Lombardia, l’Asl diretta dall’amico dei boss,si dimette per un concorso truccato
 











Dimissioni dal Consiglio di rappresentanza dell’Asl 1 di Milano. Le ha annunciate il sindaco Pd di Vanzago, Roberto Nava, perché a capo della sua Asl di riferimento ora c’è Pietrogino Pezzano, un uomo che vanta amicizie con potenti capibastone locali della ‘ndrangheta. E che è stato scelto il 23 dicembre scorso dal presidente della Lombardia Roberto Formigoni per dirigere non un’Asl qualsiasi, ma la più grande d’Italia, quella del capoluogo lombardo, che offre servizio a oltre 70 comuni. “La situazione è inaccettabile”, accusa Nava. E intanto si organizza la società civile: il 29 gennaio i cittadini di tutti i 70 comuni interessati saranno chiamati a consultazione popolare per esprimere il loro parere sulla nomina di Pezzano. L’iniziativa è promossa dall’associazione Sos racket e usura, la prima ad aver chiesto le dimissioni dei sindaci presenti nel Consiglio di rappresentanza dei comuni.
Pietrogino Pezzano, classe ’47, è originario di Palizzi in provincia di ReggioCalabria. E’ suo il nome che compare (senza essere indagato) nell’inchiesta “Infinito”, diretta dalla Dda di Milano, che ha portato all’arresto di oltre 300 persone, tra Calabria e Lombardia. Per tutti l’accusa è associazione a delinquere di stampo mafioso. Di Pezzano è poi la voce intercettata dall’antimafia mentre parla con Giuseppe Sgrò, detto ‘Peppe’, ritenuto dagli inquirenti un importante affiliato alla ‘locale’ di Desio. E’ sempre Pezzano che compare in alcune fotografie che lo ritraggono assieme a capibastone della Brianza come Saverio Moscato e Candeloro Polimeno.
E’ troppo per il sindaco Nava, che ha deciso di dire basta: “A seguito della nomina del dottor Pietrogino Pezzano a nuovo direttore generale dell’Asl Milano 1 effettuata dalla giunta regionale, il sindaco di Vanzago ha scelto di dimettersi dal Consiglio di rappresentanza”, scrive in un messaggio il sindaco. Nava spiega di essersi dimesso perché “è un modo per costringere tutti i sindaci, che fanno capo all’Asl 1,a pronunciarsi. E’ una situazione inaccettabile”. Solidarietà al primo cittadino da parte del Pd lombardo: “Bisogna evitare il coinvolgimento di personaggi poco chiari all’interno delle istituzioni – commenta Pierfrancesco Majorino, capogruppo dei democratici nel consiglio comunale di Milano – Tutto il nostro sostegno va al sindaco Nava e a Sos racket e usura”.
L’associazione Sos racket e usura chiede le dimissioni del direttore generale dell’Asl 1. Il 29 gennaio l’associazione ha organizzato banchetti in tutti i 70 comuni coinvolti. Saranno così i cittadini a esprimere il parere sulla nomina di Pezzano. “Molti comuni ed associazioni Antimafia – spiega Frediano Manzi di Sos racket – stanno in queste ore aderendo alla nostra iniziativa e nella giornata di lunedì 10 gennaio forniremo il primo elenco ufficiale delle adesioni”. de il fatto-Gaetano Pecoraro

Rinviato a giudizio per un concorso truccato,si dimette direttore sanitario AslMilano 1
Giovanni Materia, direttore sanitario della Asl più importante della Lombardia (e d’Italia), quella di Milano 1, si è dimesso dal suo incarico. La decisione è maturata dopo che il medico è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio dal gup di Messina Maria Teresa Arena. I fatti contestati risalgono al novembre 2005 quando Materia era direttore sanitario del Policlinico della città siciliana. Secondo gli inquirenti, favorì la vittoria di Umberto Bonanno, ex presidente del consiglio regionale della città, in un concorso all’Istituto di Medicina del lavoro del Policlinico facendo pressioni sulla commissione d’esame.
La decisione dei magistrati siciliani ha messo fine a una carriera ai vertici della sanità lombarda piuttosto breve. Materia era stato infatti nominato direttore sanitario solamente lo scorso 27 gennaio.
A metterlo al suo posto era stato Pietrogino Pezzano, nuovo plenipotenziario della sanità lombarda la cui nomina, decisa dal governatore RobertoFormigoni a dicembre, aveva suscitato una levata di scudi. Il suo nome compariva nelle carte dell’inchiesta Infinito sulla presenza della ‘ndrangheta in Lombardia. Alcune fotografie lo ritraevano assieme a boss mafiosi della Brianza del calibro di Saverio Moscato e Candeloro Polimeno.
Ma la cosa più interessante è che Giovanni Materia è il marito del prefetto di Lodi Peg Strano. La stessa persona che, lo scorso 18 gennaio, aveva deciso di togliere la scorta al consigliere regionale e “artista antimafia” Giulio Cavalli. E per giunta il giorno in cui Cavalli presentava al consiglio della regione Lombardia una mozione per cacciare il neodirettore della sanità lombarda amico dei boss. Il parlamentino lombardo ha respinto la mozione del consigliere che però e per fortuna, due giorni dopo, ha riottenuto la sua scorta. Strane coincidenze.
Al di la della mancata cacciata di Pezzano, anche la vicenda giudiziaria di Materia conferma che nella sanità all’ombra del Pirellone continuanoclamorosamente a scarseggiare i “dirigenti specchiati”.de la redazione del fatto









   
 



 
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