagliato, portando così alla privatizzazione globale,addirittura dell’acqua, credendo che tra privati ci sia più competitività. Il 61 % ,però, delle strutture sanitarie private non risultano ancora in regola con il Sistema sanitario Nazionale. E’ inconcepibile comprare anche il diritto alla salute, privatizzare la sanità non rappresenta una soluzione per sanare gli sprechi e per garantire un’assistenza migliore. Lo scontro tra il nostro governo regionale e quello nazionale è puramente ideologico e non c’èsoluzione. Se non verrà trovata un’intesa con il governo Berlusconi,le internalizzazioni del personale sanitario rimarrano congelate. Da noi l’impiego pubblico è percentualmente molto più importante rispetto ad altre regioni del paese,quindi un blocco dei salari per tre anni avrebbe un effetto devastante sull’economia della Puglia, mentre avrebbe un effetto ridotto in altri tipi di economie dove l’occupazione è garantita da altre fonti. Siamo ancora classificati cittadini o cittadini di serie b , incapaci di poter prendere decisioni? E a prendere questa decisione,invece, chi è? Lo stesso gruppo che ci ha portato alla peggior crisi del mondo paragonabile solo a quella del ’29. Viene riproposta la stessa filosofia che ha portato al disastro dal quale però si vuol salvare solo un pezzo di Paese. Oggi siamo a un livello di scontro politico fortissimo , è necessario mantenere un livello di allarme e un livello di mobilitazione più alto. Ci sono diritti non negoziabili,si dovrà fare tutto ilpossibile”. E noi ,anche se con disappunto e crescente preoccupazione, ce lo auguriamo.
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