Il Vaticano inserisce il reato di pedopornografia
 







Alessandro Speciale




Molto più che un nuovo set di norme che regolano come la Chiesa cattolica punisce i preti pedofili: l’aggiornamento delle norme canoniche sui "delicta graviora" - i delitti "eccezionalmente gravi" per cui è competente la Congregazione vaticana per la dottrina della fede - oltre a risistemare i decreti e la prassi giuridica messa in atto di fronte agli scandali degli ultimi anni, riordina anche le procedure e le pene per tutta un’altra sede di reati ecclesiastici, dalle offese al sacramento della penitenza e all’eucaristia, alla "attentata ordinazione" di una donna al sacerdozio, fino ai crimini "contro la fede" come l’eresia, lo scisma e l’apostasia.
Inoltre, confermando le numerose anticipazioni comparse in questi giorni sui media internazionali, le nuove regole pubblicate dalla Santa Sede riconfigurano l’equilibrio dei poteri nella Curia vaticana, ampliando significativamente le competenze "giudiziarie" della Congregazione per la dottrinadella fede, il dicastero vaticano un tempo noto come "la Suprema" e che per oltre vent’anni è stato guidato proprio dal cardinale Joseph Ratzinger, oggi papa Benedetto XVI.
Nel dettaglio, con le nuove norme, diventa reato la pedopornografia e i termini di prescrizione per un prete "predatore" vengono allungati da dieci a venti anni anche in ragione del fatto che la violenza subita da un bambino può avere bisogno di un lungo periodo prima che la vittima si decida a denunciarlo. Equiparati alla pedofilia anche gli abusi a danno di adulti "con limitato uso della ragione" e le porte dei tribunali ecclesiali vengono aperte anche a giudici ed esperti laici. Vengono inoltre adottate procedure più spedite per la dimissione dallo stato clericale di un sacerdote pedofilo, e, in casi gravissimi, il papa può "spretare" il colpevole senza processo canonico.
Le nuove regole non fanno alcune menzione dell’obbligo - o meno - di denuncia dei preti sospettati di pedofilia alle autorità giudiziarieda parte dei vescovi. Ma padre Lombardi ha voluto sottolineare che la -prassi proposta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede occorre provvedere per tempo ad ottemperare alle disposizioni di legge vigenti nei diversi Paesi e non nel corso del procedimento canonico o successivamente ad esso-. E monsignor Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la dottrina della fede (ovvero il "procuratore generale" della Santa Sede), nel briefing di presentazione delle nuove norme in Vaticano ha precisato che «bisogna obbedire alle leggi civili già dall’inizio e non aspettare l’esito del processo canonico-, una indicazione che -viene già da San Paolo, non c’è bisogno di richiamare tutti i principi del buon vivere in un testo tecnico come questo-.
Insoddisfatte, però, le associazioni di vittime dei preti pedofili. Il nuovo testo legale «è deludente e improvvido-, commenta la presidente dello Snap (Survivors Network of those Abused by Priests), Barbara Dorris. Lenuove norme -sono come attaccare un elefante con una cerbottana quando l’elefante è già fuori tiro-.
Alla radice del riordino c’è -la vasta risonanza pubblica avuta negli anni recenti- dalla questione pedofilia, ha spiegato ieri il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, che ha -sviluppato un intenso dibattito sulle norme e procedure applicate dalla Chiesa per il giudizio e la punizione di essi-. Anzi, ha aggiunto, la Chiesa vuole tradurre -in prassi permanente e in consapevolezza continua i frutti degli insegnamenti e delle riflessioni maturati nel corso della dolorosa vicenda della "crisi"-. Lo scandalo pedofilia, ha d’altra parte spiegato qualche giorno fa una fonte vaticana ben informata, è una -svolta epocale-, a cui per il pontefice era necessario dare una -risposta congrua- con una innovazione -storica- nel modo di pensare i rapporti tra la Chiesa e il mondo. -Si è sempre saputo - aveva detto infatti papa Ratzinger nel suo recente viaggio in Portogallo - ma oggi lovediamo in modo realmente terrificante che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa-.
E di certo il riordino giudiziario in vaticano segna il rafforzamento dell’ex-Sant’Uffizio, il dicastero vaticano guidato per quasi 25 anni da Ratzinger prima di divenire papa. Per il ministero "erede" della Santa Inquisizione viene infatti introdotta la facoltà di condurre indagini preliminari su cardinali e vescovi che si macchiano di tutti i delitti gravi contro la fede, i costumi e i sacramenti.









   
 



 
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