Sanità Lazio, i sindaci contro Renata Polverini. La protesta arriva a Roma
 











R. Polverini

Ancora una volta i cittadini, insieme ai loro sindaci, dei comuni laziali si sono ritrovati a Roma per protestare contro il piano sulla sanità della Regione Lazio. Un provvedimento che prevede il drastico ridimensionamento o la chiusura di numerosi ospedali in provincia e nella capitale. Il piano è stato firmato oggi insieme al ministro dell’Economia Giulio Tremonti ed è per questo motivo che la manifestazione si è recata sotto le finestre del ministero delle Finanze. I sindaci lamentano un mancanto confronto con la presidente della Regione mentre i cittadini sono esaperati dalla prospettiva di sobbarcarsi lunghi tragitti per potersi curare poichè i tagli si riflettono su bacini di utenza molto grandi. Intanto il sospetto che l’iniziativa, dell’ex leader dell’Ugl, sia un regalo ai privati sta diventando sempre più forte.
«La nostra provincia non può essere trattata in questo modo, non chiediamo cose particolari ma di essere trattati come Roma.Non è possibile che nel piano siano previsti due posti letto per mille abitanti e nella capitale si supera 4». Piero Fabrizi, primo cittadino di Ernica a pochi km da Frosinone, sintetizza bene il perchè della manifestazione di Roma, con la quale i sindaci di numerosissimi piccoli comuni del Lazio hanno protestato, insieme ai loro cittadini, contro il piano sulla sanità, voluto dalla governatrice del Lazio Renata Polverini.
Il corteo partito da piazza della Repubblica ha percorso poche centinania di metri per giungere sotto il ministero delle Finanze, un luogo simbolico visto che il piano è stato firmato dalla Polverini insieme al ministro dell’Economia Giulio Tremonti visto come il vero ideatore dei tagli agli ospedali che tante proteste stanno provocando. Alla domanda sul perchè è stato scelto proprio il ministero economico e non la sede della Regione alla Pisana, risponde il sindaco di Acquafondata in Ciociaria: «Noi faremo una manifestazione anche di fronte la sede della regionema ci sembra giusto essere qui (il ministero delle Finanze ndr.) perchè è qui che è stato creato l’imbroglio. Così adesso noi per curarci dovremmo venire al Policlinico di Roma dove i nostri familiari non ci potranno neanche seguire
Una mannaia abbattutasi sui comuni delle provincie laziali in maniera evidente, 24 strutture sanitarie da chiudere o trasformare in soli centri di primo intervento, il piano è stato firmato oggi ma già ieri sera sembra che la Polverini si sia premunita di dare il via al provvedimento. Una notizia che i sindaci non hanno di certo accolto con favore. Luigi Crocetta, delegato al corteo, del sindaco di Velletri va giù duro: «questa mattina doveva esserci la firma della Polverini, insieme a Tremonti, del piano sanità, ma le notizie ci dicono che in realtà il piano è stato firmato già ieri sera perchè, come sempre, ha avuto paura del confronto. Polverini non ha mai ascoltato il territorio, ha fatto per conto suo senza sentire le esigenze. La gente delterritorio vuole capire come stanno le cose perchè si chiudono ospedali che funzionano e si favoriscono gli amici degli amici».
Il sospetto che l’iniziativa, dell’ex leader dell’Ugl, sia un regalo ai privati è molto forte. Ad esempio da Anagni gli utenti dovrebbero recarsi al Policlinico Casilino di Roma, dove sono molto forti gli interessi del parlamentare del Pdl Giuseppe Ciarrapico il quale possiede una partecipazione di controllo del gruppo Eurosanità SpA. Anche Mauro Alessandri, primo cittadino di Monterotondo, ravvisa che «certamente questo non è un piano che va a favore della sanità pubblica che è messa in ginocchio, mentre chiaramente non si lamentano gli ospedali privati legati a grandi fondazioni cattoliche».
Un dato che risulta subito evidente è che la protesta coinvolge amministratori di diverso colore politico, ma c’è anche un altro segno che evidenzia la crisi che si sta aprendo tra realtà locali e Regione. Molti cittadini all’interno della manifestazione hannoindividuato la Polverini come il nemico principali, un sentimento espresso in maniera forte anche da coloro che l’hanno eletta nelle precedenti elezioni amministrative.
Gli slogan urlati a gran voce possono essere riassunti in uno solo «Bugiarda». Questo perchè tante erano state le promesse in campagna elettorale. La crisi della sanità laziale, che ha ormai una data molto indietro nel tempo, era stata addossata alla giunta Marrazzo che nella stessa maniera si era trovato a far i conti con un deficit spaventoso. Le paventate chiusure di ospedali avevano già provocato la protesta dell’allora opposizione di centrodestra che invece ora sta attuando tagli in maniera ancora più grande.  alessandro fioroni-ami

 

 









   
 



 
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