Inside- Caltagirone va alla guerra contro Alemanno: scontro su acqua e free press
 







Fabio Carosi




Caltagirone F.

In ballo ci sono i pendolari, ogni giorno solo a Roma oltre due milioni di uomini e donne che transitato per metrò, fermate di bus, nodi di scambio e semafori. Ad attenderli la free press che a Roma significa soprattutto Metro e Leggo: svedesi da una parte, Gruppo Caltagirone dall’altra. E sulla distribuzione è guerra aperta. Gli svedesi, ora con sede a Londra e 22 milioni di lettori sparsi per il pianeta, sorridono. Dopo l’estate hanno incassato la garanzia che per i prossimi 9 anni la posizione dei dispenser all’interno dei metrò e nelle ferrovie concesse non si tocca.
Chi invece ha dovuto ingoiare una pillola amara è proprio Leggo e il suo editore Francesco Gaetano Caltagirone. Il re di Roma non ci sta e, secondo i bene informati, sarebbe proprio la distribuzione della free press il motivo scatenante del cambio vertiginoso di rotta nei confronti del sindaco Alemanno e dell’amministrazione capitolina. Non passa giorno infatti che i duequotidiani del Gruppo, Leggo e il Messaggero, non pubblichino interventi critici e inchieste da far tremare chiunque, figuriamoci Alemanno appena uscito da una crisi e con una serie di scandali (parentopoli e altro) che prima o poi consegneranno il conto.
Basta sfogliare i due quotidiani oggi per capire. Sul Messaggero compare l’ultimo di una serie interminabile di articoli sull’Atac e sulla bizzarra gestione amministrativa, mentre Leggo già da ieri ha trainato l’ultimo episodio della vicenda del consigliere Orsi, scoperchiando le carte dell’affitto della sede di via Petroselli. E oggi rincara la dose proprio sulla sede, sostenendo che la smentita seccata del Comune di ieri è un bluff e che l’associazione privata di Orsi, anche secondo le indicazione pubblicate in rete, sarebbe proprio in via Petroselli.
Dunque, tutto nasce lo scorso 16 luglio quando, a sorpresa, l’Agenzia per la Mobilità di Massimo Tabacchiera pubblica la manifestazione d’interesse per il noleggio degli spazidelle metropolitane nei quali collocare i distributori dei giornali. Siamo in piena estate e sostanzialmente c’è da rinnovare il contratto con Metro, firmato nel 2000 e prorogato per diversi anni. E qui la storia parla chiaro. Già nel 2000, quando lo sbarco di Metro in Italia, segnò l’ingresso storico dei giornali cartacei gratis e dalla lettura veloce, Caltagirone fece fuoco e fiamme, transitando per il Tar e il Consiglio di Stato per cercare di annullare la delibera con la quale l’Atac dava in affidamento diretto gli spazi alla società Metro International. Nel dare ragione agli svedesi, il Consiglio di Stato osservò che non era possibile bandire una gara ad evidenza pubblica, poiché l’unico quotidiano free press esistente era Metro, per cui Caltagirone fu costretto ad arrendersi.
Chi lo conosce sa bene che il finanziere delle costruzioni non è tipo da ingoiare senza reagire. E qualche mese dopo nasce proprio Leggo che, piano piano si è esteso nelle principali città italiane:insomma, tiratura, lettori e diffusione tali da competere con Metro. Nel luglio scorso l’incidente che ha scatenato l’inferno. Tabacchiera tramite la faraonica struttura di comunicazione che soggiorna in Agenzia, dà il via libera alla manifestazione di interesse, pubblicandola su due quotidiani in spazi ridotti. Nessuno avverte Leggo, cioè Caltagirone che scopre solo qualche mese dopo la nuova vittoria di Metro. Si alzano così i cannoni dei due quotidiani e chi ci finisce in mezzo è il sindaco. Ma a dare più corpo alla battaglia in corso c’è anche la vicenda Acea.
Di settimana in settimana Caltagirone aumenta le azioni in suo possesso, in attesa di un processo di privatizzazione della quota pubblica sul quale però il sindaco ha frenato clamorosamente. Insomma, una guerra aperta per acqua e carta. Chi rischia di più è proprio Massimo Tabacchiera che dall’Agenzia avrebbe fatto tutto in silenzio e senza avvisare.affaritaliani









   
 



 
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