Lampi di guerra tra le due Coree, dopo che l’artiglieria di Pyongyang ha colpito l’isola sudcoreana di Yeonpyeong, nel mar Giallo, uccidendo due marinai di Seul e ferendone altri 16, più tre civili. Una settantina di case sono state incendiate. La Corea del sud ha risposto sparando un’ottantina di colpi di artiglieria e decretando il massimo livello di allerta in tempo di pace. I caccia di Seul sono immediatamente decollati e hanno sorvolato l’isola. Il presidente sudcoreano, Lee-Muung-bak ha avvertito che il suo Paese -risponderà duramente a qualsiasi ulteriore provocazione- e ha definito -imperdonabile- questa -chiara provocazione armata diretta contro obiettivi civili-. Dalla capitale del nord, Pyongyang, si sostiene invece di aver risposto al fuoco dopo -spregiudicate provocazioni militari da parte del sud- che avrebbe aperto il fuoco verso le sue acque territoriali. -Continueremo a colpire senza pietà e senza alcuna esitazione se il nemico osainvadere le nostre acque territoriali di un solo millimetro-, ha fatto sapere attraverso l’agenzia Kcna. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu potrebbe riunirsi nelle prossime ore per affrontare quello che è uno dei più gravi incidenti militari dalla fine del conflitto intercoreano, nel 1953. L’attacco nordcoreano è avvenuto alle 14,24 ora locale (quando in Italia erano le 07,34). I 1.600 abitanti sono stati trasferiti nei bunker, alcuni sono fuggi su barche di pescatori. L’isola sorge 3 chilometri a sud della contestata frontiera marittima tra le due Coree. Come altre isole lungo il confine marittimo occidentale, è da oltre 50 anni al centro di una disputa perchè Pyongyang non ha mai riconosciuto ufficialmente i confini tracciati al termine della guerra conclusasi senza un trattato di pace. Nel corso degli ultimi anni ci sono stati almeno tre scontri tra le marine dei due Paesi, l’ultimo nel 2009. Il governo cinese si è detto molto preoccupato e ha invitato le parti a tornare allaragionevolezza. La Russia ha invitato a evitare un’escalation. Da Washington è giunta la "ferma condanna degli Usa". L’Italia, con il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha "condannato fermamente" l’attacco e ha auspicato una risposta "dura". La nuova tensione arriva in un momento già molto difficile per i rapporti tra le due Coree, con la malattia del leader del nord, Kim Jong-Il, che rende probabile un’imminente successione a beneficio del figlio minore, e la rivelazione sabato scorso che Pyongyang dispone di un nuovo sofisticato impianto per l’arricchimento dell’uranio. Questi i fatti di cronaca, la realpolitick dell’area racconta di una situazione che nonostate le apparenze è molto meno guerresca di quanto sembri. Sarà un caso ma l’ultimo incidente accade proprio mentre l’inviato americano Stephen Bosworth si trova a Pechino proveniente da Seul e Tokio per un incontro che ha l’obiettivo di ricercare un coordinamento si come gestire la Corea del Nord. Il vero playmakerinfatti di tutta l’area è infatti la Cina che non intende per nulla recedere dal suo ruolo di leader dell’area. Le estemporaneità nordcoreane sembrano proprio giocare in questa direzione. La reazione di Pechino all’incidente è stato un invito alle due Coree a riprendere il dialogo e si è detta disposta a ripristinare le condizioni diplomatiche per il riavvio della trattativa tra il governo di Pyongyang ed i Paesi che sono coinvolti nella questione nucleare nordcoreana. I cinesi vogliono aprire una trattativa a se che coinvolge: Cina, Corea del Nord, Corea del Sud, Stati Uniti, Russia e Giappone. L’azzardo di Pyongyang è di essere convinti che tenendo aperte le due opzioni, quello nucleare e quello dello scontro convenzionale, sia il modo per ottenere dei negoziati dove anche la Corea del Nord possa dire la sua. Nonè un caso che proprio a questo scopo che ha invitato un gruppo di esperti americani a visitare i suoi impianti di arrichimento. Tra questi c’era Sigfried Hecker che alsuo ritorno a Washington ha rivelato di aver visto cose sorprendenti e ha confermato l’esistenza di 2000 centrifughe pronte all’uso. E ancora più preoccupante sono le notizie che Pyongyang sarebbe in procinto di testare un terzo ordigno nucleare. Al momento Washington non ha armamenti nucleari in Sud Corea, e ne Seul che Obama sembrano intenzionati a ritornare sui loro passi, resta l’incognita di cosa intende fare il presidente Usa sul possibile invio di soldati nella penisola. Resta in ogni caso un situazione che nonostante le analisi e le roboanti dichiarazione resta molto pericolosa e che a qualcuno potrebbero saltare i nervi, in quel caso la situazione potrebbe precipitare.
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