L’Aquila, i poliziotti abbandonati tra le macerie
 











Dopo Napoli e i rifiuti, a L’Aquila sui luoghi del terremoto. Proprio mentre il suo governo è virtualmente caduto Silvio Berlusconi torna su quei luoghi che hanno costituito gli elementi forti della sua propaganda di fronte ai cittadini italiani. Ma come in Campania gli stessi che lo hanno votato ora protestano, anche in Abruzzo non più applausi ma manifestazioni.
L’arrivo di Berlusconi - Oggi il premier infatti si reca nel capoluogo abruzzese per consegnare alcune onoreficenze ai vertici di Protezione Civile e delle delle forze di polizia presso il DICOMAC, la cittadella militarizzata della guardia di Finanza. Ma ad attenderlo non ci saranno folle plaudenti e fanfare, bensì la rabbia dei cittadini che vedono praticamente ferma la ricostruzione dell’Aquila. Sono soprattutto i poliziotti, quelli che fin dalle prime ore del terremoto accorsero in soccorso delle vittime, a rivendicare difficili condizioni di lavoro e di esistenza.
Ipoliziottiabbandonati - I sindacati di Polizia al completo (Sap, Siap, Silp, Ugl Polizia di Stato, Coisp, Siulp) stanno mettendo in campo alcune iniziative di protesta probabilmente all’arrivo del presidente del Consiglio se giungerà in aereo. L’appuntamento è quindi all’aeroporto di Preduro. Gli appartenenti alle Forze dell’ordine in una nota sindacale ricordano che «ancora oggi sono costretti a lavorare ammassati e dimenticati in malsani ambienti di fortuna, compresa una centrale termica».
Traditi dal governo - «Ci sentiamo traditi da questo governo sia dal punto di vista politico sia su quello che riguarda la ricostruzione della città dell’Aquila» spiega al telefono Fabio Lauri, segretario Siulp della Provincia dell’Aquila. Oltre ai tagli previsti al comparto sicurezza i poliziotti si sentono abbandonati fin dal 6 aprile 2009, il giorno del terremoto. Questo perchè lavorano ancora in dei container o nei sottoscala di qualche ufficio scampato al sisma.
Come i civili - Unadirettiva delMinistro dell’Interno equipara i poliziotti agli impiegati civili, se ciò venisse messo in pratica i pseudo uffici della Polizia dovrebbero rimanere aperti dalle 8 alle 18, «non riconoscendo – dice Lauri – agli operatori della Polizia di Stato la loro specificità». Ma il nodo più grave è quello che riguarda la ricostruzione mancata della Questura, così raccontano i poliziotti «ci hanno umiliato, negli attuali uffici non c’è neanche la copertura telefonica per i telefonini»
Proprio non va giù che il Governo si sia fatto vanto e si sia accreditato i meriti della ricostruzione «sinora solo virtuale» a danno anche dell’immagine della popolazione aquilana. alessandro fioroni - ami-









   
 



 
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